Come funziona il Vaticano

Chi fa le leggi? E chi giudica i cittadini? E che cosa dicono i Patti Lateranensi? Una guida per capire come vanno le cose in una monarchia assoluta elettiva

di Emanuele Menietti - @emenietti

Lo scorso venerdì 25 maggio l'”aiutante di camera” di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è stato arrestato dalle autorità vaticane con l’accusa di aver diffuso documenti riservati che riguardano le massime gerarchie ecclesiastiche. La notizia è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo, che sono tornati a occuparsi del Vaticano, dei suoi giochi di potere (veri o presunti che siano) e dell’attuale pontefice, ritenuto da diversi commentatori ormai incapace di mantenere il pieno controllo su quanto avviene tra le mura vaticane. Benché sia grande meno di mezzo chilometro quadrato, il Vaticano rappresenta centinaia di milioni di fedeli in tutto il mondo, che spesso ignorano come sia organizzato e come funzioni lo Stato dove vive il loro primo punto di riferimento, il papa. Abbiamo messo insieme una guida minima per farsi un’idea su cosa siano oggi lo Stato della Città del Vaticano e di riflesso la Santa Sede.

Stato della Città del Vaticano
È il più piccolo stato indipendente del mondo, ha una estensione di 0,44 chilometri quadrati e conta meno di mille abitanti. I suoi confini sono delineati dalle mura pontificie e in piazza San Pietro dalla fascia di travertino che è l’ideale prosecuzione delle due ali del colonnato del Bernini. Il Vaticano ha anche giurisdizione su alcuni altri territori esterni ai confini dello stato e che godono del diritto di “extraterritorialità”, un po’ come avviene con le ambasciate dei paesi in giro per il mondo. Lo Stato della Città del Vaticano, per come lo conosciamo oggi, è nato nel 1929 in seguito al Trattato Lateranense con l’Italia, che lo ha riconosciuto come Ente sovrano di diritto pubblico internazionale.

Storia
Il Vaticano ha naturalmente una storia molto più antica. Inizialmente la parola identificava un’area paludosa sulla riva destra del Tevere, compresa tra gli attuali ponti Milvio e Sisto. In epoca romana questa porzione di territorio subì diversi rimaneggiamenti e fu occupata da ville e giardini. Nei primi anni del 300 dopo Cristo, l’imperatore Costantino decise di far erigere una basilica sulla necropoli dove secondo la tradizione si trovava il corpo dell’apostolo Pietro. Cinque secoli dopo, Leone IV fece erigere le Mura – dette poi leonine – a protezione del colle Vaticano e della basilica di San Pietro, che aveva subito in precedenza diversi saccheggi. Nel corso dei secoli seguenti, i papi fecero costruire nuovi edifici nella zona, che rimase poi semi-abbandonata durante il lungo periodo di trasferimento del papato ad Avignone in Francia tra il 1309 e il 1377.

I lavori di ripristino durarono per oltre cinquant’anni e a metà Quattrocento si iniziò a discutere il problema della ricostruzione integrale di San Pietro. I cambiamenti più importanti e radicali furono avviati solo ai primi del Cinquencento durante il papato di Giulio II: fece abbattere la vecchia basilica in rovina, fece partire il cantiere della nuova San Pietro e avviò diversi lavori di risistemazione all’interno delle mura, fece arrivare a Roma Michelangelo e Raffaello per decorare la cappella Sistina e gli appartamenti vaticani. I lavori alla basilica furono completati nel diciassettesimo secolo, con la costruzione dell’attuale piazza San Pietro delimitata dai due colonnati del Bernini.

Dopo l’Unità
Per circa mille anni lo Stato della Chiesa controllò buona parte dell’Italia centrale, territorio sul quale i papi esercitavano il loro potere temporale come un comune sovrano. Il processo di unificazione dell’Italia portò alla progressiva perdita dei territori papali e nel 1870 alla conquista di Roma, con la breccia di Porta Pia. La dichiarazione di Roma capitale d’Italia sancì la fine del potere temporale dei papi. Il papa di allora, Pio IX, si ritrovò di fatto confinato entro le mura leonine e si dichiarò prigioniero in Vaticano dando luogo a una lunga contesa diplomatica – la cosiddetta Questione Romana – che si protrasse per 59 anni.

Patti Lateranensi
La Questione Romana fu risolta l’11 febbraio del 1929 con la sottoscrizione dei Patti Lateranensi, che si chiamano così perché furono firmati nel palazzo di San Giovanni in Laterano. L’accordo fu negoziato dal segretario di stato vaticano Pietro Gasparri e da Benito Mussolini, in veste di primo ministro dello stato italiano. I Patti erano costituiti da due documenti: un Trattato, che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano, e un Concordato, che regolava invece le relazioni civili e religiose tra la Chiesa e l’Italia. Il solo Concordato fu sottoposto a revisione nel 1984 per rimuovere la sua clausola che definiva religione di stato quella cattolica. Il nuovo Concordato, firmato dall’allora presidente del consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli, rendeva anche facoltativa l’ora di religione nelle scuole e istituiva il meccanismo dell’otto per mille per il finanziamento della Chiesa cattolica.

Piazza San Pietro ricade sotto la sovranità del vaticano, ma la gestione della sua sicurezza è di solito affidata alla Polizia italiana, attraverso il proprio Ispettorato di pubblica sicurezza “Vaticano”, che conta 150 agenti circa. La struttura si occupa anche della protezione del papa durante le sue visite sul territorio italiano. L’impegno della Polizia italiana è regolamentato sempre dai Patti Lateranensi.

Differenza tra Stato della Città del Vaticano e Santa Sede
La Santa Sede (Sede Apostolica) è la sede episcopale di Roma e fa capo al papa. La Santa Sede ha la sovranità sullo Stato della Città del Vaticano, che è quindi strettamente il territorio a Roma e i territori su cui vige la “extraterritorialità”. La Santa Sede, stando al Trattato, ha “piena proprietà esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana”. Lo Stato della Città del Vaticano ha una funzione limitata, tesa a sostenere la missione della Santa Sede. A definire la situazione giuridica della Santa Sede, dibattuta a lungo in Italia, ha pensato la Corte di Cassazione con una sentenza del 1979, stabilendo che in essa si concentra la rappresentanza della Chiesa cattolica e dello Stato della Città del Vaticano.

Ordinamento
Lo Stato della Citta del Vaticano è una monarchia assoluta elettiva. Il papa, che viene eletto nel conclave dai cardinali, detiene in pieno i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Per quanto riguarda la Santa Sede, l’azione di governo è gestita e coordinata dal cardinale segretario di Stato – attualmente è Tarcisio Bertone – che viene solitamente considerato come il primo ministro. Il suo incarico dura fino a quando è in carica il papa che lo ha nominato, salvo non decida di dimettersi. Presiede la Segreteria di Stato, l’organismo che insieme con il Papa guida la Chiesa e coordina i diversi uffici della Santa Sede (sezioni Affari generali) e i rapporti con gli altri stati (sezione Relazione con gli Stati).

Il Vaticano è regolamentato da un insieme di leggi raccolte nel “Codice di norme vaticane” e nelle “Leggi e disposizioni dello Stato della Città del Vaticano”. Queste norme stabiliscono, tra le altre cose, la suddivisione dei tre principali poteri per quanto riguarda lo Stato della Città del Vaticano, fermo restando il ruolo di sovrano assoluto del papa.

La Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano detiene il potere legislativo e amministra il Vaticano. Dura cinque anni ed è composta da un cardinale presidente e da altri cardinali, nominati direttamente dal papa. La Commissione è affiancata da un gruppo di consiglieri, nominati sempre dal papa. I progetti di legge vengono, invece, elaborati dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che detiene il potere esecutivo. È composto da un segretario generale, da un suo vice e dal Governatore, che è anche il presidente della Commissione.

Potere giudiziario
Il sistema giudiziario per quanto riguarda lo Stato della Città del Vaticano ricorda per diversi aspetti quello italiano. Il personale giudiziario viene nominato direttamente dal papa ed è a suo nome che agiscono il Tribunale di prima istanza, la Corte d’appello e la Corte di Cassazione. Il Tribunale esiste dal 1929 ed è composto da tre magistrati, da un presidente e da un notaro. Il secondo grado è gestito dalla Corte d’appello attraverso sei giudici (tre laici e tre ecclesiastici) e da un promotore di giustizia. È competente sia per le cause civili sia per quelle penali e si occupa anche di stabilire i risarcimenti danni. La Corte di cassazione è il tribunale di ultima istanza, suo presidente è il prefetto del tribunale della Segnatura Apostolica mentre gli altri suoi due membri sono designati all’inizio di ogni anno giudiziario.

Il sistema giudiziario della Santa Sede è costituito dai tribunali della Curia Romana. La Penitenzieria Apostolica è competente per le assoluzioni dei peccati, per le pene riservate alla Santa Sede, la commutazione dei voti e l’uso e la concessione delle indulgenze. Il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica è il tribunale supremo della Santa Sede. È diviso in due sezioni: la prima tratta le cause assegnate dal Codice di diritto canonico (l’insieme di provvedimenti che regolano il funzionamento della Chiesa cattolica), la seconda si occupa dei contenzioni in ambito amministrativo. Infine, c’è il Tribunale della Rota Romana (Sacra Rota), che oltre a essere un dicastero della Curia Romana agisce come tribunale ordinario della Santa Sede. In primo grado è competente nelle cause civili che coinvolgono vescovi o altre realtà dipendenti dalla Santa Sede. In secondo grado agisce nelle cause su cui si sono espressi i tribunali delle diocesi, e in terzo grado nelle cause già decise dagli stessi tribunali ma non ancora passate in giudicato.

La Città del Vaticano non riconosce i poteri della Corte internazionale di giustizia. Se un reato viene commesso in territorio vaticano e il suo autore fugge in Italia, la competenza passa alla giustizia italiana come stabilito dai Patti Lateranensi. La concessione di amnistie, indulti e condoni spetta al papa. La pena di morte è rimasta in vigore fino al 1969 ma non è stata mai applicata. Era prevista solo nel caso di assassinio del papa e fu abolita definitivamente nel 2001. Stando alle statistiche, un processo penale in Vaticano dura mediamente un anno. I procedimenti riguardano quasi sempre illeciti commessi dai 18 milioni di turisti che annualmente visitano lo Stato.