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  • Martedì 21 agosto 2012

Rifugiati in ambasciata

Dieci storie di persone che hanno vissuto dentro una sede diplomatica per giorni, mesi, anni e anche decenni, Assange compreso

di Arianna Cavallo

Shown in photo is Jozsef Cardinal Mindszenty Primat of Hungary, 1946 (AP Photo)
Shown in photo is Jozsef Cardinal Mindszenty Primat of Hungary, 1946 (AP Photo)

Il 16 agosto il governo dell’Ecuador ha concesso l’asilo diplomatico al fondatore di WikiLeaks Julian Assange, che è rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra dallo scorso 19 giugno per evitare l’estradizione in Svezia, dov’è accusato di stupro e molestie sessuali. La decisione dell’Ecuador ha provocato le proteste delle autorità svedesi, mentre il Regno Unito ha confermato il “dovere vincolante” di arrestarlo. E quindi Assange per il momento è chiuso nell’ambasciata dell’Ecuador, da cui non può uscire.

Quello di Assange non è il primo caso di personaggi che hanno vissuto a lungo nelle ambasciate straniere, cui è garantita l’extraterritorialità dalla Convenzione di Vienna del 1961. Il caso più celebre è quello del cardinale cattolico ungherese Jozesf Mindszenty, che passò 15 anni nell’ambasciata statunitense a Budapest, ma ci sono altre storie interessanti, alcune terribili, altre affascinanti, altre tutte e due.

Sei miti da sfatare sul caso Assange