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  • Lunedì 14 febbraio 2011

Qualcosa si muove anche in Iran

Le forze di opposizione hanno indetto una manifestazione per oggi pomeriggio, il governo ha negato l'autorizzazione

In Iran le forze di opposizione hanno indetto per oggi una manifestazione antigovernativa, ispirata alle proteste che si sono svolte recentemente in Egitto e in Tunisia. Il governo però ha negato l’autorizzazione per la manifestazione, richiesta lo scorso martedì da Mir Hossein Mousavi and Mehdi Karroubi, entrambi candidati “moderati” alle elezioni presidenziali del 2009 e guida del movimento di protesta – la cosiddetta “onda verde” – che seguì a quella tornata elettorale. Sul suo sito, ripreso dal Guardian, Mousavi ha paragonato le recenti proteste in Egitto e in Tunisia a quelle svoltesi in Iran nel 2009.

“Senza dubbio il punto di partenza di ciò che sta accadendo nelle strade di Tunisi, di Sana’a, del Cario, di Alessandria e di Suez sono state le proteste iraniane. In questi giorni il Medio Oriente si trova sulla soglia di grandi eventi che potrebbero cambiare il destino di questa regione e del mondo intero”

Secondo il governo iraniano, invece, le proteste in Egitto e in Tunisia sono simili a quelle che nel 1979 hanno portato alla Rivoluzione Islamica e quindi all’attuale regime. Per questa ragione il governo aveva ha invitato i sostenitori delle proteste in Egitto e Tunisia a unirsi alle celebrazioni del trentaduesimo anniversario della Rivoluzione Islamica, tenutesi lo scorso 11 febbraio. Nel timore di rivolte antigovernative, però, in questi giorni decine di attivisti e giornalisti iraniani sono stati arrestati, Karroubi è stato messo agli arresti domiciliari, e l’accesso a molti siti internet è stato bloccato. Le Guardie della Rivoluzione, la forza militare più potente del regime, hanno accusato i leader dell’opposizione di essere “nemici della rivoluzione, delle spie”, nelle parole del loro capo. “Non sono altro che dei cadaveri e noi ci opporremmo con forza a qualsiasi loro movimento”.

Amir-Arjomand, collaboratore di Mousavi, ha dichiarato al Guardian che la marcia si farà anche senza il permesso del governo.

«Consideriamo il governo di Ahmadinejad illegittimo, quindi non aspetteremo il suo permesso per manifestare. Mousavi e Karroubi hanno scritto al ministro degli Interni per avvisare della manifestazione, visto che il ministero ha la responsabilità di garantire la sicurezza dei cittadini; ma trattandosi di un governo illegittimo non c’è bisogno di chiedere un permesso»

Amir-Arjomand ha accusato il regime di ipocrisia, dato che elogia le proteste nei paesi vicini ma cerca di bloccare in tutti i modi i tentativi di manifestare all’interno dei suoi confini.

«Il regime iraniano vuol far credere che l’opposizione sia collegata a potenze straniere: è un trucco che ha provato anche Mubarak, ma alla fine non ha funzionato. Il regime difende le proteste in Egitto ma quando si protesta in Iran accusa i manifestanti di essere alleati a nemici esterni. Il piano del governo è quello di creare un clima di minaccia e terrore così che meno persone partecipino alla manifestazione. Cercherà di impiegare la violenza anche oggi, ecco perché ha aumentato la presenza d militari nel centro di Teheran»

Nel frattempo le forze di opposizione hanno costituito un consiglio, con l’obiettivo di coordinare manifestanti e attivisti. Sul sito di Mousavi il consiglio ha invitato a prendere parte alla marcia che dovrebbe culminare questo pomeriggio in piazza Azadi, luogo simbolo delle proteste del 2009. La pagina su Facebook dell’evento di oggi ha quasi 56.000 iscritti.