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  • Domenica 4 marzo 2012

Gli investimenti militari della Cina

Nel 2012 supereranno per la prima volta i 100 miliardi di dollari, l'11 per cento in più rispetto all'anno precedente

Military police patrol outside the Great Hall of the People before the opening session at the 11th National Committee of the Chinese People's Political Consultative Conference (CPPCC) in Beijing on March 3, 2012. China's parliament, also called the National People's Congress (NPC), will open its last annual session under the current leadership on March 5, amid what analysts say may be a bitter power struggle to replace outgoing Communist Party rulers. AFP PHOTO / Mark RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)
Military police patrol outside the Great Hall of the People before the opening session at the 11th National Committee of the Chinese People's Political Consultative Conference (CPPCC) in Beijing on March 3, 2012. China's parliament, also called the National People's Congress (NPC), will open its last annual session under the current leadership on March 5, amid what analysts say may be a bitter power struggle to replace outgoing Communist Party rulers. AFP PHOTO / Mark RALSTON (Photo credit should read MARK RALSTON/AFP/Getty Images)

Nel 2012 le spese militari della Cina supereranno per la prima volta nella storia la soglia simbolica dei 100 miliardi dollari, con un aumento dell’11 per cento rispetto al 2011. Da qualche anno l’apparato militare cinese ha visto aumentare costantemente e considerevolmente gli investimenti (dai 78 miliardi di dollari del 2010 ai 106 miliardi di dollari previsti per quest’anno), fatto che secondo gli esperti aumenta potenzialmente la portata delle azioni militari cinesi oltre i propri confini nazionali.

Negli ultimi anni la Cina ha avviato un programma di rinnovamento delle proprie dotazioni militari, programmando l’acquisto e lo sviluppo di armi più moderne e sofisticate. Un prototipo di aereo stealth – difficile da rilevare con i radar – di progettazione cinese, per esempio, è stato testato per la prima volta l’anno scorso. Li Zhaoxing, un portavoce del regime cinese che ha risposto alle domande dei giornalisti, ha affermato che gli investimenti cinesi sono «ragionevoli e appropriati», aggiungendo che la Cina «resta fedele agli accordi internazionali e persegue una politica militare di natura completamente pacifica».

Ciò non toglie che negli ultimi anni la politica estera della Cina nella regione asiatica si sia fatta più aggressiva e pressante, soprattutto verso alcuni territori che sono da tempo oggetto di contesa con gli stati limitrofi. Nella porzione di Oceano Pacifico che si estende a sud dei territori cinesi, un’area ricca di petrolio, la Cina è coinvolta in una disputa con Filippine, Vietnam, Malesia e Brunei sul controllo di alcune piccole isole strategicamente importanti per il controllo dell’area e, di conseguenza, per l’estrazione e lo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Ma ad essere tesi sono anche i rapporti con l’India, a causa dell’area dell’Arunachal Pradesh, che i cinesi chiamano Tibet Meridionale, una regione del nord-est dell’India di cui la Cina rivendica da anni la proprietà.

Secondo le stime riportate dal Washington Post, se le spese militari cinesi continueranno ad aumentare negli anni a questo ritmo, nel 2015 arriveranno a superare, da sole, la totalità degli investimenti difensivi dei 12 paesi confinanti, tra i quali ci sono potenze militari come l’India, il Pakistan e la Russia, dotate da anni di armi nucleari. Alcuni di questi paesi limitrofi infatti – l’India, l’Indonesia e il Vietnam, per esempio – stanno aumentando le proprie spese militari di conseguenza, mentre stati come le Filippine hanno chiesto agli Stati Uniti di aumentare la loro presenza nell’Oceano Pacifico.

foto: MARK RALSTON/AFP/Getty Images