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Il giorno dell’Italia

Una specie di patrio liveblogging, da mane a sera

Il Post si unisce alle celebrazioni del 17 marzo e dei 150 anni dell’unità d’Italia, raccontando una giornata unica e una nazione anche. E invita tutti a commentare con contributi e idee personali sul buono di ‘sto benedetto paese.
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18,00: chiudiamo qui questa bella giornata, subito prima che venga travolta dalle noiose polemiche su cosa abbiano fatto o non abbiano fatto i leghisti. L’Italia di domani si farà ignorando le stupidaggini, non rincorrendole: e per il resto, qui c’è l’editoriale del Post per oggi e per gli anni a venire, e un abbraccio a tutti. Viva l’Italia, e che la forza sia con noi.

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17,54: “(17-6153) (11-0601)  (18-1662)”: sono i codici Pantone della bandiera italiana, scrive Amedeo Balbi.

17,43: Stefano Menichini su Twitter: “Durante l’Inno di Mameli alla Camera, Bossi cercava di chiacchierare con Tremonti, che si è sottratto”

17,36: lo speciale dell’Espresso sulla produzione culturale italiana di questi 150 anni.

17,31: un uomo si è ucciso proprio oggi gettandosi dall’Altare della Patria.

17,28: Zaia con la coccarda tricolore, ma facendola molto cadere dall’alto, bontà sua.

17,18: “Viva l’Italia”, il film di Roberto Rossellini sulla spedizione dei Mille, è su YouTube in diverse parti (in italiano, sottotitolate in francese).

https://www.youtube.com/watch?v=ybIAJObsihI

17,12: il tricolore a Fermignano, dal blog di – a-hem… – “uno stronzo qualunque”, che lo ha segnalato nei commenti.

17,07: su Twitter diverse segnalazioni di uno che dorme sugli scranni di Montecitorio mentre parla Napolitano, per ora non identificato. C’è la diretta su RaiUno.

16,57: a grande richiesta:

16,52: il viaggio fotografico in Italia di Alberto Novelli, sul sito di Italia Futura.

16,45: Rachel Donadio racconta l’anniversario sul New York Times:

Ancora oggi la maggior parte degli italiani considera se stessa come il prodotto delle loro città o regioni piuttosto che della propria nazione. Politicamente, due decenni dopo la fine della guerra fredda, l’Italia è più divisa regionalmente che ideologicamente, anche perché Mr. Berlusconi, indebolito ma non sconfitto dai ripetuti scandali sessuali, tiene insieme la sua coalizione in gran parte attraverso concessioni alla Lega Nord.

16,35: che poi dell’inno sanno quasi tutti solo la parte che si canta alle partite (e anche lì, sbagliando spesso “stringiamci a coorte”), ma c’è tutto il pezzo di “calpesti derisi” e del sangue polacco, e il sangue cosacco…

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò


16,27: l’onorevole Sarubbi su Twitter: “Devo spegnere tutto, perché iniziano le celebrazioni in Aula. Peccato: avrei twittato molto volentieri… #Auguri #italia150 #parlamento”

15,56: dallo speciale sul 17 marzo di Doppiozero, gli acquarelli di Giuliano Della Casa.

15,47: se l’Italia è quella che è, oggi, si deve anche a un momento particolare della sua storia, fondamentale forse quanto il Risorgimento: la ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale. Un pezzo centrale di quella storia è il discorso di Alcide De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi, il 10 agosto del 1946.

Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato e l’essere citato qui dopo che i più influenti di voi hanno già formulato le loro conclusioni in una lunga e faticosa elaborazione.
Non corro io il rischio di apparire come uno spirito angusto e perturbatore, che si fa portavoce di egoismi nazionali e di interessi unilaterali?
Signori, è vero: ho il dovere innanzi alla coscienza del mio Paese e per difendere la vitalità del mio popolo di parlare come italiano; ma sento la responsabilità e il diritto di parlare anche come democratico antifascista, come rappresentante della nuova Repubblica che, armonizzando in sé le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni universaliste del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei lavoratori, è tutta rivolta verso quella pace duratura e ricostruttiva che voi cercate e verso quella cooperazione fra i popoli che avete il compito di stabilire.

(continua qui)

15,26: Beppe Severgnini poco fa ha raccontato una cosa, su Sky. Sull’Arsenal, la squadra di calcio. È una squadra inglese, molto nota e blasonata, e la sua maglia ha questa storia. Quando nacque, nel 1886, la società non aveva molte risorse. Due calciatori dell’Arsenal avevano giocato per il Nottingham Forest e gli erano rimaste delle magliette: le altre le ottennero sempre dal Forest, che gliele donò per beneficenza. Le maglie dell’Arsenal, quindi, sono rosse perché rosse erano quelle del Nottingham Forest. E quelle del Nottingham Forest sono rosse in onore di Garibaldi.

(GLYN KIRK/AFP/Getty Images)

14,59: solo una donna fece parte della spedizione dei Mille, e si dice che si travestì da uomo per confondersi tra gli altri. Si chiamava Rose Montmasson, nonostante il nome era italiana e diverrà poi nota anche come Rosalia Crispi, perché fu poi moglie di Francesco Crispi. Questa è la targa esposta in suo onore a Firenze.

14,50: per chi quel giorno se l’è perso o vuole rivederlo: l’inno nazionale spiegato da Roberto Benigni.

https://www.youtube.com/watch?v=0BxdhSE6ErU

14,36: il 17 marzo 1861 raccontato, il giorno dopo, sulla prima pagina del New York Times (lì, in basso a destra).

14,23: l’arrivo dei garibaldini a Palermo nel film Il Gattopardo, di Luchino Visconti. Da Wikipedia:

Alle quattro di notte vi si tenne consiglio di guerra, presente anche il La Masa, e si decise per l’attacco alla capitale isolana; alle cinque era tutto finito e Garibaldi disse a Nino Bixio le famose parole: «Nino, domani a Palermo», a cui questi rispose: «o a Palermo o all’inferno».

https://www.youtube.com/watch?v=Xsnt2x2F73E

14,13: l’Italia secondo Elio e le storie tese, un grande classico.

https://www.youtube.com/watch?v=dMrZh3sIVYI

13,55: oggi non si accettano lamentele sull’overdose di tricolori e loghi tricolori e facce tricolori e cose tricolori che si vedono in giro. Dissapore mostra il risotto tricolore di Heinz Beck, uno dei migliori chef in circolazione.

13,44: se vi trovate in America, a occhio e croce vi siete svegliati da poco. Quindi intanto buongiorno. Poi: qui trovate una lista di eventi e feste e cerimonie in onore del compleanno dell’Italia che si tengono oggi negli Stati Uniti.

13,38: oggi alle 16,30 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolgerà un discorso al Parlamento in seduta congiunta. Lo si vedrà un po’ ovunque: sulla RAI, su Sky, in streaming sul sito della Camera.

13,29: il messaggio – anzi, la proclamazione – di Barack Obama sull’anniversario dell’unità d’Italia.

Presidential Proclamation–150th Anniversary of the Unification of Italy

A PROCLAMATION

On March 17, Italy celebrates the 150th anniversary of its unification as a single state. On this day, we join with Italians everywhere to honor the courage, sacrifice, and vision of the patriots who gave birth to the Italian nation. At a time when the United States was fighting for the preservation of our own Union, Giuseppe Garibaldi’s campaign for the unification of Italy inspired many around the world in their own struggles, including the 39th New York Infantry, also known as “The Garibaldi Guard.” Today, the legacy of Garibaldi and all those who unified Italy lives on in the millions of American women and men of Italian descent who strengthen and enrich our Nation.

Italy and the United States are bound by friendship and common dedication to civil liberties, democratic principles, and the universal human rights our countries both respect and uphold. As we mark this important milestone in Italian history, we also honor the joint efforts of Americans and Italians to foster freedom, democracy, and our shared values throughout the world.

NOW, THEREFORE, I, BARACK OBAMA, President of the United States of America, by virtue of the authority vested in me by the Constitution and the laws of the United States, do hereby proclaim March 17, 2011, as a day to celebrate the 150th Anniversary of the Unification of Italy. I encourage all Americans to learn more about the history of Italian unification and to honor the enduring friendship between the people of Italy and the people of the United States.

IN WITNESS WHEREOF, I have hereunto set my hand this sixteenth day of March, in the year of our Lord two thousand eleven, and of the Independence of the United States of America the two hundred and thirty-fifth.

BARACK OBAMA

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