Yulia Tymoshenko, l’ex primo ministro dell’Ucraina celebre per essere stata la protagonista della “rivoluzione arancione” nel 2004, affronta da oggi un difficile processo per abuso di potere. Lo scorso dicembre era stata accusata di aver utilizzato 425 milioni di dollari ottenuti sulla base degli accordi di Kyoto, che consentono ai paesi di acquistare e vendere quote delle loro emissioni di anidride carbonica, per pagare le pensioni. Sono poi seguite le accuse per il sospetto acquisto di alcuni costosi mezzi di soccorso e, lo scorso mese, una nuova azione legale per aver concordato con la Russia nel 2009 un accordo sugli approvvigionamenti di gas naturale, che avrebbe causato una perdita di almeno 440 milioni di dollari per l’Ucraina.
Da settimane, l’ex primo ministro viene convocata dal procuratore generale di Kiev che sta seguendo il caso giudiziario. Le visite sono ormai diventate routine e ogni volta Tymoshenko termina il proprio incontro rilasciando dichiarazioni alla stampa per respingere categoricamente le accuse e annunciare di essere perseguitata dal presidente Viktor Yanukovich. Tymoshenko ha definito oggi in aula il suo giudice «un burattino del presidente, che non ha il diritto di occuparsi del caso», una parte di un sistema teso alla repressione politica dell’opposizione.
«Qualsiasi cosa mi stia accadendo in questo periodo è per colpa di Yanukovich. Lui crede di poter distruggere l’opposizione facendola schiantare così che non si possa più rialzare. Ed è per questo motivo che vengono aperte così tante inchieste contro di me, una dopo l’altra. Sono lo strumento della lotta di Yanukovich contro i propri opponenti politici, contro di me, non attraverso sistemi democratici e onesti, ma con sistemi che ricordano quelli usati da Stalin nel 1937» ha spiegato Tymoshenko ai giornalisti.
Negli ultimi anni la carriera politica di Yulia Tymoshenko ha avuto alti e bassi. Il momento di massimo successo fu raggiunto circa sette anni fa, quando insieme a Viktor Yuschchenko organizzò la rivoluzione arancione. Tymoshenko si diede da fare per la campagna elettorale del proprio alleato, in corsa per le presidenziali dell’ottobre del 2004. In cambio, Yuschchenko promise che se avesse vinto avrebbe nominato la propria alleata primo ministro, ponendo fine ai difficili anni di governo condizionati pesantemente dalla corruzione. A novembre, in prossimità del secondo turno delle presidenziali, centinaia di migliaia di ucraini scesero in piazza per protestare contro i brogli ai seggi, che avevano portato alla vittoria di Yanukovich. Il secondo turno elettorale venne riorganizzato e Yuschchenko vinse le presidenziali, nominando poco dopo Tymoshenko primo ministro.
Grazie alla formidabile campagna elettorale, alla rivoluzione arancione e alla sua nomina a premier dell’Ucraina, Yulia Tymoshenko divenne famosa in tutto il mondo e fu nominata come una delle donne più influenti al mondo dalla rivista statunitense Forbes, che ogni anno stila una classifica (al primo posto c’era Condoleeza Rice). Il suo governo durò però pochi mesi a causa dei forti attriti nella maggioranza, uscita profondamente segnata dalla rivoluzione. A settembre del 2005 Yushchenko non poté far altro che chiedere le dimissioni della propria alleata, nominando un nuovo primo ministro.
L’anno successivo, Tymoshenko si impegnò nella campagna elettorale per le elezioni politiche, annunciando di voler tornare al governo del paese con il suo Blocco, una coalizione socioliberale-centrista. Il suo fu il secondo partito più votato alle elezioni, ma a causa degli attriti nella propria coalizione e alla forte instabilità politica, gli autori della rivoluzione arancione non riuscirono a ottenere i voti necessari e una grande coalizione di maggioranza sostenuta dai socialisti e comunisti portò alla nomina di Yanukovych alla carica di primo ministro. Il paese era però ingovernabile e nel 2007 ci furono nuove elezioni e infine Tymoshenko ottenne i numeri per formare una maggioranza e diventare nuovamente primo ministro.