Mosley contro Google, ancora

L'ex capo della Formula Uno ha chiesto a un tribunale di Parigi di imporre l'utilizzo di un sistema per impedire i link alle foto di un suo festino con costumi nazisti

Max Mosley, ex presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (la FIA, che organizza tra le altre cose il mondiale di Formula Uno), ha chiesto a un tribunale di Parigi di ordinare a Google di realizzare un algoritmo che filtri dai risultati di ricerca le foto e i video dello scandalo che lo coinvolse nel 2008, quando furono diffuse le immagini della sua partecipazione a una serata in cui si faceva sesso indossando divise che ricordavano quelle dei nazisti. Mosley ottenne un risarcimento per la violazione della sua privacy, ma le foto e i video del festino circolano ancora online e sono facilmente reperibili attraverso i motori di ricerca.

Le immagini furono diffuse cinque anni fa dal tabloid britannico News of the World, giornale pubblicato dalla società di Rupert Murdoch e che oggi non esiste più in seguito allo scandalo delle intercettazioni illegali che realizzavano alcuni dei suoi giornalisti. Quando fu pubblicato lo scoop, il giornale definì il festino “un’orgia nazista disgustante con battone”. Max Mosley è figlio di Sir Oswald Mosley, che nel 1932 fondò nel Regno Unito la British Union of Fascists, e anche per questo motivo si è spesso detto che simpatizzi per il nazifascismo.

Quando furono pubblicati video e immagini sul suo festino, Mosley fece causa a News of the World e l’Alta corte di Londra gli diede ragione, stabilendo che il giornale dovesse pagare 60mila sterline (circa 71mila euro) di risarcimento per violazione della privacy. La Corte stabilì anche che non c’era alcuna prova del fatto che il festino intendesse rimettere in scena comportamenti o atteggiamenti nazisti. Inoltre, non c’era alcun interesse pubblico per la diffusione di simili immagini e non era quindi nemmeno giustificato il modo illecito in cui erano stati ottenuti video e foto dal giornale.

Il tribunale ordinò che i materiali fossero rimossi dal sito del News of the World, cosa che fu fatta, ma come avviene spesso in questi casi le immagini possono essere trovate su un sacco di siti e social network in giro per la rete. Da allora Mosley si è dato da fare per fare sparire le foto e i video del suo festino da Internet, ma è un’impresa quasi impossibile e per questo motivo ha deciso di cambiare strategia chiedendo a un tribunale francese che imponga a Google di filtrare automaticamente tutti i risultati sconvenienti che lo riguardano. Mosley ha depositato la richiesta in Francia perché nel paese sono in vigore regole molto rigide sulla tutela della privacy. Il pronunciamento del tribunale è atteso per il prossimo 21 ottobre. Una richiesta simile era stata depositata anche ad Amburgo, in Germania, lo scorso anno.

Con un comunicato, Google ha negato di avere responsabilità nella vicenda, ricordando che fino a oggi la società ha “sempre accolto le richiede di Mosley per la rimozione di link verso materiali che violano l’ordine della corte” britannica. Il comunicato ricorda anche che “la sua proposta di filtrare il Web censurerebbe la libertà di parola, riducendo la possibilità di accesso alle informazioni”. Google ha un suo sistema di segnalazione per richiedere la rimozione dei contenuti, e spiega che solo quella può essere la strada per ottenere l’eliminazione dalla pagina dei risultati di alcuni link, anche perché ogni caso deve essere analizzato singolarmente e talvolta si rendere necessario il ricorso a un giudice.

In una intervista telefonica con il New York Times, Mosley ha confermato che quelli di Google si sono sempre dati da fare per rimuovere i contenuti da lui segnalati e in violazione con le decisioni dei tribunali, ma ha anche detto che con questo sistema “devi assumere uno solo per verificare ogni giorno” se siano comparse le immagini su nuovi siti. Secondo Mosley non dovrebbe esserci da subito la possibilità di caricare online simili contenuti.

La soluzione proposta da Mosley non sarebbe comunque definitiva. Anche se un giudice imponesse a Google di rimuoverle automaticamente dai propri risultati di ricerca, le immagini rimarrebbero comunque visibili sui siti dove sono state pubblicate e continuerebbero a essere facilmente condivisibili sui social network.

L’iniziativa legale di Mosley in Francia si inserisce nel filone molto ampio del dibattito sul cosiddetto “diritto all’oblio”, cioè la possibilità che determinate informazioni su una persona poi rivelatesi incorrette o diffuse illegittimamente possano essere rimosse da Internet. Le leggi sulla protezione dei dati dell’Unione Europea non prevedono che un singolo individuo possa richiedere la cancellazione di dati sul suo conto che ritiene dannosi o contro i suoi interessi, salvo particolari casi.