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  • Giovedì 8 settembre 2011

Il Lokomotiv Yaroslavl non esiste più

L'aereo precipitato ieri in Russia ha ucciso un'intera squadra di hockey su ghiaccio, una delle più popolari e vincenti del paese

Erano da poco passate le quattro del pomeriggio di ieri quando il pilota dello Yak-42 ha ricevuto dalla torre di controllo dell’aeroporto di Tunoshna il via libera per il decollo. A bordo c’erano buona parte dei giocatori del Lokomotiv Yaroslavl, una delle squadre di hockey più famose della Russia, diretti a Minsk per l’inizio della nuova stagione della Kontinental Hockey League (KHL). La visibilità intorno alla città russa di Yaroslavl era buona, l’aereo ha preso velocità e con difficoltà si è staccato dal suolo, incendiandosi pochi istanti dopo il decollo. Lo fusoliera si è spezzata in più parti e lo Yak-42 è precipitato nei pressi del fiume Tunoshna, un affluente del Volga, uccidendo 43 delle 45 persone che stava trasportando.

Oltre ai giocatori di nazionalità russa del Lokomotiv, nell’incidente sono morti undici giocatori e tecnici stranieri, compresi l’allenatore della squadra di origine canadese Brad McCrimmon, il portiere svedese Stefan Liv e diversi giocatori originari della Bielorussia, della Repubblica Ceca, della Germania, della Slovacchia, dell’Ucraina e della Lettonia.

Il giocatore russo Alexander Galimov è uno dei due sopravvissuti all’incidente, ma ha riportato estese ustioni su tutto il corpo ed è in condizioni critiche. Alcune emittenti locali di Yaroslavl l’avevano dato per morto poche ore dopo l’incidente, ma i medici che lo hanno preso in cura hanno smentito la notizia, confermando di averlo sottoposto con successo a una prima operazione chirurgica. L’altro sopravvissuto si chiama Alexander Sizov e faceva parte dell’equipaggio di otto persone che gestiva il volo verso Minsk.

Sul luogo dell’incidente continuano da ore le operazioni di recupero dei corpi, rese difficili dall’ampia area in cui si sono disseminati i rottami dell’aereo dopo l’incendio in volo. Alcuni relitti e diversi cadaveri sono stati ritrovati nel letto dell’affluente del Volga. Fino a ora la conta ufficiale è di 35 corpi recuperati, ma solo 12 di questi sono stati riconosciuti e identificati.

Il presidente della Federazione Internazionale di Hockey su Ghiaccio (IIHF) ha definito l’incidente di ieri una «tragedia non solo della Russia» perché a bordo c’erano giocatori e allenatori da diverse parti del mondo. Il presidente russo Dimitri Medvedev ha annunciato un viaggio verso Yaroslavl per visitare l’area in cui si è schiantato l’aereo.

La notizia dell’incidente ha avuto un forte impatto emotivo in Russia, dove la squadra era molto conosciuta grazie ai suoi successi nella KHL, il campionato di hockey sovranazionale che riunisce le migliori squadre russe, bielorusse, lettoni e kazake. La League esiste dal 2008 e comprende 24 squadre che si sfidano per vincere la Coppa Gagarin, con regole simili a quelle della National Hockey League nel Nord America. Il Lokomotiv Yaroslavl fu fondato nel 1949 e negli ultimi anni aveva collezionato diverse vittorie vincendo tre campionati nel 1997, nel 2002 e nel 2003. Aveva fatto parte da subito della KHL ottenendo buoni piazzamenti in tutte e tre le stagioni fino a ora disputate, con un terzo posto nell’ultimo anno. In Bielorussia i giocatori avrebbero dovuto sfidare oggi il Dinamo Minsk.

A Yaroslavl migliaia di tifosi hanno indossato le magliette dei loro giocatori preferiti e si sono trovati all’esterno dello stadio cittadino in cui solitamente giocava la squadra. Hanno osservato alcuni minuti di silenzio e si sono poi messi a cantare gli inni che di solito intonavano durante le partite. La notizia dell’incidente è arrivata quando era da poco iniziata la prima partita della nuova stagione della KHL tra Salavat Yulaev, la squadra vincitrice dell’ultima stagione, e Atlant Mytischtschi. Il match è stato sospeso dopo pochi minuti e successivamente rimandato. I tifosi nello stadio di Ufa, Repubblica di Baškortostan, dove si stava disputando la partita hanno osservato un minuto di silenzio.

Mentre tifosi e appassionati di hockey ricordavano e celebravano i giocatori, gli inquirenti hanno avviato una prima serie di indagini per capire le cause dell’incidente aereo. Stando al racconto di alcuni testimoni, lo Yak-42 si sarebbe sollevato dal suolo dopo aver percorso un tratto più lungo del solito di pista. L’aereo non avrebbe preso quota nei tempi giusti, andando a sbattere contro una delle antenne radio dell’aeroporto. Il danno dovuto all’impatto ha probabilmente portato all’incendio, rendendo difficilmente governabile l’aereo. Altri testimoni dicono di aver visto lo Yak-42 compiere alcune manovre in cielo, prima di precipitare in fiamme al suolo. Un’ipotesi è che il pilota abbia cercato di raggiungere la zona dell’affluente del Volga per limitare l’effetto dell’impatto, non riuscendo però a portare a termine in tempo la manovra.

Il modello dell’aeroplano era uno Yakovlev Yak-42D gestito dalla compagnia aerea Yak-Service. Dal 2009 questo tipo di aereo non può volare nell’Unione Europea per ragioni di sicurezza. Secondo diversi esperti, l’aeroplano era comunque in buone condizioni e sulla base dei decolli e degli atterraggi effettuati dall’anno di entrata in servizio (1993) era al 40 per cento del proprio ciclo di vita. Va comunque ricordato che per l’affidabilità di un aeroplano non si considerano solamente gli anni di servizio, ma un insieme di criteri che determinano la sua aeronavigabilità.

Gli Yak-42 ancora in servizio in tutto il mondo per i voli di linea sono 92, quasi tutti utilizzati da paesi appartenenti alla ex Unione Sovietica, dove del resto era stato progettato. Dal 1982 a oggi, sono precipitati nove Yak-42 in servizio su voli di linea, causando la morte di 569 persone. Gli incidenti si sono verificati in Bielorussia, in Russia, in Cina, in Macedonia, in Grecia, in Venezuela e in Turchia.