Va, gasdotto

Il progetto Nabucco per rendere l'Europa indipendente dal gas russo langue e i costi continuano ad aumentare

Nabucco è il nome di un progetto per la realizzazione di un gasdotto che riduca la dipendenza dei paesi dell’Unione Europea dal gas russo. Il piano prevede la costruzione di una infrastruttura che consenta di trasportare il gas naturale del Caucaso, del Mar Caspio e di parte del Medio Oriente dalla Turchia all’Austria. Nato nel 2002 (se ne è parlato sui giornali di recente per le questioni energetiche italo-russe raccontate da Wikileaks), il progetto è particolarmente ambizioso ma secondo i membri del consorzio che lo hanno avviato, potrebbe arenarsi soprattutto a causa dei crescenti costi, come spiega Judy Dempsey sul New York Times.

Il costo stimato per il gasdotto lungo 3.300 chilometri si è gonfiato e il consorzio sta ancora faticando nel trovare i fornitori per Nabucco, progettato per trasportare 31 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno. Secondo le autorità dell’Unione Europea il 2011 è l’anno cruciale per decidere se realizzare o meno il progetto. […] Il budget iniziale di Nabucco era pari a 7,9 miliardi di euro. Ma secondo uno studio condotto dalla compagnia petrolifera BP, potrebbero volerci 14 miliardi di euro per finire il gasdotto. Questo minaccia di rendere l’iniziativa non redditizia.

Secondo gli analisti, il consorzio che ha messo in piedi il piano per l’approvvigionamento del gas naturale ha davanti a sé due sole alternative. La prima prevede un totale abbandono di Nabucco a meno di dieci anni dall’avvio dei primi studi di fattibilità. Questa opzione comporterebbe una sconfitta sia sul fronte dei piani per ridurre la dipendenza della UE dal gas russo sia su quello dell’influenza europea nell’area strategica del Mar Caspio. La seconda opzione è invece legata alla possibilità di creare una fusione, facendo confluire Nabucco in un altro gasdotto, riducendo i costi e dando nuova solidità al progetto che potrebbe attirare un maggior numero di investitori.

Al momento l’Europa ottiene il gas naturale da quattro fornitori principali. La Russia fa arrivare nella UE il 41% del gas necessario ogni anno, la Norvegia il 27%, l’Algeria il 17% e la Nigeria il 5%. Un quarto di tutto il gas utilizzato dai paesi dell’Unione Europea proviene dalla Russia, che può quindi fare affidamento su una notevole dipendenza di molti stati occidentali. I tagli delle forniture di gas all’Ucraina nel 2006 e alla Bielorussia nel 2009 da parte delle autorità russe hanno dimostrato quanto sia importante per l’Unione Europea il raggiungimento di una maggiore indipendenza, cosa che potrebbe essere garantita da Nabucco.

Analisti ed esperti contestano da tempo le previsioni di spesa formulate dal consorzio che vuole costruire il gasdotto. La cifra di 7,9 miliardi appare troppo esigua, e la previsione della BP viene considerata molto più verosimile. I responsabili di Nabucco, che ha sede a Vienna, dicono che le stime della compagnia petrolifera britannica sono prive di fondamento, ma ammettono che il consorzio è al lavoro per formulare una nuova previsione dei costi. Il processo di revisione dirà anche se ci saranno dei ritardi nella realizzazione dell’opera o se si potranno verificare problemi nel reperimento dei fondi necessari per costruire l’infrastruttura.

Anche se il gasdotto venisse completato, rimarrebbe il problema del reperimento del gas naturale per riempirlo. Il consorzio fa affidamento sull’Azerbaigian, che ha grandi riserve di gas. Ma quelle aree non sono state ancora sviluppate. La BP cura il progetto del sito di Shah Deniz II in Azerbaigian, e ne possiede una quota pari al 25%. Per mesi, Nabucco ha cercato di ottenere del gas dal sito di Shah Deniz II. Ma le autorità del paese non hanno ancora deciso se venderanno il gas a Nabucco o a qualche altro operatore.

Anche se il consorzio ottenesse un contratto, il problema non sarebbe comunque risolto del tutto perché il sito di Shah Deniz II potrebbe fornire al massimo 10 miliardi di metri cubi di gas, un terzo dell’intera capacità di Nabucco. I responsabili del progetto guardano al Kurdistan iracheno come una soluzione per ottenere altro gas. La regione autonoma ha dato la propria disponibilità, ma per recuperare le loro risorse occorrerebbe costruire un gasdotto secondario lungo 550 chilometri per trasportare poi il gas attraverso la Turchia e farlo arrivare all’infrastruttura principale, con costi aggiuntivi difficilmente sostenibili.

Il consorzio dovrà anche affrontare la concorrenza di altri progetti europei come il Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), sviluppato dalla norvegese StatoilHydro e dalla svizzera EGL, e l’Interconnettore Turchia – Grecia – Italia (ITGI), portato avanti dall’italiana Edison e dalla greca DEPA con altri investitori. Il primo prevede la costruzione di un gasdotto lungo 520 chilometri tra la Grecia e l’Italia attraverso l’Albania e costerà 1,6 miliardi di euro, mentre il secondo prevede la costruzione di una infrastruttura per il trasporto del gas dalla Turchia all’Italia attraverso la Grecia e dovrebbe costare 2,5 miliardi di euro. Nabucco potrebbe fondersi con uno di questi due progetti, rendendo più sostenibile l’iniziativa ed eliminando almeno un concorrente per il gas dell’Azerbaigian.