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  • Domenica 13 maggio 2012

Lo sciopero della fame dei detenuti palestinesi

Duemila persone chiedono condizioni migliori e la fine della contestata "detenzione amministrativa" nelle carceri israeliane

Palestinian prime minister Salam Fayyad (C-back) addresses demonstrators at a protest tent in the West Bank town of Bethlehem in solidarity with over 1,550 prisoners observing a hunger strike to demand better conditions in Israeli jails on May 12, 2012. The World Health Organisation urged Israel to give quick and suitable health care to Palestinian hunger strikers, including their transfer to civilian hospitals. AFP PHOTO/MUSA AL-SHAER (Photo credit should read
Palestinian prime minister Salam Fayyad (C-back) addresses demonstrators at a protest tent in the West Bank town of Bethlehem in solidarity with over 1,550 prisoners observing a hunger strike to demand better conditions in Israeli jails on May 12, 2012. The World Health Organisation urged Israel to give quick and suitable health care to Palestinian hunger strikers, including their transfer to civilian hospitals. AFP PHOTO/MUSA AL-SHAER (Photo credit should read

Circa duemila prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione delle carceri israeliane. La protesta è cominciata lo scorso 17 aprile e giorno dopo giorno i detenuti ribelli sono aumentati di numero.

I prigionieri protestano soprattutto contro la cosiddetta “detenzione amministrativa”, una procedura legale che permette a Israele di trattenere sospetti terroristi a tempo indeterminato e senza processo. Sarebbero circa 300 i palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane in base a questo sistema. Secondo l’organizzazione umanitaria israeliana Betselem, il numero dei detenuti amministrativi palestinesi è aumentato sensibilmente fra il 2011 e il 2012.

Nonostante continuino i negoziati tra i rappresentanti dei detenuti palestinesi e le autorità israeliane per giungere a un accordo, la protesta non si è fermata, anche perché lunedì scorso un tribunale israeliano ha respinto la richiesta di scarcerazione di due detenuti palestinesi, il 27enne Bilal Diab e il 33enne Tha’er Halahlah.

Diab e Halahlah sono in sciopero delle fame da 2 mesi e mezzo oramai e nonostante le loro condizioni sembrino gravi un giudice israeliano ha rifiutato di rilasciarli, in quanto i due costituirebbero ancora “un serio pericolo per la sicurezza di Israele”. Diab e Halahlah sono membri di “Jihad Islamico”, un movimento estremista palestinese che vuole la distruzione d’Israele, e sono stati arrestati rispettivamente 9 mesi fa e 22 mesi fa. Da allora, sono incarcerati mediante la “detenzione amministrativa”.

Oltre all’abolizione di questa procedura contestata, i detenuti palestinesi hanno altre richieste, tra cui la possibilità per i palestinesi della Striscia di Gaza di visitare i parenti detenuti nelle carceri israeliane, nonché la fine del regime di isolamento e delle perquisizioni notturne e “indecenti” (come le chiamano i palestinesi) da parte dei poliziotti israeliani. Inoltre, i detenuti chiedono cibo migliore e più accesso a televisione, libri e altri materiali di studio. Negli ultimi giorni ci sono state numerose manifestazioni popolari in loro favore nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

Non è la prima volta che i detenuti palestinesi nelle carceri israeliani iniziano uno sciopero della fame per rivendicare i propri diritti, ma stavolta un accordo con le autorità israeliane sembra vicino. Dopo la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, l’accesso a libri e testi per i detenuti palestinesi è stato incentivato nelle carceri israeliane, ma i punti più spinosi delle trattative restano la possibilità di visita dei familiari di Gaza e la fine del regime di isolamento, mentre per quanto riguarda la detenzione amministrativa una sua revoca da parte degli israeliani sembra al momento molto difficile. Complessivamente ci sono circa 4.500 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

foto: MUSA AL-SHAER/AFP/GettyImages