Le discariche dei pianoforti

Sempre più persone preferiscono disfarsi dei vecchi strumenti, dato che ripararli è sempre meno conveniente

Negli ultimi tempi si distruggono sempre più pianoforti. Le ragioni di questo fenomeno sono diverse, ma tutte girano attorno al fatto che il valore dei pianoforti usati – sopratutto quelli verticali – è diminuito tantissimo, mentre il prezzo delle riparazioni e dei trasporti è rimasto elevato. In molti casi, quindi, riparare un vecchio pianoforte si rivela essere meno conveniente che acquistarne uno nuovo.

Paesi come la Cina hanno migliorato la qualità degli strumenti prodotti pur mantenendo prezzi piuttosto bassi, anche sotto i 2500 euro. C’è poi la concorrenza dei pianoforti digitali e delle tastiere portatili, che sono disponibili in molte fasce di qualità e prezzo. Il numero dei pianoforti usati che viene demolito nelle discariche è in continuo aumento: le aziende che si occupano di trasportarli sono diventate esperte nello smontarli, selezionare i pezzi che possono rivendere ai musicisti, e spesso trasformare il resto in legna da ardere. Daniel Wakin racconta sul New York Times le ragioni economiche e i cambiamenti culturali che hanno portato alla svalutazione dei vecchi pianoforti e le reazioni solitamente provocate dalla loro distruzione.

Uno dei motivi principali della svalutazione dei pianoforti è l’alto costo della manutenzione e delle riparazioni. I pianoforti sono costituiti da migliaia di pezzi regolati da delicati ingranaggi: le riparazioni richiedono molto tempo e devono venire realizzate da artigiani specializzati, sempre più difficili da trovare. «Invece di spendere centinaia di migliaia di dollari per riparare un vecchio pianoforte, ne puoi comprare uno nuovo fatto in Cina che è comunque buono, oppure acquistarne uno digitale che non ha bisogno di venire accordato e ha tutti gli accrocchi per l’accompagnamento», spiega Larry Fine, direttore di Acoustic Camp Digital Piano Buyer, considerata la migliore guida su come acquistare un pianoforte. La gran quantità di pianoforti usati in vendita online ha contribuito a diminuire ulteriormente i prezzi e renderne difficoltosa la vendita. Anche l’alto costo dei trasporti fa sì che i proprietari – che in molti casi hanno a che fare con un pianoforte ereditato dai parenti – preferiscano abbandonarlo anziché regalarlo. Senza contare che scuole, chiese o altre fondazioni spesso non hanno spazio o mezzi sufficienti per accettarne uno.

Un altro problema è l’alta età dei pianoforti distrutti, che in molti casi stanno cadendo a pezzi. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, prima della diffusione della radio e dei dischi, i pianoforti erano la principale fonte di musica e di intrattenimento per le famiglie: negli Stati Uniti non c’era casa borghese e delle classe media che non avesse il suo pianoforte. Dal 1900 al 1930 – l’età d’oro della produzione di pianoforti – le industrie americane ne costruirono milioni. Secondo la National Piano Manufacturers Association il 1910 fu l’anno in cui negli Stati Uniti vennero venduti più pianoforti di sempre: 365 mila. Stando ai dati della rivista Music Trades, nel 2011 ne sono stati venduti 41 mila – oltre a 120 mila pianoforti digitali e 1,1 milione di tastiere. Secondo gli esperti la vita media di un pianoforte è di ottant’anni e questo significa che molti degli strumenti che si trovano ora in circolazione sono ormai giunti alla fine.

Gli esperti attribuiscono la crisi dei pianoforti anche ad altri fattori, come per esempio i tagli pubblici all’istruzione musicale, la concorrenza di molte altre attività rispetto a suonare uno strumento e persino la crisi del mercato immobiliare. Tutti sono comunque d’accordo sul fatto che ci sia un aumento dei pianoforti destinati alle discariche.

O’Mara Meehan Piano Movers è una ditta di trasporti di Philadelphia, fondata nel 1874 dal bisnonno degli attuali proprietari, i fratelli Bryan e Charles O’Mara. Bryan O’Mara ha spiegato a Wakin che ogni mese demolisce in una discarica tra i cinque e i dieci pianoforti. La scorsa settimana ne ha distrutti sei verticali e quattro orizzontali, quasi tutti provenienti da scuole della città e uno da una casa di riposo. Il costo per il trasporto è stato di 150 dollari per pianoforte mentre O’Mara ha pagato alla discarica 233 dollari in tutto per poterli abbandonare. Successivamente un’azienda di riciclaggio raccoglierà i detriti per separare il legno dal metallo. Wakin ha parlato anche con Carl Demler, proprietario di una ditta che si occupa di restaurare, affittare, trasportare e rivendere pianoforti a New York. Demler ha un enorme magazzino nel Bronx con decine di pianoforti in attesa di essere portati in discarica. D’inverno invece vengono fatti a pezzi e bruciati per riscaldare il magazzino.

La distruzione dei pianoforti provoca spesso reazioni scandalizzate e indignate. «È il pezzo di arredamento più carico di valore emotivo che ci sia», sostiene Martha Taylor, una restauratrice di pianoforti verticali a Portland, in Oregon. «È davvero difficile dover dire a una persona: “Hai seppellito tua nonna. Ora devi seppellire il suo pianoforte”». Un video pubblicato qualche anno fa su YouTube mostra un’azienda abbandonare pianoforti in una discarica, e ha ricevuto commenti molto accesi: lo definiscono un crimine, una barbarie, un orrore. Il video è stato pubblicato da Brian Goodwin, proprietario di un’azienda di trasporto di pianoforti. Goodwin spiega che quando va a ritirare i proprietari gli chiedono dove andrà a finire, se verrà regalato a una fondazione o a una scuola: «L’ultima cosa che vogliono sentirsi dire è che verrà abbandonato in una discarica». Per questo motivo ha avuto l’idea di aprire il sito Piano Adoption, dove le persone che vogliono liberarsi del loro pianoforte possono pubblicare foto e video mentre altre possono riceverlo gratuitamente a patto di sobbarcarsi le spese di trasporto.