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  • Sabato 16 marzo 2013

Il referendum in Zimbabwe

È promosso dai due principali partiti e probabilmente avrà successo: è sulla nuova costituzione, un primo timido passo verso maggiore democrazia nel paese

Oggi in Zimbabwe circa 9 milioni di persone sono chiamate a votare un referendum per approvare o respingere la nuova costituzione del paese con cui, eventualmente, si voterà per le elezioni che dovrebbero tenersi entro poche settimana. La nuova costituzione, oltre a inserire un nuovo sistema di pesi e contrappesi che dovrebbero limitare il potere dell’esecutivo, fisserà un limite massimo di due mandati per il presidente presidente, che però non si applicheranno retroattivamente. Dunque Robert Mugabe, 89 anni, presidente del paese dal 1980, potrà presentarsi nuovamente alle prossime elezioni.


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La nuova costituzione è il frutto di un compromesso tra i due principali partiti che si contendono il potere nel paese: lo Zanu-PF di Mugabe e il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), guidato dall’attuale primo ministro Morgan Tsvangirai, 61 anni. Per questo motivo si ritiene che il referendum avrà successo. I due partiti stabilirono un fragile accordo per creare un governo di coalizione in seguito ai controversi risultati delle elezioni del 2008. In quest’accordo, Mugabe è rimasto presidente mentre Tsvangirai è divenuto primo ministro. Entrambi correranno come presidenti alle prossime elezioni.

Nella nuova costituzione, il partito di Tsvangirai è riuscito a ottenere che venisse creato un moderno sistema di pesi e contrappesi all’esecutivo e il limite di due mandati presidenziali. Mugabe ha ottenuto che i due mandati non fossero retroattivi e la conferma della sua riforma agraria – che ha espropriato alcune migliaia di fattorie a proprietari bianchi – e di altre riforme a favore della popolazione nera. Circa l’1% dei 12 milioni di abitanti dello Zimbabwe sono bianchi, mentre un altro 1% è di origine indiana.

L’esproprio delle grandi fattorie è stata una delle cause del rapido declino economico dello Zimbabwe. In pochi anni il paese è passato dall’essere una delle economie più solide dell’Africa a una situazione di iperinflazione e di gravissimo deficit di bilancio: a fine gennaio il ministro delle finanze comunicò che nelle casse del governo erano rimasti soltanto 217 dollari.

Nonostante questi accordi, che i commentatori definiscono comunque fragili, ci sono stati nelle ultime settimane episodi di violenza sia tra sostenitori dei due partiti sia tra fazioni contrapposte all’interno dello stesso partito. Il presidente Mugabe ha fatto diversi appelli negli ultimi giorni sia contro la violenza tra partiti che contro quella interna ai partiti. A febbraio, il figlio di 12 anni di un politico del MDC è morto in un incendio doloso. Martedì la casa di un politico del Zanu-PF è stata incendiata, mentre una troupe della BBC è stata malmenata durante un attacco ad alcuni politici del MDC.