Le nuove carte sul processo Berlusconi

Circolano altri stralci delle carte dell'inchiesta della procura di Milano, ripresi dai giornali

Nonostante la diffusione delle trecento pagine con cui la procura di Milano ha chiesto la perquisizione dei locali del ragionere Spinelli, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, vari quotidiani in questi giorni continuano di tanto in tanto a pubblicare segmenti di nuovi atti – intercettazioni telefoniche, interrogatori – che finora non erano stati resi pubblici: fanno riferimento alla fase successiva dell’inchiesta, agli interrogatori e intercettazioni effettuate dopo l’iscrizione nel registro degli indagati e o a trascrizioni telefoniche che i pm avevano legittimamente deciso di non inserire nella richiesta di perquisizione. Oggi su Repubblica e sul Corriere si trovano queste tre storie.

Riprendersi Ruby
Della notte tra il 27 e il 28 maggio alla Questura di Milano sappiamo tutto: dei tentativi di Berlusconi di far liberare Karima El Marough, del suo affidamento a Nicole Minetti prima della sua identificazione, del suo essere poi stata lasciata dalla prostituta brasiliana che l’aveva accusata di furto. Pare che controllare Ruby sia stata una della maggiori preoccupazioni del premier e del suo staff, ed è andata avanti anche molto oltre quella notte. Il 5 giugno, scrivono su Repubblica Piero Colaprico ed Emilio Randacio, Ruby finisce alla clinica De Marchi, “pesta e senza casa”. È ancora minorenne, quindi si rimette in moto la burocrazia: Ruby finisce in una comunità provvisoria ma il 15 giugno va in taxi ai servizi sociali e con 300 euro in mano a dire che c’erano persone adulte – “Nicole Minetti e altri due nuclei familiari da lei non meglio identificati” – che volevano prendersi cura di lei. Lo stesso giorno chiama Lele Mora, anche lui si rende disponibile per l’affidamento della minore dicendo di averla conosciuta lavorando, di avere scoperto che mentiva sulla sua età ma di essere “sensibile alle problematiche sociali”.

Quanto parla Ruby
Ruby racconta a tutti e continuamente delle sue serate ad Arcore e dei regali che riceve da Berlusconi, lo fa persino con un poliziotto appena conosciuto. Vi allude anche con l’agente immobiliare a cui si rivolge per comprare una casa – «Tanto me la regala zietto…» – e lo fa in molte altre intercettazioni, riportate sul Corriere della Sera da Ferrarella e Guastella. Il 14 ottobre il fidanzato di Ruby, Luca Risso, informa l’allora avvocato di Ruby, Luca Giuliante che «Ruby mi ha detto che a fine mese la persona di cui abbiamo tanto parlato gli darà… ehm… 4 chili e mezzo di patate». L’avvocato risponde che «non è assolutamente così» ma che «c’è la volontà di darle una mano, dobbiamo capire le modalità». In un’occasione Ruby dice di aver ricevuto cinque milioni, in una dice di ricevere 20mila euro ogni martedì, in una di averne avuto 187 mila a Dubai, in una di avere sei milioni pronti non appena sarà maggiorenne. In un’altra, infine, solleva Berlusconi dalle sue presunte responsabilità: «Sembra che adesso sia successo chissà che cosa» ma «ci sono tremila uomini di 50 anni che si fanno le minorenni e non dicono mai niente» , invece «solo perché lui è Silvio devono aggredirlo in questa maniera».

L’offerta di spionaggio a Futuro e Libertà
Barbara Guerra è una delle ragazze che partecipa alle feste a casa del premier. Suo padre, Innocenzo Guerra, ristruttura immobili e si sta occupando della sede di Futuro e Libertà a Milano. L’11 gennaio parla con sua figlia e dice di voler proporre a Berlusconi «se mettere una microspia». Lui ha le chiavi, dice, «ieri è venuto anche il senatore Valditara. Digli che mio papà non è abituato a fare queste cose qui, ma per l’amore e rispetto che ho nei suoi confronti, se gli interessa si può fare… almeno sente le puttanate che dicono e quello che fanno… nella tana dei cospiratori». Sua figlia è entusiasta, dice che ne parlerà subito con Berlusconi ma poi torna a mani vuote: il premier dice «forse è meglio non farlo, però vuole sapere dov’è la sede».