Le scuse di Apple alla Cina

L'amministratore delegato Tim Cook ha scritto una lettera - in cinese - per difendersi dalle accuse di "impareggiabile arroganza" e discriminazione

A customer leaves an Apple store on the busy Wangfujing shopping street in Beijing on March 29, 2013. China has ordered its consumer watchdogs to "strengthen supervision" of firms including Apple, as the US computer giant faces a barrage of negative publicity in the country. State media have carried a series of attacks against Apple, with the People's Daily, the Communist Party's official mouthpiece, running critical items for five consecutive days over alleged double standards in customer service and returns policies. AFP PHOTO/Mark RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)
A customer leaves an Apple store on the busy Wangfujing shopping street in Beijing on March 29, 2013. China has ordered its consumer watchdogs to "strengthen supervision" of firms including Apple, as the US computer giant faces a barrage of negative publicity in the country. State media have carried a series of attacks against Apple, with the People's Daily, the Communist Party's official mouthpiece, running critical items for five consecutive days over alleged double standards in customer service and returns policies. AFP PHOTO/Mark RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)

L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha pubblicato sul sito della società una lettera di scuse rivolta ai consumatori cinesi per “le incomprensioni” e “le preoccupazioni” causate dall’azienda ai suoi clienti riguardo le politiche adottate in materia di assistenza e garanzia dei prodotti. “Ci siamo resi conto che la nostra mancanza di comunicazione è stata vista come arroganza e come segno di una nostra assenza di cura verso le osservazioni dei nostri clienti. Esprimiamo dunque le nostre più sincere scuse”.

Da circa due settimane Apple è criticata sui media cinesi per non aver rispettato i periodi di garanzia, per aver adottato politiche che discriminavano i clienti cinesi e per aver fornito risposte inadeguate alle lamentele. Il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito comunista cinese, il 27 marzo ha pubblicato un articolo in cui accusava apertamente Apple di “impareggiabile arroganza” nei confronti dei suoi consumatori. Lo stesso giornale, lo scorso venerdì, aveva fatto sapere che Apple sarebbe diventata oggetto di indagine e di maggiore sorveglianza da parte del governo cinese.

Nella sua lettera, scritta in cinese, Tim Cook dice: “Ci rendiamo conto che abbiamo molto da imparare sul funzionamento delle cose e della comunicazione in Cina, ma vogliamo assicurare a tutti che il nostro impegno e la passione che abbiamo per questo paese sono gli stessi che in qualsiasi altra parte del mondo”. Inoltre, Cook ha assicurato che Apple rivedrà le proprie politiche sulle garanzie per l’iPhone 4 e 4S e che formerà in modo adeguato i rivenditori autorizzati di prodotti Apple nel paese. La Cina per Apple è il secondo mercato mondiale dopo gli Stati Uniti, ha portato all’azienda 22,8 miliardi di dollari di fatturato nell’anno fiscale 2012, nonché uno dei posti in cui è più forte la concorrenza con la sud-coreana Samsung.