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  • Venerdì 24 febbraio 2012

I marinai italiani in India, a che punto siamo

È stata prolungata di sette giorni la custodia cautelare dei due militari del reggimento San Marco fermati in India e i tecnici italiani potranno essere presenti alla prova balistica

Latorre Massimiliano, left, and Salvatore Girone members of the security crew of an Italian cargo vessel, the Enrica Lexie, sit outside a government guest house where they are being questioned in Kochi, India, Wednesday, Feb. 22, 2012. The shooting deaths of two Indian fishermen mistaken for pirates sparked diplomatic wrangling Wednesday over the arrests of two Italian marines, and some maritime experts are questioning the use of armed guards on merchant ships. (AP Photo) INDIA OUT
Latorre Massimiliano, left, and Salvatore Girone members of the security crew of an Italian cargo vessel, the Enrica Lexie, sit outside a government guest house where they are being questioned in Kochi, India, Wednesday, Feb. 22, 2012. The shooting deaths of two Indian fishermen mistaken for pirates sparked diplomatic wrangling Wednesday over the arrests of two Italian marines, and some maritime experts are questioning the use of armed guards on merchant ships. (AP Photo) INDIA OUT

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari italiani del reggimento San Marco accusati di aver ucciso nel mar Arabico due pescatori indiani scambiati per “pirati”, non andranno in carcere. Lo ha deciso il giudice distrettuale di Kollam (nello stato del Kerala) che ha accolto il ricorso presentato dalla difesa italiana sulla giurisdizione delle acque e ha prolungato di sette giorni la custodia cautelare dei due militari. Le registrazioni satellitari hanno infatti confermato che l’incidente è avvenuto in acque internazionali e quindi quanto accaduto ricadrebbe sotto la giurisdizione italiana.

Il tribunale indiano ha anche accettato la presenza di tecnici ed esperti italiani durante la prova balistica che verrà effettuata sui proiettili che hanno ucciso i due pescatori e che saranno confrontati con le armi dei due militari italiani. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sostengono di aver sparato una ventina di colpi in acqua e in aria per allontanare la St. Antony ma di non avere sparato a bordo, quindi di non avere ucciso i due pescatori, Valentine Jalastine e Ajeesh Pinku.

Ieri il Dipartimento crimini commerciali della Camera di commercio internazionale che traccia gli attacchi di pirateria nel mondo ha confermato che una nave greca, la “Olympic Flair”, avrebbe subìto un attacco da parte di pirati vicino alle acque internazionali dove sono stati uccisi i pescatori. «Gli incidenti sono stati almeno due in quella zona di mare a orari diversi», ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi. Mercoledì ci sarebbero state quindi in quella zona barche di pirati, che avrebbero attaccato più navi.

Questa mattina, il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, che si trova in India, ha incontrato i due militari accompagnato dall’ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Giacomo Sanfelice: «Sono trattati benissimo, di fatto come ospiti. Era importante che la loro situazione non cambiasse e questo è stato ottenuto». Staffan de Mistura avrebbe anche voluto incontrare le famiglie dei pescatori uccisi, ma gli è stato detto che la situazione non era «propizia».

Dall’Italia Mario Monti, durante la cerimonia di apertura dell’anno accademico della Scuola ufficiali dei Carabinieri, ha dichiarato: «Desidero rassicurare le famiglie e la collettività che il governo è impegnato in tutte le sue articolazioni e in ogni minuto per consentire ai due fucilieri di Marina di sentire la vicinanza e di fruire della solidarietà concreta».

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