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  • Lunedì 27 giugno 2011

Il fratello del boss

Mentre James Bulger diventava uno dei dieci uomini più ricercati degli Stati Uniti, suo fratello Billy faceva carriera in politica

Giovedì 23 giugno è finita, dopo 17 anni, la latitanza di James “Whitey” Bulger, uno dei nove maggiori ricercati dall’FBI statunitense: alla fine era in California, anche se gli investigatori credevano (o dicevano di credere) che in realtà si trovasse in Europa. Parlando della sua storia avevamo nominato di sfuggita suo fratello William Bulger, una vita nella politica dello stato del Massachusetts. Un reporter dell’Associated Press ha raccontato in parallelo la storia dei due fratelli Bulger e si è concentrato sul rapporto tra William e suo fratello.

William “Billy” Bulger è uno dei fratelli minori di Whitey, di quasi cinque anni più giovane: oggi ha 77 anni. Fu eletto per la prima volta alla Camera dello stato del Massachusetts cinquant’anni fa, nel 1961, per il Partito Democratico. Nel 1970 venne eletto per la prima volta al Senato dello stato, di cui diventò presidente nel 1978. Conservò questa carica fino al 1996, venendo puntualmente riconfermato ogni due anni. Nel 1996 il governatore repubblicano dello stato lo nominò presidente dell’University of Massachusetts, carica da cui fu costretto a dimettersi nel 2003. La causa era suo fratello: Billy Bulger testimoniò davanti a una commissione di inchiesta del Congresso degli Stati Uniti che si stava occupando del rapporti tra l’FBI e Whitey, che fu per molti anni un informatore. Nell’audizione, dopo che gli venne garantita l’immunità, Bill ammise di aver ricevuto una chiamata da parte di suo fratello maggiore poco dopo la sua fuga. Dopo quest’ultimo episodio, le pressioni su di lui iniziarono a farsi pesanti, anche ad opera dell’allora governatore del Massachusetts Mitt Romney, e alla fine Billy Bulger accettò di dimettersi.

Il suo atteggiamento nei confronti del fratello, infatti, era sempre stato improntato a una granitica solidarietà famigliare, influenzato dalla gioventù passata insieme nell’enclave irlandese di South Boston. Due anni prima dell’audizione al Congresso, Billy Bulger aveva detto a un grand jury (nel sistema giuridico statunitense, una giuria che decide se ci sono abbastanza prove per aprire un processo) che non aveva invitato suo fratello ad arrendersi, perché non pensava «che sarebbe stato il suo interesse». Aggiunse che sperava «di non essere mai di aiuto a nessuno, contro di lui» e che non sentiva «la necessità di aiutare tutti a prenderlo».

Questo disse Billy Bulger nel 2001, ma si sapeva che erano cose di cui era convinto da sempre. Quando fu eletto per la prima volta nel 1961 suo fratello era in carcere da quattro anni per una serie di rapine in banca, e l’anno dopo il suo rilascio Billy attaccò la stampa dicendo che le voci che metteva in giro su Whitey erano in realtà attacchi politici rivolti a lui. Ma la carriera criminale di Whitey diventava sempre più brutale mano a mano che Billy si faceva strada in politica. Quando, nel 1995, Whitey sparì senza lasciare traccia, l’allora presidente del Senato non aveva cambiato linea, e accusò gli inquirenti di aver comprato i testimoni contro il latitante tra i carcerati, promettendo sconti di pena.

Durante la sua carriera politica, Billy Bulger era diventato celebre per la sua tenacia e per la determinazione con cui si accaniva contro i suoi avversari, attirandosi molte critiche. Un senatore poi diventato giudice, nel 1994, provò senza successo di estrometterlo dalla carica: accusò in seguito Bulger di aver pagato delle persone perché andassero dal feudo di Bulger a South Boston fino al suo distretto, per far campagna elettorale contro di lui. Entrambi gli uomini politici facevano parte del Partito Democratico.

Venerdì, il giorno dopo il suo arresto, Whitey è apparso brevemente davanti a una corte federale di Boston. I due fratelli si sono rivisti, dopo chissà quanto tempo. Si sono sorrisi, e all’uscita dal tribunale, davanti ai cronisti, Billy sembrava molto emozionato.

foto: AP Photo/Jane Flavell Collins