Il carcere più affollato d’Italia

Il video girato da Antonio Crispino del Corriere nella prigione di Canton Mombello, a Brescia, dove il sovraffollamento è al 260 per cento

Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi la seconda puntata dell’inchiesta di Antonio Crispino sulle carceri italiane. Crispino è stato nel carcere di Canton Mombello, a Brescia: la prigione più sovraffollata d’Italia. Dovrebbe contenere 200 persone e invece ce ne stanno quasi 600, il triplo. La Costituzione italiana, all’articolo 27, stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. In teoria.

La Lombardia è la regione con il più alto numero di detenuti in Italia. Ce ne sono più di 9mila. Talmente tanti che spesso sono costretti a trasferirli nelle carceri del Sud. Per capire qual è la situazione andiamo nel carcere di Canton Mombello a Brescia. E’ una vecchia struttura di fine ‘800. Il sovraffollamento è al 260%. Ci dovrebbero essere 200 persone e invece ne sono affastellate quasi 600, il triplo. Non a caso è il più sovraffollato d’Italia.

Il direttore è una donna, Francesca Gioieni. E’ contenta che finalmente qualcuno vada a vedere in che condizioni sono. Ci spalanca le porte del carcere e ci consente di scattare una fotografia ancora più nitida e impressionante rispetto alla precedente puntata. La prima cella è piccola, saranno meno di 8 mq ma sembrano essere in pochi. Dall’esterno si vedono solo un ragazzo accanto alla cancellata e un altro steso su una branda. Quando entriamo escono fuori in cinque, non capiamo bene da dove. Si spingono uno accanto all’altro per stare in piedi. Ci accompagna il Garante dei diritti dei detenuti. Calcola che ognuno ha circa 50 cm di spazio per muoversi. Per la Corte di Giustizia Europea ci vogliono almeno 7 metri per ogni detenuto, altrimenti è tortura. La struttura del carcere è vecchia è inadeguata. Da anni si parla di un edificio più dignitoso.

«Solo parole» commenta laconica la Gioieni. «A ogni ispezione di politici, istituzioni, sindacati, rappresentiamo sempre gli stessi problemi ma non cambia mai niente. Ogni volta ci lasciano in queste condizioni». In «queste condizioni» significa che in ogni cella mediamente ci sono 14 detenuti. Ma non è il peggio che può capitare. Al primo piano, in una sola cella, ne sono ammassati 18. Un solo bagno. Chi proprio non riesce a trattenere i bisogni li fa in una bacinella che poi la pulisce nel lavabo. Un unico lavabo dove cucinano, si lavano e puliscono i bisogni, appunto. Si respira un’aria pestilenziale. Solo quando chiediamo di aprire un po’ le finestre ci accorgiamo che le brande dei letti sono arrivate fin sopra gli infissi. Non si possono aprire per far passare l’aria. Più andiamo avanti e più si assottigliano le differenze con un lager. Per andare alle docce bisogna passare un varco alto poco più di 1,60 mt. Spesso non c’è acqua calda. Solo in alcune celle ci sono i frigoriferi (un lusso per molte carceri) per conservare gli alimenti. Tutti gli altri li depositano in cassette di legno che appoggiano accanto al gabinetto per mancanza di spazio.

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Com’è fatto un carcere