• Mercoledì 2 febbraio 2011

Gli USA chiudono i siti per vedere lo sport in streaming

Rojadirecta è uno dei più famosi siti al mondo per vedere gratis lo sport in streaming

Le autorità degli Stati Uniti sono intervenute ieri nei confronti di alcuni siti internet tra quelli che con frequenza quotidiana segnalano come fare a vedere gratis e in streaming le dirette di vari eventi sportivi. Sono stati chiusi alcuni tra i siti più noti al mondo tra quelli che offrono questo genere di servizio: ancora oggi sulle homepage di Rojadirecta, Channelsurfing, Firstrow, Atdhe e Ilemi campeggiano gli inquietanti annunci di sequestro della polizia statunitense.

Vediamo di capire meglio di cosa parliamo. I diritti per la trasmissione delle immagini di ogni evento sportivo, siano queste le Olimpiadi, i campionati di calcio, l’NBA, il baseball o lo sci, sono venduti dalle federazioni che organizzano quegli eventi ai canali televisivi, che spesso se li contendono offrendo fior di quattrini e poi li trasmettono in chiaro, quindi gratuitamente, o sui canali a pagamento. Esempio facile: la Lega calcio organizza ogni anno il campionato di calcio di Serie A e la Coppa Italia. I diritti televisivi delle partite del campionato in Italia sono stati acquistati in formule diverse da Sky, Mediaset e Dahlia, che li distribuiscono esclusivamente ai loro abbonati. I diritti televisivi delle partite di Coppa Italia sono stati acquistati dalla RAI, che li trasmette in chiaro: per vedere le partite basta possedere una tv (in teoria si deve anche pagare il canone, ma le partite possono essere viste anche da chi non ha pagato il canone).

Le cose però si muovono in modi molto più fluidi. La totalità degli eventi sportivi di medio-alto livello può essere vista online in streaming: gratis e con immagini di buona qualità. Chiunque sia disposto a rinunciare all’alta definizione e a una telecronaca nella sua lingua madre può già adesso godersi tutte le partite di Serie A, il basket, il baseball, la Champions League, eccetera, gratis, semplicemente con un computer e una connessione internet. Questo perché ogni giorno moltissime persone – parliamo di decine di migliaia di persone, forse centinaia di migliaia – in ogni parte del mondo decidono liberamente di condividere su internet il segnale della propria tv, dando la possibilità a chiunque di seguire gli eventi sportivi. In alcuni casi si tratta di segnali in chiaro oppure diffusi su internet dalla stessa emittente, e il fatto quindi non costituisce reato. In altri casi si tratta di segnali diffusi in modo illecito, in violazione del diritto d’autore e delle leggi che regolano in tutto il mondo la riproduzione dei contenuti protetti da vincoli precisi, come gli eventi sportivi.

Attenzione, però: i siti posti sotto sequestro dagli Stati Uniti non fanno niente del genere. Quei siti lì, così come moltissimi altri, si limitano a segnalare quotidianamente a quali link trovare gli streaming degli eventi sportivi. Non riproducono alcun contenuto, non dirottano alcun segnale: linkano e basta. Allo stesso modo, usufruire di questi link e utilizzarli per guardare gli eventi sportivi non comporta alcun reato. L’unico reato è la riproduzione, come abbiamo detto. Ed è un reato difficile da perseguire: il ragazzino cinese che diffonde in streaming il segnale di Roma-Lazio trasmesso dalla tv cinese non può essere perseguito dall’Italia bensì eventualmente dalle autorità cinesi, per esempio.

Queste conclusioni non sono solo frutto di semplice buonsenso, ma sono quelle a cui è arrivata la giustizia spagnola quando nel 2007 la società spagnola El Mundo, titolare dei diritti tv del calcio spagnolo, aveva fatto causa a Rojadirecta. Per due volte Rojadirecta ha vinto in tribunale: in primo grado e in appello. Caso archiviato: il fatto non sussiste. Il testo della sentenza del giudice spagnolo è emblematico: Rojadirecta non viola il diritto d’autore perché “non fornisce alcun codice necessario per decriptare il segnale televisivo, né realizza connessioni con programmi in grado di decodificarlo. Semplicemente si limita a fornire collegamenti a programmi che consentono la libera visione degli incontri sportivi”. Insomma: il governo americano ha arbitrariamente chiuso un sito spagnolo appartenente a una società spagnola e considerata dalla giustizia spagnola perfettamente legale.