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  • Giovedì 22 agosto 2013

Un poliziotto, una videocamera

In una città della California un progetto innovativo è riuscito a far diminuire l'uso della forza da parte della polizia

<> on July 16, 2013 in Los Angeles, California.
<> on July 16, 2013 in Los Angeles, California.

Dal febbraio del 2012, nella città di Rialto – nella contea di San Bernardino, in California – alcuni agenti della polizia locale hanno iniziato ad indossare degli occhiali speciali, muniti di una piccola videocamera usata per realizzare delle riprese durante le loro ore di servizio. Gli occhiali sono stati una specie di esperimento deciso dalle autorità per cercare di ridurre gli episodi di violenza eccessiva delle forze dell’ordine nei confronti delle persone fermate, e di conseguenza anche il numero delle denunce. Questa particolare tecnologia, che negli ultimi anni è stata molto discussa in diverse città degli Stati Uniti, diventerà obbligatoria per tutti i 66 agenti di Rialto a partire dal prossimo 1 settembre.

A Rialto l’utilizzo di occhiali muniti di videocamera è stato studiato in maniera sistematica e molto rigorosa. Il New York Times scrive che dopo un anno dall’introduzione della nuova tecnologia, il numero di denunce contro gli agenti di polizia è sceso dell’88 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti, e gli episodi di uso eccessivo della forza da parte dei poliziotti sono diminuiti di quasi il 60 per cento. Le autorità locali sono convinte che l’esperimento possa continuare a portare risultati positivi. William Farrar, il capo della polizia della città, ha spiegato come le telecamere portino più benefici che danni alle forze di polizia locali: «Quando si mette una telecamera su un agente di polizia, lui tenderà a comportarsi un po’ meglio, seguendo le regole un po’ di più. E se i cittadini sanno che il poliziotto sta indossando una videocamera, è probabile che anche loro si comportino meglio».

Della stessa opinione è l’American Civil Liberties Union (ACLU), organizzazione no-profit che si occupa della difesa di diritti e libertà individuali dei cittadini: secondo l’ACLU, da quando sono state introdotte le videocamere non ci sono state particolari segnalazioni o lamentele da parte della popolazione, e nonostante le preoccupazioni sulla privacy l’organizzazione ha deciso di sostenere l’introduzione di questa tecnologia.

Negli ultimi anni sempre più città degli Stati Uniti hanno cominciato a dotare la propria polizia di videocamere simili a quelle di Rialto – tra le altre, sono incluse le città di Albuquerque (Nuovo Messico), Fort Worth (Texas) e Oakland (California). Secondo Taser International, una delle società che offre le videocamere alle forze di polizia, negli ultimi anni la domanda di questo tipo di attrezzatura è cresciuta: tra i dipartimenti che adottano oggi questa tecnologia ci sono quelli di alcune città degli stati di California, Oregon, Arizona, Utah, Texas, Kansas, Minnesota, Indiana, Ohio, South Carolina e North Carolina.

Tuttavia i dipartimenti di polizia di altre città americane, come quello di New York, si sono opposti alla proposta di introdurre queste videocamere: le preoccupazioni più grandi riguardano il rischio che alcune immagini girate da questi dispositivi, come quelle realizzate nelle case private dei sospettati, possano finire nei telegiornali della sera. Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, si è opposto pubblicamente a una sentenza di un tribunale che ha obbligato il dipartimento della città a introdurre una serie di riforme, tra cui l’introduzione di videocamere per i suoi agenti. Secondo Raymond Kelly, commissario del dipartimento di polizia di New York, «la questione dell’uso delle videocamere solleva più domande che risposte»: il problema riguarderebbe in generale le città di grandi dimensioni e sarebbe legato, oltre ai rischi di violazione della privacy di singoli cittadini, all’enorme investimento economico che una tale operazione richiederebbe – si parla di un costo notevole, tra i 299 e i 950 dollari videocamera, a seconda del modello.