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  • Lunedì 13 febbraio 2012

Il sindaco di Duisburg si è dimesso

Adolf Sauerland era accusato da mesi di essere responsabile della strage della Love Parade del 2010, alla fine è stato sfiduciato da un referendum popolare

Sascha Schuermann/dapd
Sascha Schuermann/dapd

Dopo mesi di polemiche seguite alla strage della Love Parade di Duisburg del 24 luglio 2010, ieri il sindaco della città, Adolf Sauerland, ha dovuto abbandonare il suo incarico. Sauerland, 56enne esponente della CDU, non si è dimesso spontaneamente, come da tempo gli chiedeva buona parte dell’opinione pubblica, bensì in seguito a un referendum popolare indetto da alcuni esponenti dell’opposizione.

La mozione di sfiducia presentata contro di lui non era passata in Consiglio comunale, dove serviva una maggioranza dei due terzi, e allora l’opposizione ha raccolto le firme necessarie per istituire un referendum per chiedere la sua rimozione, cosa possibile in diversi Land della Germania. Il referendum si è tenuto ieri e l’85 per cento dei votanti – quasi 130.000 persone – lo ha sfiduciato. Il quorum era fissato al 25 per cento ed è stato ampiamente superato, sebbene il numero dei votanti non ha raggiunto la metà degli elettori.

Si tratta del primo referendum del genere nella storia dello stato Nord Reno-Westfalia. Le prossime elezioni si terranno tra circa sei mesi. Sauerland ha deciso di non ricandidarsi, si è detto “sorpreso” dalla decisione dei suoi concittadini e ha sempre detto di non avere responsabilità riguardo la strage dove circa un anno e mezzo fa morirono 21 persone. La sua difesa si era basata sul fatto che non era stato lui a organizzare direttamente la manifestazione né aveva dato personalmente la sua autorizzazione, scaricando la colpa sugli assessori.

Le giustificazioni di Sauerland non hanno placato la rabbia di buona parte dei cittadini di Duisburg e soprattutto dei parenti delle persone morte negli incidenti. Sauerland era stato più volte insultato e contestato per le strade della città e girava sotto scorta. Nei mesi scorsi, poi, sempre per paura di scontri e ritorsioni, non si era presentato nemmeno alle cerimonie di commemorazione delle persone uccise. Poche settimane dopo la strage un uomo lo aveva attaccato durante un evento pubblico lanciandogli addosso del ketchup.

Sauerland non è formalmente indagato dalla magistratura per la strage della Love Parade, mentre lo sono 11 rappresentanti del comune, tra cui alcuni assessori e consiglieri, insieme ad altre sei persone. Riceverà comunque il suo stipendio da sindaco fino al 2015, anno in cui sarebbe dovuto scadere il suo mandato, anche se ridotto di circa il 30 per cento. Dal 2015 in poi riceverà invece una pensione mensile.

foto: Sascha Schuermann/dapd