Il guaio coi sondaggi

Dario Di Vico spiega che invece di compensare con dati reali gli inganni della politica, ne sono diventati complici

Britain's King George V and Queen Mary are driven down the course in an open carriage before the start of racing at Ascot Race Course, England, on June 17, 1930. (AP Photo/Staff/Putnam)
Britain's King George V and Queen Mary are driven down the course in an open carriage before the start of racing at Ascot Race Course, England, on June 17, 1930. (AP Photo/Staff/Putnam)

Dario Di Vico sul Corriere della Sera di oggi cita un dibattito al Festival dell’Economia di Trento e torna a discutere dell’utilizzo strumentale dei sondaggi da parte della politica, chiedendo che siano invece sfruttate le opportunità che offrono nella comprensione della realtà.

L’attenzione che si riversa sui sondaggi anche a urne già chiuse è altissima e il motivo lo si può facilmente rintracciare nell’instabilità del quadro politico italiano e nell’affannosa ricerca di qualcuno che ci predichi scampoli di futuro. Ma in parallelo, e sono gli stessi protagonisti del settore a denunciarlo, stiamo assistendo al cambio di destinazione d’uso dei sondaggi: da strumento predittivo diventa materiale per la propaganda elettorale. «La difficoltà è mantenere la terzietà» ha detto Roberto Weber e gli ha fatto eco Nando Pagnoncelli che ha sottolineato il rischio «di trasformarci in spin doctor».

L’occasione per queste riflessioni è stata fornita da un interessante dibattito sul futuro dei sondaggi organizzato a Trento dal Festival dell’economia, discussione che ha messo attorno al tavolo le più prestigiose griffe. Se Pagnoncelli ha rivendicato la differenza non solo lessicale tra ricercatore e sondaggista («la stessa che nella fotografia c’è tra Cartier Bresson e Fabrizio Corona!»), nelle parole di Alessandra Ghisleri il confine tra monitoraggio e consulenza pro-attiva è parso molto labile.

(continua a leggere sul tumblr di Dario Di Vico)

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foto: il re Giorgio V d’Inghilterra e la regina Maria poco prima dell’inizio della corsa di cavalli di Ascot, il 17 giugno 1930. (AP Photo/Staff/Putnam)