Non pagheremo più il roaming in UE?

Potrebbe essere una conseguenza del nuovo mercato delle telecomunicazioni, secondo il commissario UE Neelie Kroes, ma è complicato e c'è poco tempo

Giovedì 30 maggio il Commissario europeo per l’agenda digitale, Neelie Kroes, ha tenuto un discorso al Parlamento europeo, chiedendo che siano attuate una serie di riforme necessarie per eliminare le tariffe del roaming per i cellulari all’estero – il costo delle telefonate quando siamo all’estero, insomma, e ci “appoggiamo” su un operatore diverso dal nostro – e per dare maggiore libertà di accesso a Internet, a tutti i cittadini dell’Unione Europea. Il progetto di Kroes è molto ambizioso ed è dedicato in sostanza alla realizzazione di un mercato unico di servizi per le telecomunicazioni in Europa, che potrebbe portare benefici ai clienti e alla concorrenza tra i principali operatori telefonici.

Da tempo alcune grandi società di telecomunicazioni, come la spagnola Telefonica, Vodafone e France Telecom, sono critiche nei confronti della UE e di come ha fino a ora organizzato il mercato della telefonia. Le autorità europee sono intervenute più volte per regolarlo, ma senza renderlo più aperto e meno frammentato, condizioni necessarie per consentire agli operatori di crescere ed estendere la portata dei loro servizi in paesi diversi. In questo, altre aree del mondo come gli Stati Uniti sono molto più avanti rispetto all’Europa.

Secondo diversi analisti, le scarse aperture del mercato della telefonia hanno anche rallentato lo sviluppo delle infrastrutture, necessarie per rendere più veloci le connessioni soprattutto da dispositivi mobili. Negli Stati Uniti e in alcuni paesi asiatici, come la Corea del Sud, la qualità dei servizi è spesso migliore rispetto a quella in Europa, ma è comunque bene ricordare che grazie agli interventi dell’UE i prezzi per i servizi delle telecomunicazioni in Europa sono tra i più bassi al mondo.

Kroes ha annunciato di voler modificare l’attuale organizzazione delle telecomunicazioni, ma diversi grandi operatori temono che i piani del Commissario continueranno a essere ridimensionati dal Parlamento europeo e che ci saranno pochi cambiamenti. Stando alle informazione raccolte da Reuters, Kroes starebbe per rinunciare a diverse misure che avrebbero influito molto nel sistema, come la realizzazione di un’Agenzia di controllo unica europea sulle telecomunicazioni, al posto delle 27 singole agenzie statali che si occupano di queste cose. Anche il progetto per realizzare un sistema di vendita e assegnazione delle licenze unificato su base europea pare sia a rischio, cosa che renderebbe ancora più difficile la creazione di un mercato unico vero e proprio in Europa per gli operatori.

Le società di telecomunicazioni europee chiedono alla UE nuove regole per facilitare le fusioni tra operatori, creando aziende più grandi e in grado di muoversi più facilmente in un contesto europeo e non solo nazionale. Il responsabile dell’antitrust in Europa, Joaquin Almunia, ha però già fatto capire in più occasioni di non essere favorevole alle grandi fusioni, che potrebbero portare alla creazione di società con posizioni dominanti che condizionerebbero la concorrenza.

Kroes non ha inoltre molto tempo per fare discutere e magari fare approvare le proprie proposte. Il Parlamento europeo terminerà la propria legislatura tra meno di un anno, mentre il mandato dei commissari europei finirà nella seconda metà del 2014. I tempi sono molto stretti e Kroes vuole fare partire il dibattito in tempo, per capire quali proposte possano diventare concrete, prima di un importante incontro tra i leader europei che si terrà a ottobre e in cui si discuterà della riforma del sistema delle telecomunicazioni nell’UE.

Durante il suo intervento, Kroes si è rivolta ai parlamentari europei dicendo: «Voglio che possiate tornare dai vostri elettori per annunciare di essere riusciti a mettere fine ai costi del roaming per i cellulari. Voglio che possiate dire di avere preservato il diritto di un libero accesso a Internet». Kroes ha poi ricordato che le ultime regole introdotte per ridurre i costi del roaming, sia per le telefonate sia per l’utilizzo della rete dati su mobile in Europa, sono state molto apprezzate dai cittadini europei, ma che molto resta ancora da fare per ridurre ulteriormente le tariffe per quando si usa il cellulare all’estero: «Nel caso del roaming, solo se esiste un vero e proprio singolo mercato il roaming può smettere di esistere, in termini legali ed economici».

L’European Telecommunications Network Operators’ Association (ETNO), l’associazione degli operatori telefonici europei, ha detto di essere favorevole all’idea di un mercato unico per le telecomunicazioni. I suoi esperti sono al lavoro da tempo per suggerire le politiche da adottare e fare lobby presso il Parlamento europeo. Secondo l’ETNO, però, il tema del mercato unico può essere affrontato solo se si ripenserà complessivamente l’attuale serie di regole sulle telecomunicazioni in Europa: «Crediamo fermamente che il nuovo mercato unico non debba essere imposto attraverso altre regolamentazioni e obblighi, ma che debba essere guidato dal mercato».

Gli operatori non sono poi concordi sul piano per l’eliminazione del meccanismo del roaming per i cellulari. A distanza di quasi un anno dall’introduzione delle tariffe massime imposte dalla UE, le società di telecomunicazioni non hanno ancora terminato di realizzare i sistemi necessari per mettere in pratica le riduzioni, sostenendo che ci sono problemi tecnici da risolvere che stanno costando diversi milioni di euro. Una telefonata in roaming internazionale (esempio: Tizio che ha un operatore italiano chiama l’Italia dalla Spagna) non può costare più di 29 centesimi di euro al minuto, e la ricezione di una chiamata al massimo può costare 8 centesimi. L’invio di un SMS dall’estero può costare al massimo 9 centesimi, mentre la ricezione di un SMS è sempre gratuita.