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  • Venerdì 8 giugno 2012

Gli insulti razzisti contro l’Olanda

Durante un allenamento a Cracovia ci sono stati insulti contro i giocatori neri, episodio che conferma il problema del razzismo nei paesi sede degli Europei

Durante un allenamento in Polonia della nazionale olandese di calcio, mercoledì 6 giugno, ai giocatori neri sono stati rivolti insulti razzisti da parte di alcune centinaia di tifosi. L’allenamento era aperto al pubblico (erano presenti 25.000 persone) e si teneva allo Stadion Miejski, lo stadio di casa del Wisla Krakow. A Cracovia hanno sede la nazionale olandese, britannica e italiana.

(La scheda del Post sulla nazionale olandese)

Il capitano Mark Van Bommel, che ha criticato pesantemente l’accaduto nelle ore successive, ha deciso insieme ai suoi compagni di squadra di spostare la zona di allenamento dall’altra parte del campo rispetto a dove si trovavano i tifosi responsabili delle grida razziste. L’episodio è successo all’inizio della sessione di allenamento, quando i giocatori hanno iniziato a correre intorno al campo per riscaldarsi. Al secondo giro di campo le grida si sono ripetute e i giocatori hanno interrotto la corsa.

Mark Van Bommel, 35 anni, centrocampista del PSV Eindhoven, ha dichiarato: “È una vera vergogna essere messi di fronte a questo, specialmente dopo essere tornati da Auschwitz [dove la nazionale è andata in visita mercoledì]. Ne parleremo con la UEFA e se succederà a una partita parleremo con l’arbitro e chiederemo di essere portati fuori dal campo”. Altre dichiarazioni molto dure contro l’accaduto sono arrivate dall’allenatore dell’Olanda Bert van Marwijk.

L’UEFA ha dichiarato che non ha in programma di aprire un’indagine sull’accaduto e ha cercato di ridimensionare il fatto, dicendo che le proteste degli spettatori all’allenamento erano motivate dal fatto che nessuna partita degli Europei si giocherà a Cracovia.

(Tutte le maglie degli Europei)

Van Bommel ha reagito con molta durezza quando gli sono state riferite le ipotesi che nessun insulto sia stato motivato dal razzismo, dicendo: “Dovete aprire le orecchie, e se non li avete voluti sentire perché non li volete sentire, allora è anche peggio”. Poche ore dopo la prima dichiarazione ufficiale sull’accaduto, la UEFA ha ammesso che ci sono stati casi isolati di insulti razzisti e che prenderà provvedimenti se si ripeteranno episodi simili.

Il problema del razzismo in Ucraina e Polonia, e i potenziali rischi per il normale svolgimento dei campionati europei, è stato sottolineato da diversi mezzi di comunicazione nelle scorse settimane. In particolare, un documentario di BBC Panorama mandato in onda pochi giorni fa ha mostrato gli elementi razzisti nelle tifoserie delle due principali squadre di Cracovia, il Wisla e il Cracovia, oltre ad occuparsi del problema in Ucraina. I familiari di due giocatori neri della nazionale inglese, Alex Oxlade-Chamberlain e Theo Walcott, hanno deciso di non trasferirsi nei paesi sede degli Europei a causa del problema del razzismo.

Le autorità polacche, scrive il Guardian, stanno prendendo iniziative per allontanare i sospetti che il razzismo sia un problema nel paese. Il primo ministro polacco Donald Tusk si è recato ieri in visita (accompagnato da operatori televisivi e rappresentanti della stampa) nella città di Lodz, per cenare con il primo parlamentare nero eletto in Polonia, John Godson, e la sua famiglia di origini nigeriane. Lo stesso Godson aveva criticato l’immagine del paese che veniva data nel documentario della BBC.

La pagina speciale del Post sugli Europei 2012

foto: AP Photo/Geert Vanden Wijngaert