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  • Domenica 6 novembre 2011

Tutti i numeri dello Hajj

Quanti pellegrini può inviare ogni paese? Chi ne ha di più? Le cifre e le immagini del pellegrinaggio islamico che oggi prevede il rito più pericoloso

Muslim pilgrims throw pebbles at pillars during the “Jamarat” ritual, the stoning of Satan, in Mina near the holy city of Mecca, on November 6, 2011. Pilgrims pelted pillars symbolising the devil with pebbles to show their defiance on the third day of the hajj as Muslims worldwide marked the Eid al-Adha holy day with mass animal sacrifices. AFP PHOTO/FAYEZ NURELDINE (Photo credit should read FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images)

Muslim pilgrims throw pebbles at pillars during the “Jamarat” ritual, the stoning of Satan, in Mina near the holy city of Mecca, on November 6, 2011. Pilgrims pelted pillars symbolising the devil with pebbles to show their defiance on the third day of the hajj as Muslims worldwide marked the Eid al-Adha holy day with mass animal sacrifices. AFP PHOTO/FAYEZ NURELDINE (Photo credit should read FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images)

Lo Hajj, il pellegrinaggio islamico canonico alla Mecca iniziato il 5 novembre, entra nella sua fase più delicata. Oggi, infatti, nel “Giorno del Sacrificio” (Id al Adha), è prevista la “lapidazione di Satana” nella città di Mina, in Arabia Saudita: ogni pellegrino deve tirare ventuno pietre a tre steli alti 25 metri sul ponte di Jamarat che, secondo la tradizione islamica, rappresentano il demonio combattuto da Abramo (Ibrahim). Si tratta dell’ultimo rito dello Hajj dopo la scalata del Monte della Misericordia ad Arafat e prima dei “Giorni della gioia”, durante i quali è vietato digiunare, che chiudono il pellegrinaggio. La lapidazione di Satana è uno dei riti più pericolosi: nel 2006 364 persone rimasero uccise dalla calca nell’ultimo giorno di visita alla Mecca. Nel 1990, invece, si è verificato l’incidente più grave, quando morirono 1.426 pellegrini per l’affollamento in uno dei tunnel che portano alle colonne di Mina.

Nel corso dello Hajj di quest’anno, invece, non si sono verificati incidenti e nemmeno le tante temute contestazioni politiche, alla luce della strage di oppositori che continua in Siria e delle rivolte arabe. Lo Hajj è uno dei cinque pilastri dell’Islam (gli altri quattro sono la testimonianza di fede, le preghiere rituali, il digiuno del Ramadan e l’elemosina canonica) e cade dall’ottavo al dodicesimo giorno del Dhu al Hijjah, il dodicesimo mese del calendario islamico. I fedeli fisicamente abili devono recarsi a La Mecca almeno una volta nella vita vestendo indumenti bianchi (in arabo ihram, che è anche lo stato di purezza a cui deve aspirare un musulmano prima di intraprendere il pellegrinaggio) per sottomettersi a Dio ed essere tutti uguali al suo cospetto.

I numeri dello Hajj 2011

2,5 milioni circa di fedeli: circa 1,8 milioni dall’estero (+1,5 per cento rispetto al 2010) e 700.000 dall’Arabia Saudita.

– Ogni paese musulmano può inviare una quota massima di 1.000 pellegrini per ogni milione di abitanti. L’Indonesia è conseguentemente la nazione con la quota più alta di fedeli alla Mecca: 200.000 pellegrini.

63.000 forze dell’ordine schierate dalle autorità saudite, 3.500 poliziotti antisommossa, 450 camionette blindate.

1.500 telecamere di sicurezza installate intorno alla Grande Moschea di La Mecca, che occupa ben 386.000 metri quadrati e ha una capienza di oltre un milione e mezzo di persone.

– Il personale sanitario messo a disposizione per l’evento conta circa 20.000 persone.

12.000 “mutawif” che assistono i pellegrini durante lo Hajj.