Le consultazioni di Mario Monti si sono concluse alle 18.30. Il presidente del Consiglio incaricato vedrà domani mattina le delegazioni di PD e PdL, mentre di pomeriggio incontrerà le parti sociali. Tutte le parti politiche viste oggi da Monti hanno garantito il loro sostegno al futuro governo: solo l’Italia dei Valori ha mostrato qualche cautela, dicendosi comunque lieta dell’incarico all’ex commissario europeo e desiderosa di lavorare con lui. La Lega, unica forza parlamentare apertamente contraria al governo Monti, ha disertato la convocazione alle consultazioni: Umberto Bossi ha sentito telefonicamente il presidente del Consiglio incaricato.
Oggi è emerso un nodo importante da sciogliere, riguardo la composizione del governo: diversi membri delle delegazioni parlamentari hanno riferito l’intenzione di Monti di avere esponenti politici nel suo governo, per legare la sua sorte a quella dei partiti e impedire loro di staccare la spina in qualsiasi momento. PD e PdL finora si sono sempre detti contrari a questa ipotesi, mentre oggi il Terzo Polo e i Radicali si sono detti favorevoli (IdV ha detto di «non voler far parte di una maggioranza politica»). Lo scenario più probabile in questa fase è quello del raggiungimento di un compromesso: ministri tecnici e sottosegretari politici.
Dai mercati finanziari non sono arrivate buone notizie. Lo spread tra BTP e Bund decennali tedeschi è salito fino a quota 492. La borsa di Milano ha chiuso perdendo 1,99 punti percentuali. Unicredit ha perso oltre 6 punti percentuali dopo la presentazione di un piano di esuberi e la notizia dei 10 miliardi di perdite subite. Questa mattina un’asta dei BTP quinquennali per tre miliardi di euro è stata collocata con un tasso del 6,29 per cento, il massimo dal 1997.
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18.29 – Claudio Cerasa, giornalista del Foglio, su Twitter:
Frase di un deputato Pd poco fa a telefono: “Accordo quasi trovato: i sottosegretari che nominerà mercoledì Monti saranno tutti politici”
18.28 – «Se vorrà dare un carattere politico avrà il nostro appoggio», dice Rutelli a nome del Terzo Polo, «senza se e senza ma».
18.19 – La sensazione, confermata da quanto ha detto Emma Bonino, è che Monti voglia i politici nel governo per renderli corresponsabili rispetto alle sue sorti. Mentre sia PD che PdL preferiscono non entrare nel governo per non essere associati alle sue decisioni impopolari e poter staccare la spina in qualsiasi momento.
18.08 – «Abbiamo voluto sottolineare l’importanza di mettere mano ai costi della partitocrazia, non i costi della politica, e abbiamo sottolineato che la gravità della crisi italiana, in aggiunta a quella europea, ci porta ad auspicare che il presidente incaricato possa ottenere la formazione di un governo autorevole e con l’impegno diretto – diretto – delle forze politiche. Occorre un impegno diretto delle forze politiche. Per evitare imboscate, distinguo, prese di distanza e avanti di questo passo»
18.05 – «Per quanto riguarda le emergenze economiche i Radicali da vent’anni cercano di modernizzare il paese sugli ammortizzatori sociali, pensioni, liberalizzazioni, articolo 18. Abbiamo voluto sottolineare l’urgenza che deriva dalla malagiustizia»
18.04 – Monti ha incontrato una delegazione radicale, fuori programma. Parla Emma Bonino.
17.46 – Ora tocca alla numerosa delegazione del Terzo Polo, ma alle 18: in teoria il calendario prevedeva il turno della Lega, che invece ha dato buca. Avevano da riaprire il parlamento della Padania.
17.36 – Come molti notano su Twitter, la formalità del momento ha messo in difficoltà Di Pietro, che si è incartato più volte. In sintesi, la linea dell’Italia dei Valori è questa: siamo contenti che Berlusconi se ne sia andato, siamo contenti che ci sia Monti, speriamo di essere messi nelle condizioni di sostenerlo ma questo dipenderà da programma e squadra, quindi decideremo più avanti.
17.34 – «Tergiversazioni creerebbero ulteriore allarme», dice Di Pietro.
17.30 – Poco prima, solennemente, aveva detto che «il buongiorno si vede dal mattino o il mattino si vede dal buongiorno: invertendo l’ordine il buongiorno non cambia»
17.29 – Di Pietro piacevolmente sorpreso dal fatto che la cosa si sia trasformata in una conferenza stampa. I giornalisti chiedono e lui risponde. «A disposizione!»
17.28 – Una giornalista sfinita chiede: «Ma voterete la fiducia?». Di Pietro: «Per definizione, il nostro voto non può che essere condizionato da ciò che Monti si è riservato di indicarci»
17.25 – «In fiduciosa attesa, ci riserviamo di vedere qual è la squadra di governo e come intende tramutare in azioni concrete le buone intenzioni che abbiamo riscontrato, di esprimere il nostro giudizio. La nostra posizione è essere contenti che al governo Berlusconi possa subentrare il governo Monti, questo dà un’altra caratura, un’altra qualità, un’altra fiducia alle istituzioni e al Paese. Noi non ci metteremo di traverso a che il governo Monti nasca e da questo momento è con quel governo che vogliamo confrontarci, di volta in volta, nel merito dei provvedimenti che intenderà porre in essere»
17.19 – Di Pietro: «Monti intende portare e riportare serietà all’interno delle istituzioni e noi gli abbiamo chiesto di riportare anche trasparenza ed efficienza, e di coniugare in concreto quella equità che ieri ha messo come punto di riferimento della sua possibile azione di governo. Gli abbiamo chiesto di farci conoscere in concreto come intende coniugare equità e sviluppo, chi deve pagare la crisi, ed egli si è riservato di indicarcelo. Gli abbiamo chiesto con chi intende portare avanti questo impegno nobile e gravoso, ed egli si è riservato. Gli abbiamo chiesto in quanto tempo pensa di poter realizzare questo rilancio dell’efficienza e dell’equità sociale, ed egli non si è riservato. Ha detto che intende farlo in tutto il tempo che abbisogna per realizzarlo. È una risposta corretta a cui però noi abbiamo risposto, con altrettanta correttezza, che l’efficienza di uno Stato e la sua trasparenza si evidenziano anche attraverso la partecipazione democratica. Per questa ragione, anticipando quanto dirà al candidato premier il comitato referendario, gli abbiamo chiesto di rispettare la volontà popolare, e quindi di modificare la legge elettorale. In soldoni, abbiamo chiesto al candidato presidente di consentire che o il Parlamento o il popolo possa cambiare la legge elettorale, così da ridare la possibilità ai cittadini di munirsi di un parlamento e un governo democraticamente eletti».
17.13 – Punto della situazione economica: spread a 489, indice FTSE MIB perde 1,68 per cento, indice Dow Jones perde lo 0,34 per cento.