• Mondo
  • Venerdì 21 ottobre 2011

Ultime dalla Libia

Le versioni sulla morte di Gheddafi sono ancora molte, la sua sepoltura è rimandata, la NATO decide oggi quando e come interrompere la missione

Ieri Muammar Gheddafi è morto in circostanze ancora confuse e la città di Sirte è stata riconquistata dalle forze del Consiglio Nazionale di Transizione. Sono stati due eventi decisivi per avvicinare alla fine la guerra civile libica: a Tripoli ci sono stati festeggiamenti e manifestazioni di gioia per tutta la notte, mentre moltissimi capi di stato stranieri, dalla Cina ai paesi della NATO, hanno riconosciuto la giornata di ieri come storica per il popolo libico e per il suo futuro.

Il giornalista James Bays di Al Jazeera ha scritto su Twitter che il Consiglio Nazionale di Transizione (CNT, il governo provvisorio libico) annuncerà domani la “liberazione nazionale” da Bengasi, la città della Libia orientale che è stata la base delle operazioni dei ribelli contro Gheddafi per tutta la durata della guerra civile. Molte cose rimangono da chiarire: dalle circostanze della morte di Muammar Gheddafi ai tempi della fine della missione NATO, oltre al grande dubbio che rimane sul prossimo futuro della Libia e sulle divisioni che sono già emerse all’interno del governo provvisorio.

Il corpo di Gheddafi
Il corpo di Gheddafi si trova ancora a Misurata, dove è stato portato da Sirte, ed è sorvegliato da uomini armati in un grande impianto di refrigerazione vicino all’area del vecchio mercato della città. Il Consiglio Nazionale di Transizione (CNT, il governo provvisorio libico) aveva dichiarato che sarebbe stato sepolto in una località non precisata venerdì.

Oggi uno dei membri del CNT (che sono circa quaranta), Mohamed Sayeh, ha detto che la sepoltura potrebbe essere rimandata per permettere un’indagine indipendente sulla sua morte, come è stato chiesto dalla commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani e da Amnesty International. Il probabile rinvio “per qualche giorno” è stato confermato alla Reuters anche dal ministro per il petrolio del CNT. Dell’indagine potrebbe incaricarsi la Corte Penale Internazionale, oppure i membri della commissione delle Nazioni Unite che si sono già occupati delle violazioni dei diritti umani in Libia.

Le circostanze della morte
Le circostanze della sua morte non sono ancora state chiarite. Fino al momento della sua cattura, la vicenda sembra ricostruita, almeno a grandi linee: giovedì mattina un convoglio di auto ha lasciato Sirte, trasportando Gheddafi, il capo delle sue forze armate, Abu Bakr Younis Jabr, e poche decine di guardie del corpo. Il convoglio è riuscito a forzare il blocco e si è diretto verso ovest, ma dopo pochi chilometri alcuni aerei militari francesi della missione NATO lo hanno bombardato distruggendo i mezzi e uccidendo molti dei suoi occupanti. La NATO ha confermato la circostanza.

Una delle guardie del corpo di Gheddafi, Mansur Daou, ha detto alla televisione al-Arabiya che i superstiti dell’attacco si sono divisi in piccoli gruppi e hanno cercato di fuggire. Daou ha detto che si trovava con Gheddafi, Younis Jabr e altri quattro soldati, ma che non sa che cosa sia successo dopo perché un’esplosione lo ha ferito e gli ha fatto perdere conoscenza. Gheddafi dovrebbe aver cercato riparo in un canale di scolo artificiale (di cui si sono viste ieri molte immagini), dove è stato attaccato dalle forze del CNT. A partire da questo momento, le versioni divergono.

Un soldato del CNT, Salem Bakeer, ha raccontato che una delle guardie del corpo è uscita dal condotto e ha detto che Gheddafi si trovava lì ed era ferito. I soldati si sono avvicinati e hanno tirato fuori il colonnello, poi lo hanno caricato in una macchina. Gheddafi, ha detto Bakeer, era ferito alle gambe e alla schiena.

Secondo la versione ufficiale presentata dal primo ministro provvisorio, Mahmoud Jibril, l’auto che trasportava Gheddafi è stata “presa nel fuoco incrociato” nei combattimenti tra le forze fedeli al colonnello e quelle del CNT. Gheddafi sarebbe morto pochi minuti prima di arrivare all’ospedale. Una relazione presentata dopo la morte stabilisce che a uccidere Gheddafi è stato un colpo di arma da fuoco alla testa, ma Jibril ha detto che il medico legale non è stato in grado di stabilire da quale delle due parti in combattimento provenisse.

Un portavoce del Consiglio Militare di Misurata (che secondo alcuni osservatori avrebbe già mostrato punti di disaccordo con il CNT su diverse questioni nella conduzione della guerra e nel dopo-Gheddafi), Fathi Bashagha, ha detto che Gheddafi è morto mentre un’ambulanza lo stava portando a Misurata, che si trova a circa 200 km dal luogo della cattura. I soldati che hanno preso Gheddafi facevano probabilmente parte di un’unità comandata da lui.

Un membro del CNT ha detto che Gheddafi è stato ucciso dai soldati che lo hanno catturato, dopo che lo avevano picchiato, come sembra emergere anche dai video apparsi oggi. Un altro membro del CNT, Abdel Majid Mlegta, ha detto che Gheddafi è morto dissanguato durante il trasporto in ospedale, a causa di ferite allo stomaco.

Il New York Times, invece, riporta il parere di alcuni esperti di medicina legale, che sulla base delle immagini (molto cruente) del cadavere di Gheddafi apparse ieri sera sostengono che le ferite alla testa vengono da proiettili sparati molto da vicino. La morte di Gheddafi sarebbe stata in questo caso un’esecuzione.

La missione NATO
Il ministro degli esteri francese Alain Juppé ha dichiarato oggi che la missione NATO in Libia “è finita”, ora che il CNT controlla l’intero paese. Parole meno decise sono state pronunciate dal ministro degli esteri britannico, William Hague, che ha detto che la morte di Gheddafi ha reso “molto più vicina” la fine delle operazioni NATO, ma che sarà prima necessario assicurarsi che altre sacche di resistenza pro-Gheddafi “non siano ancora in grado di minacciare la popolazione civile”.

Il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha sottolineato il successo della missione. Oggi si riuniranno a Bruxelles gli ambasciatori delle 28 nazioni che fanno parte della NATO. La riunione inizierà alle 16.30 ora italiana, e molto probabilmente stabilirà le modalità di una fine graduale delle operazioni, basandosi sul parere dei comandanti militari. Alcune operazioni potranno continuare per ancora un paio di settimane, ha detto un funzionario della NATO all’agenzia di stampa Reuters.

foto: MARCO LONGARI/AFP/Getty Images