La battaglia per i farmaci contro il cancro

Cina e India li vogliono produrre a prezzi più bassi, ma le aziende farmaceutiche che li hanno creati si oppongono

Negli ultimi anni Cina e India sono riuscite a conquistare gran parte del mercato mondiale dei farmaci, e oggi producono circa l’80 percento dei componenti usati nelle medicine vendute in tutto il mondo. La competizione tra i due paesi è cresciuta così rapidamente che presto riusciranno a vendere a prezzi molto bassi anche i costosi farmaci che oggi vengono usati per curare malattie come cancro e diabete. Il loro ingresso nel mercato, reso possibile dall’investimento di milioni di dollari nel campo della biotecnologia, potrebbe non solo trasformare il modo in cui oggi migliaia di persone vengono curate nel mondo, ma innescare anche una feroce lotta con le case farmaceutiche dei paesi occidentali, come spiegano sul New York Times.

Le aziende farmaceutiche indiane e cinesi dicono che sono sul punto di vendere copie a prezzi più bassi di farmaci come l’Herceptin usato per il cancro al seno, l’Avastin usato per il cancro alla prostata e il Rituxan, usato per l’artrite reumatoide. L’amministrazione Obama ha già cercato di impedire che le nazioni più povere ottenessero il riconoscimento di un accordo internazionale per cui avrebbero potuto aggirare i diritti proprietari sui brevetti e importare medicine cinesi o indiane a più basso costo per curare il cancro e il diabete.

Dieci anni fa i paesi più ricchi e le aziende farmaceutiche avevano deciso di rinunciare ai loro brevetti sui farmaci per curare l’AIDS perché ne era stato riconosciuto il carattere di emergenza che poteva mettere a rischio la sopravvivenza di milioni di persone in Africa. Un riconoscimento che invece non sembrano disposti a concedere a malattie come cancro e diabete, che in molti casi vengono considerati nient’altro che la conseguenza inevitabile dell’allungamento e del miglioramento delle condizioni di vita.

Il dottor Yusyf K. Hamied, capo del colosso farmaceutico indiano Cipla Ltd, ha recentemente annunciato che riuscirà presto a immettere sul mercato farmaci per curare cancro e diabete a un terzo del loro prezzo attuale. Dieci anni fa aveva annunciato di essere in grado di produrre i farmaci antiretrovirali per combattere l’AIDS a un solo dollaro al giorno. Da allora il prezzo è costantemente calato, fino a raggiungere i venti centesimi di oggi. I brevetti di solito assicurano alle aziende farmaceutiche vent’anni di diritti di vendita esclusivi, ma alcune leggi internazionali prevedono che i governi possano imporre a queste aziende di condividere i diritti anche con eventuali concorrenti, posto che questo serva a tutelare la salute pubblica.

Guardandola retrospettivamente, dice il NYT, la battaglia di dieci anni fa sui farmaci antiretrovirali sembra una scaramuccia se paragonata a quella che potrebbe esplodere sui farmaci per combattere cancro, diabete e malattie cardiovascolari. Il mercato dei farmaci per combattere l’AIDS non è mai stato così remunerativo come quello di queste ultime malattie. La Roche, per esempio, incassa ogni anno 19 miliardi di dollari vendendo solo Rituxan, Avastin e Herceptin. E le vendite di quest’ultimo sono aumentate più rapidamente negli ultimi anni proprio nei paesi in via di sviluppo. Soltanto il Messico spende 120 milioni di dollari ogni anno per comprare l’Herceptin con cui curare le donne ammalate di cancro al seno.

Hermillia Villegas, 47 anni e madre di due figli, ha scoperto di recente di avere una forma particolarmente grave di cancro al seno, che però avrebbe risposto bene a un trattamento a base di Herceptin. Il suo medico le disse che un primo ciclo di cure le sarebbe costato più di tremila dollari, una cifra che non si poteva permettere. Ma il nuovo programma sanitario approvato dal governo le ha consentito di coprire l’intero costo, salvandole la vita. «Ci piacerebbe molto avere un migliore accesso a queste medicine», spiega il direttore dell’Istituto Nazionale Messicano sul Cancro, Alejandro Mohar.