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  • Lunedì 9 luglio 2012

Il primo anno del Sud Sudan

Il Paese festeggia l'indipendenza dal Sudan, proclamata il 9 luglio 2011, ma in mezzo a un sacco di guai

A man rides a motorbike with a South Sudanese flag during celebrations in the streets of Juba ahead of South Sudan's independence first anniversary, on July 8, 2012. AFP PHOTO / Giulio Petrocco (Photo credit should read Giulio Petrocco/AFP/GettyImages)
A man rides a motorbike with a South Sudanese flag during celebrations in the streets of Juba ahead of South Sudan's independence first anniversary, on July 8, 2012. AFP PHOTO / Giulio Petrocco (Photo credit should read Giulio Petrocco/AFP/GettyImages)

Oggi il Sud Sudan festeggia il primo anno di indipendenza dal Sudan: venne sancita il 9 luglio 2011 dopo un referendum in cui il 99 per cento dei votanti si era detto favorevole alla secessione. Il Sud Sudan è il paese più giovane al mondo, nato dopo una guerra civile con il nord durata dal 1983 al 2005 che ha causato due milioni di morti. Nel 2005 vennero firmati gli accordi di pace tra il governo di Khartoum e l’esercito di liberazione del Sudan che garantivano, tra le altre cose, un referendum sull’indipendenza.

(È nato il Sud Sudan, le foto dei festeggiamenti)

Il Sud Sudan ha territori fertili e soprattutto molte riserve petrolifere ma è un paese molto povero: deve ancora riprendersi dalla lunga guerra civile e dalla totale assenza di investimenti e sostegno da parte del governo centrale di Khartoum. A un anno dall’indipendenza il paese, guidato dal presidente Salva Kiir, non è riuscito a risolvere gran parte dei suoi problemi. La povertà e la corruzione del governo e dell’amministrazione sono problemi molto gravi, tre persone su quattro sono analfabete, c’è un unico ospedale per circa otto milioni di abitanti, la percentuale di mortalità legata al parto è tra le più alte dell’Africa e ci sono solo 300 chilometri di strade asfaltate, pur essendo il territorio vasto quanto la Francia. I rapporti con il Sudan sono ancora difficili e potrebbe scoppiare un conflitto in ogni momento: in particolare i due Paesi litigano sulla spartizione della ricca regione petrolifera Abyei, che si trova al confine tra i due stati. Gli scontri – che si sono intensificati in aprile – hanno bloccato gran parte della produzione di petrolio in Sud Sudan, provocando una nuova crisi economica e facendo aumentare i prezzi del cibo e del carburante.

(I bombardamenti del Sudan ad Abyei)

Inoltre il governo del Sud Sudan – dominato dalle etnie Nuer e Dinka – dovrà combattere i ribelli separatisti, la frammentazione tribale della società e creare uno stato inclusivo nei confronti delle altre minoranze etniche. Dovrà anche decidere se attribuire la cittadinanza ai nomadi che abitualmente si spostano da nord a sud nell’arco dell’anno, combattere i militanti islamisti – il Sud Sudan è a maggioranza animista e cristiana contrariamente al nord islamista – e gestire i conflitti tra le tribù nomadi. Tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 il governo non è stato infatti in grado di affrontare una guerra tribale che ha ucciso 900 persone: l’esercito è stato criticato duramente anche dalle Nazioni Unite per non essere stato in grado di difendere i civili.

Facce e storie del Sud Sudan