Votare con l’iPad

In Oregon un progetto sperimentale per elettori disabili ha dato risultati molto incoraggianti

A delegate works on a tablet computer at the London Conference on Cyberspace in London on November 1, 2011. Government officials, tech firms, NGOs, bloggers and security experts from more than 60 countries are at the two-day talks. AFP PHOTO / POOL / PETER MACDIARMID (Photo credit should read PETER MACDIARMID/AFP/Getty Images)

A delegate works on a tablet computer at the London Conference on Cyberspace in London on November 1, 2011. Government officials, tech firms, NGOs, bloggers and security experts from more than 60 countries are at the two-day talks. AFP PHOTO / POOL / PETER MACDIARMID (Photo credit should read PETER MACDIARMID/AFP/Getty Images)

La settimana scorsa lo Stato americano dell’Oregon è diventato il primo nel Paese a permettere ai suoi cittadini disabili di votare con gli iPad, e intende riproporre l’esperimento in occasione di una prossima elezione suppletiva di gennaio. Altri Stati americani stanno percorrendo la stessa strada, lavorando all’uso dei tablet per permettere di votare a chi non può muoversi già dalle primarie previste per il prossimo anno. Occorre fare due premesse, qui. Primo: negli Stati Uniti da tempo in molti Stati il voto viene esercitato con degli appositi macchinari, e non con le matite copiative a cui siamo abituati in Europa. Secondo: negli Stati Uniti le elezioni primarie sono regolate per legge, e non iniziative spontanee dei singoli partiti. Il loro svolgimento è quindi regolato dagli apparati dei singoli Stati.

La settimana scorsa, racconta il New York Times, in cinque contee dell’Oregon si sono tenute le elezioni primarie in vista delle elezioni suppletive del prossimo gennaio. Ottantanove persone disabili hanno votato utilizzando degli iPad. I tablet sono stati portati a domicilio da alcuni funzionari e impiegati dello Stato. I voti non sono stati trasmessi online, quindi l’esperimento non riguarda il voto via Internet: le schede segnate dagli elettori con le proprie dita sugli iPad sono state stampate con delle stampanti portatili e poi spedite o portate direttamente negli uffici elettorali. I vantaggi sono però comunque notevoli. Una donna con gravi problemi di vista è riuscita a ingrandire le scritte sulla scheda elettorale fino a poterle leggere, grazie al tablet. Un uomo affetto da artrite, incapace di tenere anche solo una penna in mano, ha potuto votare toccando lo schermo del tablet con un dito. «L’obiettivo era rendere le operazioni di voto semplici e accessibili a chi ha disabilità», ha detto il segretario di Stato dell’Oregon, Kate Brown.

In occasione delle elezioni del prossimo 31 gennaio gli elettori disabili potranno usare i tablet per fare molte più cose: chi non può usare le mani, per esempio, potrà votare con la propria voce, oppure utilizzare degli appositi joystick per muoversi lungo la scheda e segnarla. Kate Brown ha detto che l’Oregon ha messo a disposizione degli elettori disabili vari modelli di tablet e che questi preferiscono l’iPad, il tablet di Apple. Jim Dickson, vicepresidente dell’associazione americana dei disabili, ha elogiato l’esperimento. «L’iPad non è perfetto, ma ci sta permettendo di fare un grandi progressi». Il prossimo passo sarà il riconoscimento delle impronte digitali degli elettori attraverso i tablet.

In precedenza, i funzionari dello Stato portavano a casa degli elettori disabili le cosiddette “computer stations” o “voting machine”, le ingombranti macchine per il voto, identiche a quelle utilizzate dagli elettori normodotati nei seggi elettorali. Gli elettori disabili hanno preferito di gran lunga l’utilizzo dei tablet, più comodi e flessibili. Anche a gennaio l’esperimento in Oregon sarà limitato a cinque contee: se i risultati positivi saranno confermati, il test sarà ripetuto u base statale. Altri Stati americani stanno percorrendo simili strade: nel lungo periodo il voto via tablet potrà permettere di risparmiare anche parecchi soldi.

L’iPhone visto dai ciechi, 27 settembre 2010

foto: PETER MACDIARMID/AFP/Getty Images