Cinque uomini e una atomica

La storia e il video dei militari volontari che nel 1957 si sottoposero a un'esplosione nucleare (e del non volontario)

Il 19 luglio del 1957 cinque uomini si misero volontariamente sotto una bomba atomica, che fu fatta esplodere ad alcune migliaia di metri sopra le loro teste. All’esperimento partecipò anche un cameraman, che non era un volontario, e che riprese tutta la scena. Il filmato del test, che fu svolto dall’esercito degli Stati Uniti nel deserto del Nevada, esiste ancora ed è particolarmente impressionante.

Nel video si vedono i cinque uomini dietro a un cartello con la scritta “Ground Zero – Population 5” in attesa del passaggio dell’aereo che lancerà il missile atomico. Alcuni secondi dopo è visibile un intenso bagliore nel cielo dovuto all’esplosione, avvenuta a 5.600 metri, seguito dal rumore dell’onda d’urto. Uno degli uomini ha gli occhiali da sole e alza lo sguardo al cielo per guardare direttamente l’effetto di una testata da 2 chilotoni (un chilotone equivale a mille tonnellate di tritolo) che esplode in aria. Il filmato è accompagnato da una registrazione audio in cui vengono descritte con entusiasmo le varie fasi del test. Dopo l’esplosione il commentatore dice: “È successo! Il terreno sta vibrando. È pazzesco! Direttamente sulle nostre teste!”.

Come spiega Robert Krulwich sul sito di NPR, la radio pubblica statunitense, il filmato fu registrato dalla United States Air Force (USAF, l’aeronautica militare statunitense) per dimostrare il relativo livello di sicurezza di un possibile scontro bellico con armi nucleari nell’atmosfera. Erano gli anni della Guerra Fredda e gli Stati Uniti volevano spiegare alla popolazione che non c’era da farsi prendere dalla psicosi per il nucleare: entro certi limiti, i possibili scontri in cielo con armi atomiche erano sicuri, almeno per chi stava al suolo.

Le persone che si vedono nel filmato sono due colonnelli, due maggiori e un altro ufficiale. Davanti a loro, dietro la cinepresa, c’è George Yoshitake, l’unica persona che non aveva scelto volontariamente di partecipare al test. Insieme con lo storico della scienza Alex Wellerstein, Krulwich ha condotto alcune ricerche per capire che fine fecero i sei protagonisti del test atomico negli anni seguenti. È riuscito a ricostruire la lista con i loro nomi:

– colonnello Sidney Bruce;
– tenente colonnello Frank P. Ball;
– maggiore Norman “Bodie” Bodinger;
– maggiore John Hughes;
– Don Lutrel;
– George Yoshitake (il cameraman, che non si vede nel filmato).

Yoshitake fu intervistato per l’ultima volta nel 2010 per un articolo del New York Times sulle persone che negli anni della Guerra fredda avevano il compito di documentare, fotografare e filmare gli esperimenti atomici. Spiegò che alcuni dei suoi colleghi morirono di cancro “dovuto senza dubbio ai test”. Yoshitake dovrebbe essere ancora vivo e ha 84 anni.

Per gli altri cinque è stato più complicato ricostruire qualcosa sulle loro vite, perché potrebbero esserci casi di omonimia. Bruce è morto nel 2005 a 86 anni, mentre Ball nel 2003 a 83 anni, quindi (ammesso si tratti delle persone giuste) non ebbero particolari problemi di salute almeno legati al test atomico. Hughes è morto nel 1990 a 71 anni, su Bodinger non ci sono informazioni affidabili e Lutrel dovrebbe essere in realtà Donald D. Luttrel, morto nel 1987 a 63 anni.

(Album di bombe atomiche: storia fotografica delle esplosioni nucleari)

Come spiega Wellerstein, basarsi sul destino di queste sole sei persone per farsi un’idea degli effetti dei test atomici condotti durante la Guerra fredda sarebbe fuorviante. Molte persone che parteciparono agli esperimenti nel siti atomici del Nevada si ammalarono di cancro nel corso degli anni. Il governo degli Stati Uniti mise successivamente a disposizione un fondo di 150 milioni di dollari per risarcire circa duemila partecipanti ai test, a vario titolo.

Nel caso dell’esperimento mostrato nel filmato, i cinque volontari e il cameraman erano tutto sommato in una posizione abbastanza sicura. La testata atomica non era molto potente e fu fatta esplodere molto molto al di sopra delle loro teste. A quelle condizioni era praticamente impossibile l’essere esposti alle radiazioni nei momenti immediatamente dopo l’esplosione. Il problema riguardava, semmai, le persone che abitavano ad alcune decine di chilometri di distanza dall’area dei test. Nel corso degli anni furono esposte a venti più o meno radioattivi a seconda dei casi. Si stima che almeno 16mila persone furono risarcite dal governo degli Stati Uniti per le malattie probabilmente connesse agli esperimenti nucleari.