L’ex socio di Assange ha distrutto 3.500 documenti

Domscheit-Berg dice di averlo fatto per proteggere le fonti, Wikileaks lo accusa di sabotaggio e complicità con agenzie di intelligence

Lo scorso febbraio Daniel Domscheit-Berg, l’ex portavoce di Wikileaks in Germania, pubblicò un libro molto controverso dove raccontava i suoi anni di lavoro presso l’organizzazione fondata da Julian Assange. Nel libro spiegava di aver subito per lungo tempo i comportamenti dittatoriali del fondatore di Wikileaks e di essere stato cacciato a settembre del 2010 dopo l’ennesima discussione. Contattato dal giornale tedesco Spiegel, Domscheit-Berg ora racconta di aver distrutto circa 3.500 file contenenti informazioni riservate e che Wikileaks avrebbe dovuto pubblicare in futuro.

Quando fu cacciato da Wikileaks – secondo altre versioni se ne andò per conto proprio -Domscheit-Berg si portò dietro i file rimuovendoli da uno dei server dell’organizzazione. I documenti contenuti nei file sono stati distrutti in questi giorni per evitare «che le fonti coinvolte potessero essere compromesse», ha spiegato Domscheit-Berg, aggiungendo che Assange non sarebbe stato comunque in grado di garantire la sicurezza di quei documenti.

Stando alle informazioni raccolte dallo Spiegel, i documenti distrutti contenevano importanti informazioni sugli elenchi creati dalle autorità degli Stati Uniti con i nominativi delle persone sospette che non possono imbarcarsi su un aeroplano, le cosiddette “no-fly list”. I file distrutti e non più recuperabili contenevano anche una serie di rapporti su una ventina di organizzazioni di estrema destra, con informazioni riservate sui loro componenti e il loro funzionamento. Dati per i quali Assange aveva chiesto la pubblicazione all’ex portavoce già a inizio anno.

La notizia della distruzione dei file è stata commentata da Assange su uno dei siti collegati all’organizzazione. Oltre a una serie di dure critiche nei confronti di Domscheit-Berg, il commento contiene anche alcune accuse: l’ex portavoce avrebbe mantenuto contatti molto stretti e sospetti con diverse agenzie di intelligence e ha usato alcune informazioni riservate sul funzionamento di Wikileaks per il proprio libro, pubblicato a inizio anno. In un messaggio pubblicato qualche ora dopo, Domscheit-Berg viene accusato di aver sabotato Wikileaks distruggendo quelle migliaia di file, ritenuti ormai irrecuperabili.

Dopo aver lasciato Wikileaks, Domscheit-Berg aveva fondato un sito alternativo chiamato OpenLeaks, ottenendo molte critiche da parte della comunità che aveva collaborato a gestire e mettere assieme Wikileaks. Il sito ha ottenuto un’accoglienza particolarmente fredda e uno scarso successo, se confrontato a quello di Assange, che al momento è fermo e non accetta nuovi documenti.