• Mondo
  • Venerdì 13 aprile 2012

Il golpe in Guinea Bissau

Il primo ministro e il presidente sono stati arrestati da alcuni reparti dell'esercito, tra due settimane è previsto il secondo turno delle elezioni

(FILES) A picture taken on March 19, 2012 shows residents going about their daly life on a street in Bissau. Guinea-Bissau's military on April 12, 2012 took control of the ruling party headquarters and national radio station as shots rang out in the streets of the capital, an AFP correspondent said. Other soldiers occupied the avenue where the residence of outgoing Prime Minister Carlos Gomes Junior is located, and rocket-propelled grenades were fired and shots could be heard on the street. AFP PHOTO/ ISSOUF SANOGO (Photo credit should read ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images)
(FILES) A picture taken on March 19, 2012 shows residents going about their daly life on a street in Bissau. Guinea-Bissau's military on April 12, 2012 took control of the ruling party headquarters and national radio station as shots rang out in the streets of the capital, an AFP correspondent said. Other soldiers occupied the avenue where the residence of outgoing Prime Minister Carlos Gomes Junior is located, and rocket-propelled grenades were fired and shots could be heard on the street. AFP PHOTO/ ISSOUF SANOGO (Photo credit should read ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images)

Il primo ministro della Guinea Bissau, Carlos Gomes Junior, è stato arrestato da un gruppo di soldati dell’esercito. Gomes il mese scorso aveva ottenuto il 49 per cento dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali ed è favorito per la rielezione. Sia un addetto stampa dell’esercito che la moglie hanno confermato che si trova in stato di detenzione, e nelle stesse condizioni c’è Raimundo Pereira, presidente del paese ad interim.

Durante la notte alcuni reparti dell’esercito hanno preso il controllo del centro della capitale, bloccando le vie di accesso alla zona che include la residenza del primo ministro, e hanno attaccato la sua residenza. Altri soldati, sempre nel centro della città, sarebbero scesi per le strade lanciando dei razzi. Non è ancora chiaro quale sarà l’evoluzione dell’atteggiamento dei militari, che finora non hanno diffuso comunicati o proclami né hanno costituito un governo provvisorio.

In Guinea Bissau, piccola nazione di un milione e mezzo di persone affacciata sull’Oceano Atlantico sulla costa occidentale dell’Africa, sono in corso le elezioni presidenziali, indette dopo che il presidente Malam Bacai Sanha era morto a gennaio per le complicazioni del diabete. Al primo turno, che si è svolto il 18 marzo, Carlos Gomes Junior ha ottenuto il 48,97 per cento dei voti mentre il suo principale avversario, Kumba Yala, il 23,26. Kumba Yala, dopo il risultato, nel corso di una conferenza stampa aveva chiesto il boicottaggio del voto al secondo turno (che si terrà il 29 aprile). Yala era già stato presidente del paese tra il 2000 e il 2003, quando venne deposto da un colpo di stato militare.

Dopo l’invito di Kumba Yala, le reazioni violente nel Paese erano prevedibili e sono iniziate le voci su un possibile colpo di stato. La storia di questa ex colonia portoghese, dopo l’indipendenza del 1974, è segnata infatti da una forte instabilità politica: il 2 marzo del 2009 era stato ucciso João Bernardo Vieira che aveva governato il paese per ventitré anni tra colpi di stato militari e guerre civili.

Il ripetersi della resa dei conti tra i militari e i governi eletti in Guinea Bissau ha a che fare con la gestione del traffico di droga in cui l’esercito è pesantemente coinvolto e sul quale pretenderebbe mano libera. Il grande problema del Paese è l’ampiezza dell’illegalità e della corruzione che ne hanno fatto il principale centro del traffico di cocaina proveniente dal Sudamerica e diretto verso l’Europa.

foto: ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images