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  • Domenica 3 aprile 2011

La battaglia di Abidjan

Continua l'assedio al palazzo presidenziale di Gbagbo, Outtara controlla l'80 percento del paese

La situazione in Costa d’Avorio è sempre più drammatica. Nella capitale Abidjan le truppe di Alassane Outtar continuano l’assedio al palazzo presidenziale in cui si trova l’ex presidente Laurent Gbagbo, che si rifiuta di lasciare il potere nonostante la sua sconfitta sia ormai data ampiamente per scontata. Secondo la BBC, l’ottanta per cento del Paese sarebbe ormai sotto il controllo di Outtara.

I militari di Gbagbo hanno occupato i due ponti sul lago della capitale che danno accesso alla piccola penisola in cui si trova il palazzo presidenziale, e da lì rispondono ai colpi di artiglieria pesante lanciati dalle forze di Outtara. Quattro soldati ONU sono stati feriti gravemente questa mattina. Nel frattempo sono emersi i primi dettagli sulla strage compiuta nei giorni scorsi nella parte occidentale del paese. Almeno mille persone sono state uccise tra il 27 e il 29 marzo a Duekoue, negli scontri etnici tra i due gruppi che si contendono il potere dallo scorso ottobre. Alcuni testimoni hanno raccontato alla BBC di avere visto soldati che uccidevano le persone nelle loro case sparando alla testa o a colpi di machete.

La crisi della Costa d’Avorio è cominciata dopo le elezioni di ottobre 2010, quando la Commissione elettorale del paese ha nominato Ouattara nuovo presidente con il 54,1 percento dei voti. Gbagbo si è rifiutato di lasciare il potere e ha fatto in modo che la Corte Costituzionale invalidasse un numero di schede sufficienti per farlo dichiarare vincitore. Pochi giorni dopo entrambi i presidenti hanno organizzato due diverse cerimonie di giuramento e formato due governi: il paese è entrato in una lunga fase di stallo. Le Nazioni Unite, gli osservatori elettorali e la comunità internazionale sono concordi nel ritenere Ouattara il legittimo vincitore delle elezioni. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, un milione di persone nella sola Abidjan sono in fuga dai combattimenti. Più di centomila persone hanno attraversato il confine con la Liberia, a ovest del paese.