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  • Mercoledì 6 giugno 2012

Il terremoto vicino Ravenna

La scossa in Romagna di magnitudo 4.5 ha causato qualche preoccupazione ma nessun danno, mentre in Emilia i morti ora sono 26

Alle 6:08 di questa mattina c’è stato un terremoto in mare a pochi chilometri di distanza da Ravenna e Cervia, in Emilia Romagna. La scossa di magnitudo 4.5 si è verificata a una profondità di 25,6 chilometri ed è stata avvertita in alcune zone del litorale romagnolo, nonostante fosse di moderata entità e originata a una notevole profondità. Il nuovo terremoto non ha causato danni: molte persone hanno telefonato ai Vigili del Fuoco e agli altri numeri di emergenza per avere notizie e consigli, senza richieste di intervento e di soccorso. La scossa è stata la più forte degli ultimi giorni nella regione, che dal 20 maggio scorso è soggetta a una intensa attività sismica che ha portato a terremoti di magnitudo 5.9 e 5.8 che hanno causato la morte di 26 persone, e il ferimento di almeno 350.

(10 risposte sul terremoto)

Il funzionario di sala sismica Francesco Mele, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha spiegato all’ANSA che il terremoto di questa mattina è stato generato da una faglia diversa, rispetto a quelle dei terremoti di cui stiamo parlando in questi giorni e che hanno interessato principalmente le province di Modena, Ferrara e in parte di Mantova, anche se la struttura geologica è la stessa. Mele ha detto che il nuovo evento sismico “è stato generato dalla struttura Malalbergo-Ravenna, che costituisce l’estremità più orientale dell’arco di Ferrara”, cioè la struttura geologica che ha originato i terremoti delle settimane scorse.

La scossa di questa mattina è stata avvertita lievemente nel modenese, soprattutto nei piani più alti delle case, mentre non ci sono state particolari segnalazioni da parte delle persone che dormono nei campi di accoglienza messi insieme dalla Protezione Civile e dalle autorità locali. Nelle ultime ore nella zona sono continuate le scosse, di entità lieve che non hanno causato particolari problemi. Nelle zone dove sono stati allestiti i campi per oggi è previsto bel tempo, cosa che riduce almeno in minima parte le difficoltà per le migliaia di sfollati, che non possono rientrare nelle loro case perché lesionate dal terremoto.

(L’abbattimento di un campanile a Poggio Renatico)

A Mirandola, uno dei comuni maggiormente colpiti dal terremoto, oggi ci sarà un incontro tra l’amministrazione locale e i commercianti della zona. C’è l’idea di realizzare un’area commerciale temporanea utilizzando alcuni moduli per consentire ai negozi che si trovavano nel centro storico di riaprire. In seguito ai crolli causati dal terremoto, l’area del centro è stata decretata zona rossa e non è quindi agibile per precauzione. Negli ultimi giorni commercianti e aziende hanno fatto richiesta di moduli per potervi trasferire temporaneamente le loro attività.

I terremoti del 20 e del 29 maggio hanno causato seri danni a numerosi impianti nei distretti industriali del modenese e del ferrarese. Alcune aziende hanno dovuto sospendere la produzione, mentre altre lavorano a ciclo ridotto e con numerose difficoltà. Per evitare che le imprese si trasferiscano in altre zone d’Italia, causando un serio danno per l’economia delle aree dove si sono verificate le scosse, la regione Emilia Romagna sta valutando la possibilità di concedere particolari aiuti alle società che si impegneranno a rimanere sul territorio. I problemi riguardano anche il settore agricolo. Ieri il sottosegretario all’Agricoltura, Franco Braga, ha visitato alcune aree del terremoto e oggi vedrà il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. I due discuteranno del possibile stanziamento di nuovi fondi per aiutare le aziende in difficoltà.

(Perché crollano i capannoni)

I responsabili delle amministrazioni locali proseguono, intanto, la valutazione dei danni nei loro comuni e nelle aree interessate dal terremoto. È un lavoro che prosegue da due settimane e che richiede tempo, perché in alcuni casi si sono rese necessarie nuove verifiche di stabilità in seguito alle altre scosse. La Regione segnala che nel complesso i comuni interessati dai terremoti sono stati 54 e che tra volontari e forze dell’ordine sono al lavoro circa 4500 persone per l’emergenza. Le scuole danneggiate sono 223, cosa che interessa più o meno indirettamente oltre 70mila studenti. In alcune zone, le amministrazioni hanno deciso di prolungare la sospensione dell’attività didattica fino alla fine della settimana, facendo di fatto terminare anticipatamente l’anno scolastico.

Ieri il numero dei morti a causa delle scosse del 20 e del 29 maggio è stato ufficialmente portato da 24 a 26 a causa della morte negli ultimi giorni di due persone, rimaste gravemente ferite a causa dei crolli. Sandra Gheradi di Cento (Ferrara) aveva 46 anni ed è morta dopo una settimana di coma, ricoverata presso l’ospedale Maggiore di Bologna. Era stata ferita dalla caduta di alcuni calcinacci mentre camminava per strada nella sua città lo scorso 29 maggio. All’ospedale di Baggiovara di Modena è morta Liviana Latini, aveva 65 anni ed era stata estratta viva dalle macerie della sua casa a Cavezzo dopo diverse ore di ricerca. Come spiega la Gazzetta di Modena «a questi due decessi vanno aggiunti anche quello di una signora di 85 anni che la notte del 20 maggio fuggendo da casa riportò la frattura del femore e di un’altra donna di Concordia che mentre si trasferiva in auto verso sud proprio per fuggire il continuo sciame sismico e per la paura di forti scosse è deceduta in un incidente all’altezza di Pescara».