Bersaniani dentro, Renziani ora

Enrico Sola spiega le ragioni di chi si sente molto "di sinistra" e diverso da Renzi, ma lo voterà "per osare"

Enrico Sola, che lavora in pubblicità a Milano e ha un blog longevo e popolare da dieci anni, ha scritto una lunga riflessione sulle ragioni per cui molte persone che si sentono più di sinistra di Matteo Renzi andranno a votare per Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra.

Faccio subito coming out: io sono bersaniano. Ma proprio tanto.

Perché Bersani le ha tutte: ha un’età e un’esperienza politica e amministrativa tale da garantire competenza senza avere addosso troppo vecchiume, ha una storia politica affine alla mia, cioè è un ex comunista diventato sinceramente democratico con venature liberaleggianti ed è pure un esempio perfetto di “modello emiliano” con cui credo di avervi assillato negli ultimi vent’anni circa (scusatemi), peraltro avendo ragione.

Insomma, Pierluigi Bersani mi piace da morire come persona, come politico, come amministratore.
Dirò di più: Bersani mi rappresenta. Mi riconosco in lui e tra tutti i candidati alle Primarie è quello nei fatti più affine a quello che sono per storia, educazione, valori.
Ogni volta che guardo quell’immagine un po’ ingrata in cui lui è lì che si beve una birretta da solo (mentre pranza e lavora, perché quelli come noi sono degli stakanovisti quando si tratta di militare) mi viene voglia di pagargli un secondo giro e tenergli compagnia: la conversazione sarebbe di sicuro deliziosa.

Non ho problemi ad ammetterlo: Bersani sarebbe un perfetto leader di un centrosinistra di chiara matrice socialdemocratica. Nel 1992.

[Il post prosegue per altre 11 pagine di Word (sì, l’ho scritto in Word, sono un romantico a Milano), peraltro senza figure. Quindi o vi fermate qui o vi sincerate di avere un sacco di tempo e di pazienza a vostra disposizione. Se siete dei don Ferrante e il tempo non vi manca, proseguite oltre.] Oppure scaricate il post in PDF e ve lo leggete come più vi aggrada, qui.

Il problema è che vent’anni dopo il 1992, il centrosinistra e soprattutto il paese non hanno bisogno di una coalizione di scuola socialisteggiante, pur avendo bisogno di sinistra.

E le Primarie – e in generale le elezioni – non sono un contest in cui voti il candidato che ti assomiglia di più o ti sta più simpatico, ma quelle in cui il buon senso impone di votare chi propone le soluzioni migliori per risolvere i problemi di tutti.

Questo è un post in cui provo a spiegare perché alle Primarie voterò per Matteo Renzi e per le idee e il modello di sinistra e di paese di cui si fa promotore.

Provo a ragionare pubblicamente e a raccontarmi, perché confesso che per un bersaniano naturale come me la scelta non è stata facile e prevede un bel po’ di passaggi, che tra l’altro hanno a che fare con boh “quel sentimento di percezione che si ha di se stessi e non si abbandona mai” (quasi di certo c’è una parola tedesca che lo riassume)

Ecco, quindi, un po’ di punti su cui mi sono trovato a riflettere. Iniziano tutti, tranne le conclusioni, con “Nel 2012”, perché il punto è anche un po’ quello.

(continua a leggere sul blog di Enrico Sola)