La vigilia dello Yom Kippur
Belle fotografie dei preparativi e dei riti degli ebrei ultraortodossi, in attesa della festa più importante dell'anno

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Venerdì sera al tramonto inizierà lo Yom Kippur, la festa più importante della religione ebraica, dedicata all’espiazione e al perdono dei peccati, al digiuno e alla preghiera. Lo Yom Kippur, che cade nel decimo giorno del mese di Tishrei, è preceduto dall’Erev Yom Kippur, festeggiato con banchetti, visite a parenti e amici e con la carità ai più poveri. Molti eseguono il rito del Kaparov – a lungo tempo controverso e contestato da alcuni rabbini – che consiste nel far roteare per tre volte sopra la testa un gallo, per gli uomini, e una gallina per le donne. L’animale – a cui sono stati simbolicamente trasferiti i peccati del fedele – viene poi ucciso e regalato ai poveri. Ultimamente è spesso sostituito con un fazzoletto bianco contenente monete, che vengono poi donate. Un altro rito praticato da alcuni ebrei prima dello Yom Kippur è il Tashlikh, solitamente eseguito prima del Rosh Hashanah, la festa per l’arrivo dell’anno nuovo: consiste nel pregare sulla riva di un corso d’acqua – ma va bene anche una piscina artificiale con dentro dei pesci – in cui vengono gettati simbolicamente i peccati.
Le fotografie di questi giorni mostrano i riti e le preghiere precedenti allo Yom Kippur in varie comunità ultraortodosse: nel quartiere Mea Shearim di Gerusalemme, Ashdod e Bnei Brak, rispettivamente a 30 chilometri a sud e a 10 chilometri a est di Tel Aviv.