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  • Giovedì 25 agosto 2011

Che cosa c’è nel rifugio di Gheddafi

Una lista (provvisoria) di quanto trovato a Bab al-Aziziya: una giostra, divani a forma di sirena, album fotografici di Condoleezza Rice, uno zoo, eccetera

Libyan rebels loot from the Bab al-Aziziya compound in Tripoli on August 25, 2011. Hardened fighters streamed into Tripoli as Libya's rebels sought to deliver a knockout punch to Moamer Kadhafi's diehards and, backed by NATO, to flush out the elusive strongman. AFP PHOTO/PATRICK BAZ (Photo credit should read PATRICK BAZ/AFP/Getty Images)
Libyan rebels loot from the Bab al-Aziziya compound in Tripoli on August 25, 2011. Hardened fighters streamed into Tripoli as Libya's rebels sought to deliver a knockout punch to Moamer Kadhafi's diehards and, backed by NATO, to flush out the elusive strongman. AFP PHOTO/PATRICK BAZ (Photo credit should read PATRICK BAZ/AFP/Getty Images)

Ieri per la prima volta i cittadini di Tripoli hanno potuto superare le mura fortificate del complesso dove era solito vivere Muammar Gheddafi, a Bab al-Aziziya, e guardare gli ambienti in cui viveva e gli oggetti di cui si circondava il loro dittatore. Molti di questi hanno devastato i locali e portato via quello che potevano, secondo un rito inevitabilmente comune alla fine dei regimi e delle dittature. Molti altri si sono limitati a girare l’area, molto vasta: alcuni, racconta il Daily Mail, usando il mezzo di trasporto preferito di Gheddafi, il suo cart da golf.

Anche se Bab al-Aziziya è stata bombardata e devastata dai combattimenti degli ultimi giorni, quello che ne è rimasto è sufficiente per coglierne lo stile in qualche forma simile al parco di Neverland costruito da Michael Jackson: nei giardini del complesso i visitatori hanno trovato una giostra per bambini, di quelle con le tazze da té giganti che roteano, e uno zoo. Tra le cose più strane trovate nell’abitazione del dittatore, un album intero di fotografie di Condoleezza Rice. Nel palazzo di Aisha Gheddafi, invece, un’enorme piscina coperta e divani a forma di sirena. Uno dei palazzi poi, era corredato di costose decorazioni e pezzi d’arte alle pareti; l’arredamento delle stanze si rifaceva allo stile del quattordicesimo secolo.

Al centro del complesso c’è quella che veniva chiamata la “Casa della Resistenza”, l’ex residenza di Gheddafi, parzialmente distrutta dal bombardamento statunitense del 1986. Ora è un mausoleo, a memoria degli attacchi tutto il mobilio è stato conservato in teche di vetro e mantenuto esattamente com’era. La stesso trattamento è stato riservato alla stanza della figlia adottiva di Gheddafi, Hana, rimasta uccisa durante il raid quando aveva soltanto pochi mesi di vita. In onore della bambina Gheddafi aveva fatto costruire una specie di tempio, corredato con un set di missili che pendono dal soffitto, a memoria di quelli lanciati dagli Americani. Non lontano da un complesso di edifici utilizzato dalla famiglia di Gheddafi come “zona notte”, c’è un cinema dove il dittatore e i suoi familiari guardavano i film (pare che Gheddafi amasse i western).

La parte che però ha più sorpreso i visitatori, per il suo contrasto estremo con la vita dei libici comuni, è quella esterna alla residenza, quella dei giardini, dove sono stati trovati la giostra e lo zoo. Alcuni dei ribelli si sono fatti fotografare a cavallo della grande teiera, divertiti e increduli; uno di loro, parlando con i giornalisti, ha sottolineato l’ingiustizia e il terribile scarto tra l’infanzia dei bambini libici e quella dorata dei figli e dei nipoti del dittatore. Nonostante i ribelli avessero pregato le persone di non portare via niente – perché la residenza “deve essere conservata e messa a disposizione del popolo” – ci sono stati praticamente dei saccheggi. Qualcuno ha portato a casa dei gioielli, altri tv e tavoli da gioco, altri peluche e armi giocattolo.