Franz Kafka e la metamorfosi

Lo scrittore cecoslovacco di lingua tedesca è il protagonista del doodle di Google di oggi per ricordare i 130 anni della sua nascita

Franz Kafka, scrittore cecoslovacco di lingua tedesca, è il protagonista del doodle di Google di oggi. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un disegno che ricorda La metamorfosi, uno dei racconti più conosciuti di Kafka, per ricordare i 130 anni della sua nascita e il suo ruolo nella letteratura mondiale del Novecento.

Franz Kafka nacque a Praga il 3 luglio del 1883, quando la città faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico. La sua era una famiglia ebraica ashkenazita (gli ashkenaziti sono i discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno) di lingua tedesca e faceva parte della media borghesia. Hermann Kafka, il padre di Franz, era un commerciante e gestiva insieme con la moglie un emporio a Praga. Franz Kafka frequentò le scuole in città e nel 1901 si diplomò regolarmente al liceo.

Terminata la scuola, Kafka si iscrisse senza grande convinzione alla facoltà di giurisprudenza di Praga, dove avrebbe conseguito la laurea cinque anni dopo. In quel periodo iniziò a maturare un particolare interesse per le teorie del darwinismo, e per l’ideologia socialista. Dopo la laurea, nel 1907 Franz Kafka trovò posto in uno studio legale di Praga per fare il praticantato, necessario per svolgere la professione di avvocato. Negli anni seguenti avrebbe lavorato come impiegato delle assicurazioni, scrivendo soltanto nel tempo libero: i suoi interessi letterari non erano ben visti dal padre e questo si rifletteva sulle possibilità che aveva di occuparsene. Il rapporto conflittuale tra i due ha influenzato buona parte dell’opera di Kafka.

Tra il 1910 e il 1911 Franz Kafka viaggiò molto all’estero e visitò l’Italia del nord, Parigi, la Svizzera e parte della Germania. Tornato a Praga si appassionò alla letteratura yiddish, la lingua germanica parlata dagli ebrei dell’Europa orientale. Divenne vegetariano, con grande dispiacere del padre, e iniziò a manifestare una certa avversione per il suo aspetto fisico e per il sesso. In quegli anni si innamorò di Felice Bauer, una ragazza di Berlino con cui avviò una corrispondenza molto fitta e con cui ebbe un rapporto difficile e spesso tormentato.

Negli anni Dieci, Franz Kafka scrisse alcuni dei suoi racconti più conosciuti e noti – come La sentenza e La metamorfosi – e il suo romanzo Il processo. Nel 1917 gli fu diagnosticata una forma grave di tubercolosi polmonare, che lo obbligò a lunghi e spesso dolorosi periodi di cura, tali da condizionare la sua produzione letteraria. Morì di tubercolosi nel giugno del 1924 nel sanatorio Kierling di Vienna, a 40 anni. Il suo corpo fu successivamente riportato a Praga, dove le sue ceneri furono sepolte nel Nuovo cimitero ebraico.

In vita Kafka non ebbe particolare attenzione da parte della critica, anche perché i suoi scritti non erano circolati molto. Prima di morire aveva dato disposizioni al suo amico più fidato, Max Brod, di bruciare tutti i suoi manoscritti. Brod non lo fece e, anzi, si diede da fare per promuovere e fare stampare le cose inedite del suo amico. Franz Kafka divenne in poco tempo molto conosciuto e rispettato come autore, ricevendo numerose critiche positive.

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La metamorfosi è probabilmente uno dei racconti più conosciuti di Franz Kafka, e non a caso Google lo ha usato come fonte di ispirazione per il proprio doodle di oggi. L’illustrazione mostra un insetto vestito da commesso viaggiatore mentre passa attraverso una porta. Sulla “L” del logo c’è anche la mela, uno degli elementi chiave del racconto. Il doodle non rispetta molto l’idea che aveva Kafka per illustrare la sua storia: al suo editore aveva chiesto espressamente che sulla copertina non ci fosse alcun riferimento esplicito all’insetto. Kafka lo voleva lasciare all’immaginazione del lettore con tutte le contraddizioni del caso (nel racconto l’insetto ha dimensioni diverse, funzionali a particolari momenti della narrazione).

La metamorfosi è la storia di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che un mattino si sveglia e si rende conto di avere assunto le sembianze di un enorme insetto. È chiuso nella sua stanza e solo dopo grandi sforzi riesce a uscirvi, rivelandosi ai familiari inorriditi. Dopo la partenza della sorella, l’unica che riesce a mantenere un rapporto con lui, Samsa viene abbandonato a sé stesso, cade in depressione e rinuncia a nutrirsi lasciandosi morire.

Nel racconto, come in molti altri scritti di Franz Kafka, ricorrono i temi del difficile rapporto tra padre e figlio, la spersonalizzazione del singolo nella società di massa percepita nei primi del Novecento e il tema del “diverso”, che viene spesso emarginato ed escluso. Samsa diventa un orribile insetto per una beffa del destino. Kafka era convinto che il destino di ogni uomo dipendesse da elementi imprevedibili e ingannevoli, spesso alla base di condizioni grottesche o da incubo, come mostrano i suoi romanzi e i suoi racconti. Molti di questi sono rimasti incompleti, a dimostrazione della difficoltà di Kafka di superare i propri conflitti interiori con la scrittura.

L’impatto di Franz Kafka sulla cultura del Novecento è stato notevole sotto diversi punti di vista e ha lasciato diverse tracce. Tra le più evidenti c’è l’esistenza e la diffusione dell’aggettivo “kafkiano”, che ancora oggi viene usato per definire situazioni che richiamano le atmosfere dei suoi racconti, dense di angosce, inquietudini, condizioni paradossali, assurde e allucinanti.