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  • Mercoledì 2 marzo 2011

Un elicottero NATO ha ucciso nove bambini in Afghanistan

Il generale Petraeus ammette l'errore e chiede scusa, Karzai protesta violentemente

Afghan children watch as US Marines 2nd Batallion, 1st Marines Weapons Company patrol along with Afghanistan National Army (ANA) soldiers in Laki, downsouth Garmser in Helmand Province on March 2, 2011. One in three Afghan soldiers still leave the army each year, but NATO remains on track to raise the number of security forces to 305,000 by October 2011, an alliance general said. Boosting the ranks of Afghanistan's security forces is a vital element of NATO's plan to begin handing command of the battlefield to Afghans this year, and start withdrawing some foreign troops, with the goal of giving them full control nationwide by 2014. AFP PHOTO / ADEK BERRY (Photo credit should read ADEK BERRY/AFP/Getty Images)
Afghan children watch as US Marines 2nd Batallion, 1st Marines Weapons Company patrol along with Afghanistan National Army (ANA) soldiers in Laki, downsouth Garmser in Helmand Province on March 2, 2011. One in three Afghan soldiers still leave the army each year, but NATO remains on track to raise the number of security forces to 305,000 by October 2011, an alliance general said. Boosting the ranks of Afghanistan's security forces is a vital element of NATO's plan to begin handing command of the battlefield to Afghans this year, and start withdrawing some foreign troops, with the goal of giving them full control nationwide by 2014. AFP PHOTO / ADEK BERRY (Photo credit should read ADEK BERRY/AFP/Getty Images)

La NATO ha ammesso mercoledì che due suoi elicotteri hanno ucciso il giorno prima nove bambini afgani, scambiandoli per i responsabili dell’attacco a una base NATO nelle ore precdenti. Si tratta di uno delle più gravi stragi di innocenti dall’inizio della guerra, commenta il New York Times. I bambini avevano tra i 9 e i 15 anni e stavano raccogliendo legna da ardere nelle montagne dell’Afghanistan orientale, nella provincia di Kunar: solo uno del gruppo è sopravvissuto. Il capo delle forze NATO in Afghanistan ha diffuso un comunicato personale di ammissione di colpa per la strage.

«Ci dispiace profondamente per questa strage e chiediamo perdono al governo e al popolo afgano, e soprattutto ai familiari sopravvissuti di coloro che sono stati uccisi. Non sarebbe mai dovuto accadere»

L’ammissione è arrivata dopo le proteste degli abitanti del villaggio di Nanglam, dove i bambini vivevano. Hemad, il sopravvissuto, ha raccontato di essersi salvato grazie a un ramo di albero che gli è caduto addosso dopo essere stato colpito da un razzo, nascondendolo alla vista: “Gli elicotteri hanno sparato ai bambini uno dopo l’altro”.

Le basi americane nella zona saranno smantellate nelle prossime settimane, dopo le proteste degli abitanti della valle di Pech. Martedì un razzo era stato lanciato contro una base, e la dichiarazione della NATO afferma che era partita una ricerca dei responsabili con gli elicotteri, che hanno sparato “in direzione del punto di origine dell’attacco”. Ma, continua il comunicato, “sembra esserci stato un errore tra l’individuazione del punto e la localizzazione delle operazioni con gli elicotteri”. Gli abitanti del villaggio hanno raccontato di aver trovato i corpi dei bambini maciullati dai colpi.

Il presidente afgano Hamid Karzai, che si trova in visita ufficiale a Londra, ha espresso “la più forte condanna possibile” nei confronti della strage. Gli oltre duecento abitanti del villaggio che si sono radunati per protestare gridavano “Morte all’America” e “Morte a Obama e ai suoi alleati”.