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  • Martedì 27 settembre 2011

Le elezioni in Egitto sono state fissate

Cominceranno il 28 novembre, le prime dopo la rivoluzione di febbraio, ma la legge elettorale è contestata da alcuni partiti

Il Consiglio supremo delle forze armate egiziane ha annunciato martedì le date delle tornate elettorali per rinnovare il Parlamento, dopo la fine del regime di Hosni Mubarak. Il 28 novembre ci sarà la prima delle tre fasi per l’elezione dei membri della Camera, cui seguiranno altri due turni il 14 dicembre e il 3 gennaio. I deputati potrebbero riunirsi per la prima seduta il 17 marzo dell’anno prossimo. Le procedure per eleggere i senatori inizieranno invece il 29 gennaio e il 24 marzo dovrebbe esserci la prima riunione del nuovo Senato.

L’attività parlamentare è sospesa dallo scorso febbraio, quando l’esercito assunse il controllo del paese per gestire la delicata transizione verso un assetto più democratico. La legge elettorale prevede che due terzi del Parlamento siano eletti tramite un sistema proporzionale, mentre il resto con il maggioritario. Detrattori e diversi partiti hanno criticato questo sistema, definendolo troppo complicato e difficile da far capire alla popolazione.

Alle elezioni si presenteranno decine di partiti e si spera che la legge elettorale possa dare più possibilità di scelta agli elettori. L’eccessiva parcellizzazione politica potrebbe però rendere più difficoltosa la formazione di una maggioranza per governare il paese. Inoltre, molti partiti temono che il sistema possa favorire il ritorno di personaggi politici del regime ormai decaduto.

Gli egiziani erano già andati a votare una volta dopo le proteste contro il regime. A marzo si erano espressi con un referendum sugli emendamenti proposti per modificare la Costituzione e dare alle istituzioni del paese un assetto più democratico. Si erano recati alle urne il 40 per cento circa degli elettori e non si erano verificati particolari casi di brogli o grandi disordini vicino ai seggi.

Da allora la tensione tra il Consiglio e il movimento che aveva sostenuto la rivolta è progressivamente aumentata. Si sono verificati scontri e nuove manifestazioni da parte di alcuni gruppi, che chiedono ai militari interventi più incisivi per la transizione democratica dell’Egitto. Il Consiglio è stato accusato di aver fatto meno del dovuto per smantellare il sistema che aveva messo in piedi Mubarak e per consegnare alla giustizia i politici corrotti.

Le ultime elezioni politiche in Egitto si erano tenute nel novembre e nel dicembre dello scorso anno. Grazie ai brogli il Partito nazionale democratico di Hosni Mubarak aveva ottenuto la maggior parte dei seggi, rendendo ulteriormente trascurabile il peso dell’opposizione. L’esito delle elezioni fu una delle cause che portarono alle settimane di rivolta per porre fine al regime.

Tra i favoriti per le prossime tornate elettorali c’è il Partito per la libertà e la giustizia, formalmente indipendente, ma con forti legami con l’organizzazione islamica dei Fratelli Musulmani. Il Partito ha chiesto che il calendario da poco approvato venga rispettato senza rinvii, così da poter sfruttare il grande seguito ottenuto in questi ultimi mesi.

Terminate le elezioni della Camera bassa e del Senato, una Commissione parlamentare si occuperà di preparare una nuova costituzione per cancellare quella utilizzata durante il regime di Hosni Mubarak. Successivamente saranno organizzate le elezioni presidenziali. La Commissione avrà sei mesi di tempo per portare a termine il proprio compito, quindi le elezioni per il nuovo presidente saranno probabilmente nell’autunno del prossimo anno.