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  • Mercoledì 20 febbraio 2013

Le foto dello sciopero generale in Grecia

60mila persone hanno manifestato contro l'austerità, ci sono stati scontri ad Atene

Greek workers march on February 20, 2013 during a 24-hour-general strike in central Athens. Thousands of Greeks joined new anti-austerity protests on February 20, causing massive disruption to flights, ferries and hospital services in the debt-ridden country's first general strike this year. About 15,000 protesters took part in a Communist-organised demonstration in Athens and 20,000 more joined protests organised by other unions, according to police figures. AFP PHOTO / LOUISA GOULIAMAKI (Photo credit should read LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)
Greek workers march on February 20, 2013 during a 24-hour-general strike in central Athens. Thousands of Greeks joined new anti-austerity protests on February 20, causing massive disruption to flights, ferries and hospital services in the debt-ridden country's first general strike this year. About 15,000 protesters took part in a Communist-organised demonstration in Athens and 20,000 more joined protests organised by other unions, according to police figures. AFP PHOTO / LOUISA GOULIAMAKI (Photo credit should read LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Mercoledì 20 febbraio è iniziato in Grecia uno sciopero generale di 24 ore, il primo di queste dimensioni dall’inizio dell’anno. Più di 60mila persone hanno partecipato a cortei organizzati in molte città, per protestare contro la politica di austerità che il governo continua a perseguire dal 2009, allo scopo di ottenere i prestiti internazionali senza i quali il paese sarebbe già fallito.

Secondo il quotidiano greco Khatimerini, lo sciopero ha bloccato i traghetti nei porti, ha provocato la chiusura delle scuole e ha costretto gli ospedali a lavorare con un personale molto limitato, sufficiente solo a gestire le emergenze. Allo sciopero hanno aderito gli impiegati statali, i lavoratori dell’erario e delle dogane, i lavoratori delle Autonomie locali, i liberi professionisti e i commercianti. Le manifestazioni più importanti si sono tenute ad Atene. Nella piazza centrale Syntagma, alcuni manifestanti con il volto coperto hanno lanciato bottiglie molotov contro i 3000 agenti di polizia, che hanno risposto con cariche e lacrimogeni. Nel centro della città sono state danneggiate molte vetrine, e alcuni manifestanti hanno cercato di prendere d’assalto alcuni hotel. Gli scontri più violenti sono durati circa mezz’ora, e la polizia ha dichiarato di avere arrestato 120 persone.

Lo sciopero è stato convocato dai due maggiori sindacati della Grecia, che rappresentano circa due milioni e mezzo di lavoratori. Ilias Iliopoulos, il segretario generale del sindacato ADEDY (che fa riferimento al settore pubblico), ha dichiarato: “Lo sciopero di oggi contesta l’accordo di salvataggio e coloro che hanno approfittato delle persone per portare solo miseria”. L’ADEDY ha organizzato lo sciopero di oggi insieme a un altro sindacato, il GSEE, che fa riferimento però ai lavoratori del settore privato.

Dallo scoppio della crisi del debito greco, i sindacati hanno convocato diversi scioperi per contestare la decisione da parte dei governi che si sono succeduti di adottare misure di austerità. In particolare fu molto ripreso dalla stampa internazionale lo sciopero che coinvolse i dipendenti della società di trasporti che gestisce la metropolitana di Atene: a partire da giovedì 17 gennaio 2013 e per diversi giorni, la capitale greca rimase paralizzata dalla sospensione dei servizi di trasporto metropolitano. In quell’occasione le autorità del paese vararono alcune misure di emergenza, minacciando di arrestare le persone in sciopero se non avessero interrotto la protesta. Il malcontento della popolazione è cresciuto anche a causa di reazioni molto dure da parte delle autorità del paese: il governo ha fatto ricorso più di una volta a una serie di leggi speciali, utilizzate molto di rado dalla caduta della dittatura militare nei primi anni Settanta.

Il governo di coalizione guidato dal primo ministro Antonis Samaras, in carica da otto mesi, ha cercato fin dal principio del suo mandato di soddisfare le richieste dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale sull’adozione di diverse misure di austerità. La Grecia è stata salvata due volte dalla cosiddetta troika (Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale), con dei prestiti di oltre 200 miliardi di euro. Secondo alcuni commentatori, proprio l’ultimo degli accordi tra il governo e i paesi dell’euro e il FMI aveva fatto sì che si creassero molte aspettative di miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. L’accordo, raggiunto alla fine del novembre 2012, prevedeva il pagamento di altri 44,6 miliardi di dollari di euro per evitare il fallimento del paese. Tra pochi giorni sono previsti ad Atene nuovi colloqui per definire ulteriori dettagli del piano di salvataggio della Grecia.