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  • Venerdì 22 luglio 2011

Marine Le Pen propone di annettere il Belgio francofono

La leader della destra francese offre ai valloni "una mano tesa" in caso di secessione

La già tormentatissima vicenda della politica belga – che non sa formare un governo da ormai più di un anno – si è arricchita ieri di un altro scenario sconvolgente (dopo quello citato da anni della secessione) evocato stavolta dalla Francia. Marine Le Pen, figlia di Jean Marie Le Pen e leader del Fronte Nazionale, il partito dell’estrema destra francese, ha detto che se la Vallonia francese non riuscisse a trovare un accordo con le Fiandre potrebbe chiedere di essere annessa alla Francia.

«La situazione politica del Belgio è destinata a peggiorare», si legge nel comunicato diffuso da Le Pen «e ha lasciato valloni e fiamminghi in una situazione di terribile incertezza. Siamo tutti preoccupati per questa situazione e in questo giorno in cui il Belgio celebra la sua festa nazionale, è responsabilità della Francia e dei francesi tendere una mano verso i Valloni. Se il Belgio si separerà, se i fiamminghi dichiareranno l’indipendenza, cosa che sembra sempre più probabile, la Repubblica francese farebbe bene ad accogliere i valloni». Benché la dichiarazione suoni una boutade, in questo momento in cui le quotazioni elettorali di Marine Le Pen sono in grande ascesa e la crisi belga ogni giorno più oscura, potrebbe diventare un nuovo elemento di disordine.

Da tredici mesi il Belgio è in attesa che valloni e fiamminghi si mettano d’accordo per formare un nuovo governo, e la storia è diventata ormai nota e persino derisa in tutto il mondo. Il risultato elettorale a metà giugno 2010 ha portato a una interminabile fase di stallo istituzionale che mediatori, politici e politologi non sono ancora riusciti a superare: nel nord hanno vinto gli autonomisti della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA) di Bart De Wever, mentre il sud ha visto l’affermazione dei francofoni del Partito Socialista guidato da Elio Di Rupo. I due partiti non riescono a mettersi d’accordo e si discute molto da tempo se il Belgio ne rischi la scissione o se questo trascinarsi non dimostri la forza di un paese nel sapersi autogovernare.

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