La lettera di Giorgio Napolitano a Daniel Barenboim

Il presidente della Repubblica spiega perchè non sarà alla prima della Scala di Milano il prossimo 7 dicembre

(From L) Italy’s first lady Clio Napolitano, President Giorgio Napolitano, Milan’s mayor Giuliano Pisapia, Prime Minister Mario Monti and wife Elsa take place to attend Don Giovanni, opening the 2011-2012 season of La Scala opera house on December 7, 2011 in Milan. Mozart’s Don Giovanni is conducted by the new musical director of La Scala, Israeli-Canadian Daniel Barenboim and staged by Canadian Robert Carsen. AFP PHOTO / GIUSEPPE ARESU (Photo credit should read GIUSEPPE ARESU/AFP/Getty Images)

(From L) Italy’s first lady Clio Napolitano, President Giorgio Napolitano, Milan’s mayor Giuliano Pisapia, Prime Minister Mario Monti and wife Elsa take place to attend Don Giovanni, opening the 2011-2012 season of La Scala opera house on December 7, 2011 in Milan. Mozart’s Don Giovanni is conducted by the new musical director of La Scala, Israeli-Canadian Daniel Barenboim and staged by Canadian Robert Carsen. AFP PHOTO / GIUSEPPE ARESU (Photo credit should read GIUSEPPE ARESU/AFP/Getty Images)

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera al direttore d’orchestra Daniel Barenboim nella quale spiega perché non potrà assistere alla prima del Lohengrin di Wagner che il 7 dicembre inaugurerà la stagione operistica 2012-2013 del Teatro alla Scala di Milano. Napolitano ha chiarito che non assisterà all’opera per “impegni istituzionali”, evitando ogni polemica circa la decisione di mettere in scena un’opera del tedesco Richard Wagner in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (quest’anno è anche il bicentenario della nascita di Wagner).

“Caro Maestro Barenboim,

la prima della Scala cade quest’anno in un momento cruciale – dal punto di vista degli impegni istituzionali che mi trattengono a Roma – per l’avvicinarsi delle scadenze conclusive della legislatura parlamentare e del mio mandato presidenziale.
Sono queste le sole motivazioni della rinuncia, da parte mia, ad assistere alla rappresentazione del Lohengrin di Wagner da lei diretto. Nel ringraziare lei, il Sovrintendente e il Sindaco di Milano per l’invito rivoltomi, e nel rivolgerle i più sinceri auguri di successo, che la prego di estendere a tutta l’orchestra, agli interpreti, a quanti hanno collaborato a ogni titolo all’allestimento dello spettacolo e al personale del Teatro, desidero aggiungere un breve commento, volto a fugare arbitrarie allusioni che sono circolate circa mie presunte riserve sulla scelta dell’opera wagneriana per la inaugurazione della stagione.

Il programma della stagione della Scala prevede, nella fase immediatamente successiva, la messa in scena di numerose opere verdiane. Ma al di là di questo dato certamente significativo, considero del tutto futile qualsiasi polemica sull’ordine di priorità tra celebrazioni per gli anniversari wagneriani e verdiani, e piuttosto patetico il riesumare (perfino, vagamente, in chiave di antagonismi nazionali) contrapposizioni che infiammarono nella secondo metà dell’Ottocento amatori e sostenitori dell’arte di Wagner e dell’arte di Verdi. Quei due grandissimi della musica del XIX secolo appartengono entrambi alla storia della cultura e della creatività europea, e non possono non avere entrambi un posto d’onore nei programmi delle stagioni d’opera dei maggiori teatri italiani.

Caro Maestro, ricordo ancora con emozione di aver assistito alla rappresentazione del Lohengrin la sera del 7 dicembre 1981, in un magnifico Teatro La Scala nel quale sedeva, in platea, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L’opera torna dunque a Milano per Sant’Ambrogio dopo 30 anni: e allora, buon ritorno, buona prima!”

Roma, 2 dicembre 2012

Barenboim ha risposto così al presidente Napolitano:

“Signor Presidente, La ringrazio di cuore per la Sua gentilissima lettera. Mi rattrista apprendere che non potra’ essere con noi, come negli anni passati, in occasione della serata che inagura la nuova Stagione il prossimo 7 dicembre. Nessuno meglio di Lei, Signor Presidente, avrebbe potuto trovare parole piu’ corrette per descrivere quello che definisce una ‘futile polemica’, non solo per il Suo ruolo istituzionale, ma soprattutto per l’alto profilo etico che guida ogni Suo atto. L’autorita’ morale non si acquisisce, la si possiede oppure no. Sono felice e onorato di incontrarLa presto a Roma. Con i miei piu’ vivi sentimenti di stima e gratitudine.”

I 70 anni di Barenboim, ebreo wagneriano, di Filippo Facci