• Italia
  • Mercoledì 6 giugno 2012

Un nuovo accusato per la bomba di Brindisi

Le agenzie di stampa sostengono che sarebbe in stato di fermo il proprietario di un deposito di carburanti di Lecce per la bomba che ha ucciso Melissa Bassi

EDS NOTE: GRAPHIC CONTENT - In this photo taken Saturday, May 19, and made available Monday, May 21, 2012, victims of the bomb blast at the "Francesca Morvillo Falcone" high school in Brindisi, Italy, receive first aid immediately after the explosion. Investigators had no firm clue Sunday of who was behind the attack and there was still no claim of responsibility a day after the crude device made up of gas cylinders exploded outside a mainly all-girls vocational school in the Adriatic port town of Brindisi, killing a 16-year-old student and wounding several others. (AP Photo/Massimo Guastella)
EDS NOTE: GRAPHIC CONTENT - In this photo taken Saturday, May 19, and made available Monday, May 21, 2012, victims of the bomb blast at the "Francesca Morvillo Falcone" high school in Brindisi, Italy, receive first aid immediately after the explosion. Investigators had no firm clue Sunday of who was behind the attack and there was still no claim of responsibility a day after the crude device made up of gas cylinders exploded outside a mainly all-girls vocational school in the Adriatic port town of Brindisi, killing a 16-year-old student and wounding several others. (AP Photo/Massimo Guastella)

Dopo un interrogatorio di nove ore alla presenza del procuratore di Lecce Cataldo Motta, da mercoledì sera un uomo si trova in stato di fermo per l’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi nel quale è morta Melissa Bassi: si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 anni, è di Copertino in provincia di Lecce ed è il proprietario di un deposito di carburanti agricoli. Le agenzie di stampa danno la notizia che l’uomo avrebbe confessato, ma non c’è ancora nessuna conferma ufficiale. La conferenza stampa inizialmente annunciata entro la mezzanotte di mercoledì dal procuratore capo di Lecce, è stata rimandata a domani mattina.

L’accusa nei confronti di Giovanni Vantaggiato sarebbe di strage aggravata con la finalità di terrorismo. Sarebbero principalmente due gli elementi che hanno indirizzato gli inquirenti sulle sue tracce: una somiglianza molto accentuata con l’uomo ripreso la mattina dell’esplosione dalle telecamere montate sul chiosco davanti alla scuola e le immagini dell’auto, una Fiat Punto, di proprietà di Giovanni Vantaggiato riprese dalle telecamere vicino alla scuola poco prima dell’esplosione.

Sul movente non ci sono ancora notizie precise: l’uomo avrebbe agito per vendetta o verso il preside Angelo Rampino che ha subito scartato questa possibilità o nei confronti della giustizia perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subìta, senza però riavere il denaro che aveva perso: l’obiettivo sarebbe dunque stato il tribunale che si trova a 200 metri dalla scuola.

La mattina di mercoledì, il capo della polizia Antonio Manganelli aveva affermato: «Non è opera né della mafia né degli anarcoinsurrezionalisti». E aveva spiegato che il giorno dell’esplosione «i detenuti della Sacra Corona Unita avevano fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo».