No, Internet non si è rotta

Perché le notizie su un attacco informatico che ha rallentato la rete sono esagerate e prive di fondamento, come spiega Gizmodo

Nel tardo pomeriggio di giovedì 27 marzo diversi siti di news online hanno dato la notizia di un grande attacco informatico, su larga scala, alla base di grandi rallentamenti delle connessioni Internet su scala globale. Il New York Times ha parlato del “più grande attacco informatico” di sempre che abbia interessato la rete, e per diverso tempo anche i siti di BBC e di altre testate hanno tenuto la stessa linea. La notizia è stata ripresa anche in Italia su diversi giornali giovedì 28 marzo, con titoli come quello del Corriere della Sera: «”Il più grande attacco di sempre” Internet inceppato per vendetta».

A dirla tutta, nelle ore in cui è stata annunciata la presenza dell’attacco non risulta che Internet abbia subito particolari rallentamenti, come spiega efficacemente e con diverse prove Sam Biddle sul sito di tecnologia Gizmodo. L’attacco è avvenuto e andava avanti già da diversi giorni, ma su una scala limitata e in seguito a una disputa che dura da tempo tra Spamhaus, una società europea che aiuta i fornitori di servizi Internet a ridurre lo spamming, e Cyberbunker, una società olandese di hosting (offre cioè i propri server a chi vuole mettere e mantenere online un sito).

Nelle settimane scorse Spamhaus ha inserito Cyberbunker nella propria lista nera perché sospettata di ospitare siti che diffondono software malevolo, utilizzato per accrescere i livelli di spam. Finire nella lista nera significa diventare irraggiungibili da diverse connessioni in giro per il mondo, con evidenti danni economici. Quelli di Cyberbunker non l’hanno presa molto bene e hanno protestato. Spamhaus ha poi subito una serie di attacchi informatici, si sospetta provenienti da Cyberbunker, volti a mandare in tilt i propri sistemi. Per farlo, verso Spamhaus sono state inviate enormi quantità di dati con il solo obiettivo di mandare in crisi i suoi server, un tipo di attacco che si chiama DDoS (Denial of service). E secondo diversi giornali questo attacco avrebbe avuto ripercussioni su tutta la rete, perché Spamhaus collabora con molti fornitori di connessioni e servizi online del mondo.

Biddle di Gizmodo spiega che in realtà non ci sono stati particolari disservizi legati all’attacco, che tra l’altro durava da giorni e che avrebbe quindi dovuto portare a un rallentamento di Internet già qualche settimana fa. Tra chi ha sostenuto con più convinzione l’esistenza di un attacco DDoS che ha “quasi rotto Internet” c’è Matthew Prince di CloudFlare, società di servizi Internet cui Spamhaus si è rivolta per risolvere il problema degli attacchi subiti negli ultimi giorni. Prince ha pubblicato un post sul blog della società spiegando i fatti e, inevitabilmente, promuovendo le soluzioni utilizzate da CloudFlare per risolvere la situazione, cosa che per Biddle equivale a un comunicato stampa promozionale, più che altro.

I toni usati nel blog di CloudFlare hanno probabilmente contribuito a diffondere la notizia, inesatta, che Internet fosse quasi prossima al collasso e che stesse subendo grandi rallentamenti. Il portavoce di NTT Communications, una delle più grandi società di telecomunicazioni del mondo, che gestisce parte dei sistemi che fanno da spina dorsale a Internet, ha spiegato a Biddle di non avere rilevato alcuna particolare anomalia su scala globale dovuta agli attacchi informatici dei giorni scorsi. Anche NTT, dice il suo portavoce, si chiede se un attacco certo massiccio, ma su scala locale e che ha riguardato una singola società, possa in qualche misura “rompere” Internet.

Renesys, altra società che monitora l’andamento del traffico su Internet, non ha rilevato alcun disservizio su larga scala. La società ha concluso che l’attacco ha probabilmente “colpito i siti cui era indirizzato, mentre Internet nel suo insieme non ha subito alcun danno”. E un’ulteriore conferma, più empirica, arriva anche dalla tabella con lo stato dei servizi offerti da Amazon, società che oltre a vendere milioni di prodotti attraverso i propri siti ogni giorno, fornisce servizi per una enorme quantità di siti web in tutto il mondo. Amazon non ha rilevato alcun disservizio, era tutto OK.