L’invasione dei gemelli

Negli Stati Uniti nel 1980 nasceva una coppia di gemelli ogni 53 parti, nel 2008 ogni 31: Slate spiega perché

La media di gemelli nati negli ultimi trent’anni negli Stati Uniti è aumentata con una velocità senza precedenti: nel 1980 una coppia di gemelli veniva al mondo in media ogni 53 parti, nel 2008 ogni 31. La frequenza di parti gemellari potrebbe aumentare ulteriormente nel corso dei prossimi anni e su Slate Angela Tchou analizza le principali cause di questo rapido incremento demografico, che potrebbe interessare anche altri paesi in Occidente.

Uno dei principali motivi che ha favorito l’aumento delle nascite di gemelli è legato al quando e al come le donne iniziano il loro periodo di gravidanza. Negli Stati Uniti, dicono i demografi, le donne con un alto livello di istruzione e buone posizioni lavorative tendono ad avere figli sempre più tardi e in media dopo i trentacinque anni. Il numero di donne che sceglie questa strada è in netta crescita, se si considera che nel 1980 solamente il 12,8 per cento delle donne arrivava a ottenere una laurea, mentre ora sono quasi il 37 per cento. Le donne che hanno più di trent’anni, infatti, hanno molte più probabilità di avere gemelli rispetto a chi ha meno anni di loro.

Per una donna che ha 35 anni, è quattro volte più probabile che il concepimento porti a una gravidanza con gemelli. Secondo diversi ricercatori questo avviene perché tra i trenta e i quarant’anni aumenta la produzione dell’ormone follicolo-stilomante (FSH), che contribuisce ad aumentare l’ovulazione. Più sono alte le concentrazioni di FSH nel sangue, più aumentano le probabilità di produrre più di un ovulo in ogni ciclo, condizione che rende più probabile il concepimento dei gemelli.

C’è poi da dire che le donne che vogliono un figlio nella fascia di età intorno ai quarant’anni ricorrono spesso alla fecondazione in vitro (FIVET), ovvero alla fecondazione dell’ovulo sotto vetro e al successivo trasferimento dell’embrione nell’utero della donna. Questo sistema rende più probabile la gravidanza nelle donne più avanti con l’età, ma aumenta anche la probabilità di avere dei gemelli. I trattamenti per la FIVET prevedono in genere un periodo di somministrazione di FSH per indurre l’ovulazione e ottenere più ovuli durante un singolo ciclo. Questa procedura consente ai medici di avere più cellule uovo a disposizione per creare gli embrioni e inserirli poi nell’utero della madre, sperando che almeno uno attecchisca e porti alla gravidanza. Quasi una donna su tre che utilizza la FIVET finisce per avere dei gemelli.

Le gravidanze in età avanzata e la fecondazione in vitro sono fattori collegati fra loro. Chi aspetta a lungo per avere un bambino ha più probabilità di dover ricorrere alla FIVET e chi si affida a questo sistema ha più probabilità di mettere al mondo due o più gemelli. Il fenomeno negli Stati Uniti interessa principalmente le donne con un alto livello di istruzione e un buon impiego anche per un altro motivo: i costi della fecondazione in vitro. Per una FIVET possono essere necessari fino a 20.000 dollari, una spesa molto alta che può essere affrontata con più probabilità da chi ha un lavoro particolarmente remunerativo.

Negli Stati Uniti il più alto numero di parti gemellari si verifica nelle aree più ricche e con livelli di istruzione più alti. Nel Connecticut nascono 43 gemelli ogni mille nascite: nello Stato la media degli stipendi su base annua è pari a 56.272 dollari e il 35,6 per cento degli abitanti ha una laurea. Nel New Mexico, dove la media è di 33.430 dollari annui, ci sono 24,7 parti gemellari ogni 1.000 nascite. Ci sono comunque delle eccezioni, specialmente negli Stati del sud dove la media di parti gemellari è molto alta nonostante bassi stipendi e bassi livelli di istruzione. La risposta sta nella composizione demografica: ci sono più donne afroamericane e queste hanno più probabilità di avere gemelli perché il loro organismo produce in media più FSH rispetto alle altre donne.

Fino ai primi anni Novanta, la maggior parte dei gemelli nati negli Stati Uniti erano afroamericani, con una netta prevalenza rispetto ai parti di gemelli tra i bianchi. L’età più avanzata di chi intraprende la gravidanza, le terapie per aumentare l’ovulazione e la fecondazione in vitro hanno ridotto sensibilmente il divario. L’andamento delle nascite di gemelli si è stabilizzato negli ultimi anni, ma ricercatori e demografi non sanno ancora spiegare con certezza il motivo. Una ipotesi è che i medici abbiano affinato notevolmente le loro tecniche per le FIVET, riuscendo a ottenere buoni risultati anche impiantando un numero più basso di embrioni.

In molti paesi le procedure per la FIVET sono regolate da leggi apposta, che impongono anche un limite al numero di embrioni da impiantare e sono spesso così restrittive – come nel caso dell’Italia – da rendere molto difficoltoso il ricorso alla fecondazione assistita. Negli Stati Uniti le donne che ricorrono alla FIVET non hanno particolari limiti di legge da rispettare e possono concordare la terapia migliore direttamente con il loro medico, che consiglia anche il numero di embrioni ottimale da impiantare per rendere più probabile l’avvio della gravidanza. La mancanza di norme precise ha portato anche a delle storture, come il caso della celebre Nadya “Octomom” Suleman che ha avuto otto gemelli, e diverse associazioni e gruppi di medici iniziano a chiedersi se non sia il caso di introdurre un limite anche negli Stati Uniti.