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  • Martedì 2 agosto 2011

In Cina hanno “clonato” anche Ikea

A Kunming, la stessa città dei finti negozi Apple di qualche giorno fa, c'è anche un negozio di arredamento che copia la catena svedese

A local employee of Ikea stands on the roof as a giant logo decorates the facade of shop in China's west Chengdu, 29 November 2006. Swedish furniture manufacturer Ikea opens its fourth shop in the remote western city after Beijng, Shanghai and Guangzhou. More foreign manufacturers and retailers stretch out to China's inland cities such as Chengdu, Wuhan, Chongqing, which enjoy advantages as cheaper labour, lower property price and huge population of customers. AFP PHOTO/LIU Jin (Photo credit should read LIU JIN/AFP/Getty Images)
A local employee of Ikea stands on the roof as a giant logo decorates the facade of shop in China's west Chengdu, 29 November 2006. Swedish furniture manufacturer Ikea opens its fourth shop in the remote western city after Beijng, Shanghai and Guangzhou. More foreign manufacturers and retailers stretch out to China's inland cities such as Chengdu, Wuhan, Chongqing, which enjoy advantages as cheaper labour, lower property price and huge population of customers. AFP PHOTO/LIU Jin (Photo credit should read LIU JIN/AFP/Getty Images)

La città di Kunming, capoluogo della provincia dello Yunnan, nel sudovest della Cina, è diventata famosa pochi giorni fa per il caso di un negozio che vendeva prodotti Apple riproducendo lo stile e l’ambiente di un Apple Store, senza essere autorizzato dalla società americana. Reuters riporta che nella stessa città esiste anche un negozio di arredamento alto quattro piani, con uno spazio espositivo di circa 10.000 metri quadrati, che cerca di riprodurre un punto vendita dell’IKEA, la fabbrica di mobili svedese.

Gli interni sono nell’identico stile giallo e blu e la caffetteria ha lo stesso design minimalista, ma i mobili sono su ordinazione e non venduti impacchettati come da IKEA. Il negozio si chiama “11 Furniture”, in cinese shi yi jia ju, che suona molto simile al nome cinese di IKEA, yi jia jia ju. La catena svedese, fondata nel 1943, ha nove punti vendita in Cina, quasi tutti nelle città della costa orientale e meridionali, che sono le più ricche.

I due casi recenti di contraffazione di Kunming avvengono in una provincia montuosa, tradizionalmente povera e isolata, sede soprattutto di attività minerarie. Mentre le province costiere e del sudest sono state il vero motore dell’enorme crescita economica cinese negli ultimi vent’anni, attraendo anche la maggior parte degli investimenti stranieri, il resto della Cina e molte province dell’interno hanno ricevuto molta meno attenzione dalle grandi multinazionali, hanno guadagnato meno soldi nello sviluppo del paese, ma hanno sviluppato lo stesso desiderio per i prodotti occidentali più famosi. Nella via pedonale dello shopping, via Zhengyi, ci sono quattro negozi “autorizzati” della Nike, anche se il sito dell’azienda statunitense ne indica solo tre nel centro di Kunming.

Questi casi segnalano anche, come nota Reuters, un cambiamento recente e sempre più diffuso della contraffazione cinese: la copia non solamente di prodotti, ma anche di tutte le caratteristiche legate al marchio e alla distribuzione delle aziende occidentali di maggior successo. La regolamentazione inadeguata e la scarsa efficienza del sistema giudiziario cinese rendono particolarmente difficile per le aziende occidentali difendere i propri diritti sui marchi e il controllo dei punti vendita. Il mercato dei falsi e delle imitazioni è gigantesco e interessa ogni tipo di merce, dai giocattoli agli accessori di lusso all’informatica (si stima che circa l’80% di tutto il software usato in Cina sia contraffatto).

(LIU JIN/AFP/Getty Images)

I finti Apple Store in Cina