Il bambino di Cittadella torna con la madre

La Cassazione ha accolto il ricorso sul bambino portato via a forza dalla scuola, ora deciderà la Corte d'appello di Brescia

La prima sezione della Cassazione ha accolto il ricorso della madre del bambino di 10 anni che nell’ottobre scorso fu portato via a forza dalla scuola elementare di Cittadella, in provincia di Padova, nell’ambito di un contenzioso legale sull’affidamento da parte dei genitori. La vicenda era stata filmata con un telefonino dalla zia del bambino e il video era stato trasmesso prima da Chi l’ha visto e in seguito da numerosi telegiornali e programmi televisivi, facendo molto discutere soprattutto per il comportamento degli agenti e la dinamica del “prelevamento”. Sul caso c’era stata anche un’informativa del governo e il capo della polizia, il prefetto Antonio Manganelli, si era scusato pubblicamente per il comportamento degli agenti.

A luglio del 2012 la Corte d’Appello di Venezia aveva deciso l’allontanamento del bambino dalla madre, con cui viveva dopo la separazione dei genitori, e l’inserimento in una struttura di accoglienza: dopo vari tentativi andati a vuoto c’era stato il blitz a scuola e il bambino era stato affidato al padre e inserito in una casa famiglia a Padova, con incontri con entrambi i genitori stabiliti sulla base di un programma psicoterapeutico. La Cassazione ha annullato, con rinvio alla Corte d’appello di Brescia, il decreto dei giudici di secondo grado di Venezia. La nuova sentenza smonterebbe la diagnosi della PAS (sindrome di alienazione parentale), una teoria che non gode di piena approvazione da parte del mondo scientifico-accademico ma che era stata presa invece come elemento centrale, sulla base di una consulenza tecnica effettuata nel processo, nella scelta di affido del bambino al padre.

Ora torna dunque ad essere efficace il pronunciamento del tribunale dei minori, che aveva affidato il bambino alla madre, in attesa del giudizio della Corte d’appello di Brescia. Girolamo Coffari, legale della madre, subito dopo la decisione della Cassazione aveva dichiarato che «quanto prima verrà notificata la sentenza alla casa famiglia dove da ottobre si trova il bambino e al padre», aggiungendo che «mi farò garante affinchè il bambino continui a vedere il padre. In caso contrario rimetterò l’incarico affidatomi dalla signora». Secondo quanto racconta Il Mattino di Padova, poco dopo aver saputo della decisione della Cassazione la madre, il suo legale e alcuni parenti sono andati a Padova per riprendere il bambino: non avendolo trovato nella struttura che lo ospita si sono recati a casa del padre, dove la madre ha preso con sé il bambino.