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  • Giovedì 24 febbraio 2011

Tra le macerie di Christchurch

I soccorritori scavano ancora per trovare qualche sopravvissuto al terremoto, il bilancio delle vittime è arrivato a 98

A tre giorni di distanza dal violento terremoto che ha colpito Christchurch, in Nuova Zelanda, le probabilità di trovare qualcuno ancora in vita sotto le macerie degli edifici distrutti sono ormai pochissime, nonostante il lavoro instancabile dei soccorritori. Fino a ora sono state recuperate 98 vittime, collocate temporaneamente nell’obitorio della città, ma secondo i responsabili dei soccorsi il bilancio complessivo dei morti per il terremoto di martedì potrebbe ancora aumentare sensibilmente.

La stima poco incoraggiante è principalmente dovuta all’alto numero di persone disperse. Dal giorno della forte scossa (magnitudo 6,3) non si hanno più notizie di 226 persone e 120 di queste si trovavano nella medesima area della città colpita dal terremoto. Le operazioni rimangono comunque di soccorso e non di recupero, piccola differenza nella scelta dei termini che indica la speranza di trovare ancora qualcuno in vita nonostante siano passati tre giorni.

Ai soccorsi stanno partecipando decine di squadre di specialisti provenienti dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dal Giappone, da Singapore e da Taiwan. Usano cani addestrati per trovare le persone sotto le macerie, rilevatori di suoni e telecamere a infrarossi per rilevare il calore emesso da chi è rimasto imprigionato negli edifici crollati. L’ultima sopravvissuta è stata trovata nel tardo pomeriggio di mercoledì e le squadre sperano di trovare ancora qualcuno in vita.

I responsabili dei soccorsi stanno concentrando i loro sforzi nell’area del palazzo della Canterbury Television, una emittente locale che ospitava anche una scuola per infermieri. Il palazzo è collassato e potrebbe aver imprigionato tra le 60 e le 120 persone, presenti nell’edificio al momento della forte scossa. Un’altra ventina di persone sarebbero morte all’interno della cattedrale di Christchurch, in parte crollata.

Le autorità hanno iniziato il difficile lavoro di ricostruzione delle identità dei deceduti, ma l’operazione richiede molto tempo per evitare errori o dare false speranze a parenti e amici in attesa di notizie sui dispersi. Negli ospedali sono ricoverate 164 persone gravemente ferite, mentre il numero complessivo dei feriti ha superato la cifra di 2.500. Secondo il primo ministro John Key, il bilancio complessivo del terremoto potrebbe superare le 200 vittime.

La Nuova Zelanda è un’area particolarmente esposta alle scosse di terremoto. Mediamente le isole che la costituiscono sono colpite da 14mila scosse ogni anno, ma solamente una ventina superano magnitudo 5,0 diventando pericolose per la popolazione. Il sisma di martedì è stato uno dei più disastrosi nella storia del paese, dove non si registrava un numero così alto di vittime dal 1931, quando un terremoto causò la morte di 256 persone nell’area della Baia di Hawke.