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  • Martedì 27 agosto 2013

Le proteste degli agricoltori in Colombia

E le foto dei violenti scontri con la polizia (ci sono stati cinque morti): c'entra anche l'Unione Europea

A riot police officer, left, kicks a protesters as another, center, tries to protect him during protests in Ubate, north of Bogota, Colombia, Monday, Aug. 26, 2013. Hundred of protesters clashed with police in support of farmers who have being blockading Colombian highways for a week for an assortment of demands that include reduced gasoline prices, increased subsidies and the cancellation of free trade agreements. (AP Photo/Fernando Vergara)
A riot police officer, left, kicks a protesters as another, center, tries to protect him during protests in Ubate, north of Bogota, Colombia, Monday, Aug. 26, 2013. Hundred of protesters clashed with police in support of farmers who have being blockading Colombian highways for a week for an assortment of demands that include reduced gasoline prices, increased subsidies and the cancellation of free trade agreements. (AP Photo/Fernando Vergara)

Ieri, lunedì 26 agosto, centinaia di manifestanti a sostegno degli agricoltori si sono scontrati con la polizia in Colombia, a Ubaté, un comune del dipartimento centrale di Cundinamarca, a circa cento chilometri dalla capitale Bogotà. Gli agricoltori protestano da più di una settimana: lo scorso 20 agosto hanno proclamato uno sciopero generale del settore per chiedere al governo di Juan Morales Santos una riduzione dei prezzi della benzina, maggiori sussidi e, soprattutto, l’annullamento degli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti e l’Unione Europea per tutelare i prodotti locali. L’accordo era stato firmato il 26 giugno del 2012 ed è entrato in vigore il primo agosto 2013. Prevede, tra l’altro, l’azzeramento dei dazi doganali per favorire una liberalizzazione reciproca degli scambi commerciali.

Le contestazioni sono iniziate nel dipartimento di Boyacà, a 130 chilometri a nord est di Bogotà, ma si sono rapidamente diffuse nel resto del paese coinvolgendo migliaia di agricoltori, camionisti, minatori, studenti e operai. Domenica 25 agosto, almeno 4 mila persone hanno marciato a Bogotà, bloccando le strade che collegano la capitale a Villavicencio. In numerose altre città continuano da giorni i blocchi ad oltranza. Finora la repressione della polizia e dei militari è stata molto dura, come mostrano le immagini: si hanno notizie di 220 arresti, di decine e decine di feriti e di cinque morti. I manifestanti accusano i militari di usare munizioni vere e di lanciare gas lacrimogeni all’interno delle case.

Le proteste non sembrano comunque fermarsi e il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha infine accettato di ascoltare le richieste degli agricoltori: un primo incontro tra governo e delegati del settore agricolo si è svolto ieri a Tunja, a nord di Bogotà, e da oggi inizieranno i negoziati. Santos ha ammesso che alcuni impegni che erano stati presi con gli agricoltori «non sono stati rispettati». Ha anche detto di aver appreso da diverse fonti che «ci sono stati degli abusi da parte della polizia» spiegando però che «se i poliziotti devono rispettare i diritti umani dei manifestanti, devono a loro volta difendere i loro diritti».